Il continuo moltiplicarsi delle tecnologie telematiche in gran parte del tessuto socio-culturale ha sensibilmente cambiato la conoscenza, quest’ultima sempre più legata ai processi di digitalizzazione prodotti da internet, mutando in modo netto anche le pratiche attraverso le quali il sapere stesso viene fruito, prodotto e condiviso. Una metamorfosi dovuta al dilagante affermarsi del web 2.0, dei network sociali, che obbliga il sistema educativo a ridisegnare il proprio “territorio” epistemologico in termini sia di obiettivi formativi e programmi di studio che in termini metodologici e didattici; ridefinizione, questa, che si rende necessaria per cogliere le opportunità offerte dai nuovi media e, soprattutto, per adeguare le strategie educative agli stili cognitivi della generazione digitale. I nostri giovani, infatti, nati nella società informazionale, sviluppano sin dalla prima infanzia una forma mentis diversa dalla nostra nel modo di appropriarsi del sapere, di rappresentarsi il mondo, di costruire ed esercitare le proprie abilità, che si rifà inevitabilmente all’uso quotidiano e costante delle tecnologie di cui si circondano: smartphone, iPod, tablet, ecc. La realtà di oggi evidenzia quasi una “compulsiva” esigenza da parte di molti, soprattutto delle nuove generazioni, di rivolgersi ai nuovi artefatti tecnologici per i più svariati motivi; un dato di fatto, questo, che impegna tutti a esplorare le implicazioni sull’uomo dell’uso del nuovo network, in termini cognitivi, relazionali, educativi e socio-culturali. Il testo, pertanto, si propone di analizzare il fenomeno della proliferazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e del suo effetto sulle pratiche educative attraverso una riflessione più ampia che prende avvio da una precisa prospettiva d’indagine: quella che mette a fuoco l’intersezione tra neuroscienze-educazione-tecnologie, definendo tale reciproca contaminazione una delle chiavi di volta possibili per comprendere le dinamiche intellettive, affettivo-emotive e motivazionali dei nativi digitali, e di conseguenza un passaggio scientifico-culturale obbligato con il quale iniziare a rileggere e ridefinire il sistema didattico-pedagogico che dovrà sempre più essere rivolto alla digitalità e ai suoi effetti sui processi di apprendimento e insegnamento.
Il cervello connesso. Ipotesi di una didattica futura.
SMERIGLIO, Donatello
2012-01-01
Abstract
Il continuo moltiplicarsi delle tecnologie telematiche in gran parte del tessuto socio-culturale ha sensibilmente cambiato la conoscenza, quest’ultima sempre più legata ai processi di digitalizzazione prodotti da internet, mutando in modo netto anche le pratiche attraverso le quali il sapere stesso viene fruito, prodotto e condiviso. Una metamorfosi dovuta al dilagante affermarsi del web 2.0, dei network sociali, che obbliga il sistema educativo a ridisegnare il proprio “territorio” epistemologico in termini sia di obiettivi formativi e programmi di studio che in termini metodologici e didattici; ridefinizione, questa, che si rende necessaria per cogliere le opportunità offerte dai nuovi media e, soprattutto, per adeguare le strategie educative agli stili cognitivi della generazione digitale. I nostri giovani, infatti, nati nella società informazionale, sviluppano sin dalla prima infanzia una forma mentis diversa dalla nostra nel modo di appropriarsi del sapere, di rappresentarsi il mondo, di costruire ed esercitare le proprie abilità, che si rifà inevitabilmente all’uso quotidiano e costante delle tecnologie di cui si circondano: smartphone, iPod, tablet, ecc. La realtà di oggi evidenzia quasi una “compulsiva” esigenza da parte di molti, soprattutto delle nuove generazioni, di rivolgersi ai nuovi artefatti tecnologici per i più svariati motivi; un dato di fatto, questo, che impegna tutti a esplorare le implicazioni sull’uomo dell’uso del nuovo network, in termini cognitivi, relazionali, educativi e socio-culturali. Il testo, pertanto, si propone di analizzare il fenomeno della proliferazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e del suo effetto sulle pratiche educative attraverso una riflessione più ampia che prende avvio da una precisa prospettiva d’indagine: quella che mette a fuoco l’intersezione tra neuroscienze-educazione-tecnologie, definendo tale reciproca contaminazione una delle chiavi di volta possibili per comprendere le dinamiche intellettive, affettivo-emotive e motivazionali dei nativi digitali, e di conseguenza un passaggio scientifico-culturale obbligato con il quale iniziare a rileggere e ridefinire il sistema didattico-pedagogico che dovrà sempre più essere rivolto alla digitalità e ai suoi effetti sui processi di apprendimento e insegnamento.Pubblicazioni consigliate
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