L’evoluzione del metodo di trattamento delle fratture di femore distale da sempre ha mirato al raggiungimento di due obiettivi: stabilità meccanica, finalizzata alla precoce ripresa del movimento, e preservazione della vascolarizzazione del focolaio, finalizzata a limitare al minimo i danni di trofismo derivati dall’atto chirurgico. L'incidenza mondiale delle fratture dell'estremità prossimale del femore è in continuo incremento parallelamente all'aumento dell'età media della popolazione. Questa patologia rappresenta un'importante causa di morbilità e mortalità in tutte le fasce di età, in particolare tra i soggetti più anziani; si è calcolato che circa il 15-20% dei pazienti con frattura dell'estremità prossimale del femore muore entro un anno dall'evento traumatico. Queste fratture avvengono generalmente in seguito ad una caduta accidentale sull'anca e sono più comuni tra gli anziani, con una prevalenza per il sesso femminile (rapporto maschi/femmine 1:3). La maggior incidenza di questo tipo di fratture negli anziani è correlata ad una serie di fattori, inclusi: osteoporosi, malnutrizione, attività fisica ridotta, diminuzione dell'acuità visiva, deficit neurologici, riflessi alterati, disequilibrio ed astenia. L'età avanzata e le precarie condizioni fisiche di questi pazienti rendono necessario un intervento chirurgico, che comporti un basso rischio operatorio ed un rapido recupero funzionale. Il sistema d'inchiodatura Femoral S2 della Stryker offre un mezzo di un implant universale per le applicazioni destre e sinistre con possibilità di inserzione dell’impianto anterograda o retrograda. In particolare nel presente lavoro è stato realizzato un modello FE al fine di indagare lo stress shielding indotto nel sistema femore impianto per tipologia di inserzione anterograda (tre viti di cui una distale inclinata e due condilari) o retrograda (quattro viti nelle zone trocanterica e condilare), vedi figura 2 . I risultati ottenuti consentono di stabilire quale possa essere la tipologia di trattamento ottimale per questo tipo di fratture, nonché la valutazione delle tensioni e delle deformazioni che si destano nel sistema femore-impianto per ciascuna delle due modalità di inserzione del chiodo S2 sopra descritte.
Confronto degli effetti dello stress shielding, indotti dal chiodo S2TMstryker, per inserzione anterograda o retrograda.
FILARDI, VINCENZO;GUGLIELMINO, Eugenio;
2009-01-01
Abstract
L’evoluzione del metodo di trattamento delle fratture di femore distale da sempre ha mirato al raggiungimento di due obiettivi: stabilità meccanica, finalizzata alla precoce ripresa del movimento, e preservazione della vascolarizzazione del focolaio, finalizzata a limitare al minimo i danni di trofismo derivati dall’atto chirurgico. L'incidenza mondiale delle fratture dell'estremità prossimale del femore è in continuo incremento parallelamente all'aumento dell'età media della popolazione. Questa patologia rappresenta un'importante causa di morbilità e mortalità in tutte le fasce di età, in particolare tra i soggetti più anziani; si è calcolato che circa il 15-20% dei pazienti con frattura dell'estremità prossimale del femore muore entro un anno dall'evento traumatico. Queste fratture avvengono generalmente in seguito ad una caduta accidentale sull'anca e sono più comuni tra gli anziani, con una prevalenza per il sesso femminile (rapporto maschi/femmine 1:3). La maggior incidenza di questo tipo di fratture negli anziani è correlata ad una serie di fattori, inclusi: osteoporosi, malnutrizione, attività fisica ridotta, diminuzione dell'acuità visiva, deficit neurologici, riflessi alterati, disequilibrio ed astenia. L'età avanzata e le precarie condizioni fisiche di questi pazienti rendono necessario un intervento chirurgico, che comporti un basso rischio operatorio ed un rapido recupero funzionale. Il sistema d'inchiodatura Femoral S2 della Stryker offre un mezzo di un implant universale per le applicazioni destre e sinistre con possibilità di inserzione dell’impianto anterograda o retrograda. In particolare nel presente lavoro è stato realizzato un modello FE al fine di indagare lo stress shielding indotto nel sistema femore impianto per tipologia di inserzione anterograda (tre viti di cui una distale inclinata e due condilari) o retrograda (quattro viti nelle zone trocanterica e condilare), vedi figura 2 . I risultati ottenuti consentono di stabilire quale possa essere la tipologia di trattamento ottimale per questo tipo di fratture, nonché la valutazione delle tensioni e delle deformazioni che si destano nel sistema femore-impianto per ciascuna delle due modalità di inserzione del chiodo S2 sopra descritte.Pubblicazioni consigliate
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