La crisi dei valori e gli effetti destrutturanti della globalizzazione inevitabilmente interferiscono sull’ordine giuridico tramandato dalle codificazioni, determinando il ricorso a tecniche di regolazione diverse nel complesso panorama delle fonti multilivello e dei vari formanti che confluiscono nella realtà giuridica in continuo divenire. Se lo scenario che si profila è quello di una perdita di coerenza e di unità in direzione della frammentazione e disomogeneità, il giurista non può esimersi dal ricercare criteri ermeneutici uniformi in un quadro di sintesi che valorizzi la qualità della regolamentazione proiettandola alla ottimizzazione dei risultati. Ad una nuova ricostruzione delle fonti non può non corrispondere una rinnovata teoria dell’interpretazione. Il punto centrale è la necessità di conformare il diritto anche sulla scorta della circolazione delle giurisprudenze, in quanto l’oggetto dell’attività ermeneutica non è più e soltanto la legge, ma le sentenze nel loro flusso dialogico. In questa più ampia prospettiva l’Autore polarizza l’attenzione sull’attività di impresa e sul regime dei contratti nei riflessi sul mercato e sui mobili confini dell’autonomia privata. Il diritto dei contratti si evolve con logiche disordinate che rendono insufficienti i paradigmi consolidati e rafforzano l’esigenza di riscoprire più adeguati parametri, idonei a riequilibrare le situazioni asimmetriche che connotano le relazioni di mercato, per rispondere alla domanda di giustizia e alla garanzia di effettività. Lo snodo funzionale che ispira l’indagine è l’abuso dell’autonomia privata (nel più incisivo profilo relazionale), in virtù del quale appare possibile individuare innovativi parametri di riferimento del controllo di meritevolezza sulla causa concreta del contratto, quale indice rilevatore degli interessi reali effettivamente programmati dalle parti e ragione giustificatrice della operazione complessivamente considerata nella sua globalità, anche in relazione alle dinamiche dei collegamenti contrattuali idonee a disvelare gli usi impropri degli schemi negoziali e gli intenti abusivi, che da un mero sindacato di liceità non potrebbero emergere. In base a questi più significativi criteri sembra potersi ipotizzare un paradigma contrattuale unitario presidiato da meccanismi di tutela orientati a fornire un quadro rimediale omogeneo ed aggregante, articolato secondo un ordine assiologico funzionale alle finalità perseguite, ricercando strategie giuridiche che si avvalgano in primo luogo di tecniche “reali” ed in via ausiliaria o autonoma di strumenti ad “efficacia obbligatoria” , ed attribuendo rilievo preminente ad interventi preventivi di tipo inibitorio. Gli effetti che le condotte abusive possono dispiegare sugli interessi di valenza generale postulano il ricorso a strumenti di coercizione indiretta per indurre gli imprenditori a non commettere illeciti che incidono negativamente sulle esigenze della collettività e sulla efficienza del mercato. A questi fini appare significativa l’applicazione dell’art. 614 bis c.p.c. per fornire più efficaci prospettive di tutela funzionalmente preordinate a garantire l’adempimento degli obblighi di fare infungibile, sempre più incisivamente emergenti nelle relazioni di mercato. In un disegno complessivo la finalità che si intende perseguire è di approdare a rinnovate tecniche rimediali corredate da adeguati meccanismi processuali volti a garantire l’effettività della tutela, per preservare ed implementare il mercato e la promozione dei valori della persona.

Tecniche di regolazione dei contratti e strumenti rimediali. Qualità delle regole e nuovo assetto dei valori.

LA ROSA, Elena
2012-01-01

Abstract

La crisi dei valori e gli effetti destrutturanti della globalizzazione inevitabilmente interferiscono sull’ordine giuridico tramandato dalle codificazioni, determinando il ricorso a tecniche di regolazione diverse nel complesso panorama delle fonti multilivello e dei vari formanti che confluiscono nella realtà giuridica in continuo divenire. Se lo scenario che si profila è quello di una perdita di coerenza e di unità in direzione della frammentazione e disomogeneità, il giurista non può esimersi dal ricercare criteri ermeneutici uniformi in un quadro di sintesi che valorizzi la qualità della regolamentazione proiettandola alla ottimizzazione dei risultati. Ad una nuova ricostruzione delle fonti non può non corrispondere una rinnovata teoria dell’interpretazione. Il punto centrale è la necessità di conformare il diritto anche sulla scorta della circolazione delle giurisprudenze, in quanto l’oggetto dell’attività ermeneutica non è più e soltanto la legge, ma le sentenze nel loro flusso dialogico. In questa più ampia prospettiva l’Autore polarizza l’attenzione sull’attività di impresa e sul regime dei contratti nei riflessi sul mercato e sui mobili confini dell’autonomia privata. Il diritto dei contratti si evolve con logiche disordinate che rendono insufficienti i paradigmi consolidati e rafforzano l’esigenza di riscoprire più adeguati parametri, idonei a riequilibrare le situazioni asimmetriche che connotano le relazioni di mercato, per rispondere alla domanda di giustizia e alla garanzia di effettività. Lo snodo funzionale che ispira l’indagine è l’abuso dell’autonomia privata (nel più incisivo profilo relazionale), in virtù del quale appare possibile individuare innovativi parametri di riferimento del controllo di meritevolezza sulla causa concreta del contratto, quale indice rilevatore degli interessi reali effettivamente programmati dalle parti e ragione giustificatrice della operazione complessivamente considerata nella sua globalità, anche in relazione alle dinamiche dei collegamenti contrattuali idonee a disvelare gli usi impropri degli schemi negoziali e gli intenti abusivi, che da un mero sindacato di liceità non potrebbero emergere. In base a questi più significativi criteri sembra potersi ipotizzare un paradigma contrattuale unitario presidiato da meccanismi di tutela orientati a fornire un quadro rimediale omogeneo ed aggregante, articolato secondo un ordine assiologico funzionale alle finalità perseguite, ricercando strategie giuridiche che si avvalgano in primo luogo di tecniche “reali” ed in via ausiliaria o autonoma di strumenti ad “efficacia obbligatoria” , ed attribuendo rilievo preminente ad interventi preventivi di tipo inibitorio. Gli effetti che le condotte abusive possono dispiegare sugli interessi di valenza generale postulano il ricorso a strumenti di coercizione indiretta per indurre gli imprenditori a non commettere illeciti che incidono negativamente sulle esigenze della collettività e sulla efficienza del mercato. A questi fini appare significativa l’applicazione dell’art. 614 bis c.p.c. per fornire più efficaci prospettive di tutela funzionalmente preordinate a garantire l’adempimento degli obblighi di fare infungibile, sempre più incisivamente emergenti nelle relazioni di mercato. In un disegno complessivo la finalità che si intende perseguire è di approdare a rinnovate tecniche rimediali corredate da adeguati meccanismi processuali volti a garantire l’effettività della tutela, per preservare ed implementare il mercato e la promozione dei valori della persona.
2012
Pubblicazioni della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Messina
8814174407
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