OBIETTIVI Negli ultimi anni, il succedersi di eventi catastrofici nel nostro Paese (incidenti ferroviari e navali, alluvioni, incendi, etc), impongono una priorità: come affrontarli. La gestione delle maxiemergenze è un campo di prova per tutti i sistemi sanitari ma in Italia, specie nel Meridione, i criteri, le modalità d’intervento e la gestione intra-ospedaliera sono lasciati alla libera interpretazione dei responsabili dei Pronto Soccorsi (PS). Negli ultimi anni abbiamo gestito tre Maxiemergenze che da una parte ci hanno stimolato a migliorarne le modalità di gestione e dall’altra ci obbligano a valutare retrospettivamente comportamenti e soluzioni adottate con l’intento di apprendere dall’esperienza ed offrire risposte sempre più efficienti a territorio ed utenza. Pertanto, riportiamo la nostra esperienza e sottolineiamo come sia possibile, con un’adeguata preparazione, fare fronte agli eventi avversi maggiori e migliorare gli outcomes. MATERIALI E METODI Nel triennio 2007-09 abbiamo affrontato tre maxiemergenze: la collisione del Segesta Jet nello Stretto di Messina, l’incendio del Rifugio del Falco e l’alluvione di Giampilieri-Scaletta. Nella nostra A.O.U., le strutture a disposizione sono state: il PS con due Aree Rosse attrezzate e la Rianimazione con 13 posti letto. L’allertamento del personale medico e sanitario è avvenuto attraverso modalità predisposte dal responsabile del PS, su base volontaristica e sulle indicazioni delle linee guida interne. RISULTATI Sono stati trattati nelle 20h successive all’evento: 25 pazienti della collisione Segesta Jet (su 150 passeggeri, 105 feriti e 4 decessi); 10 pazienti dell’incendio Rifugio del Falco (su 20 ustionati e 3 deceduti); 41 pazienti (6 codici rossi, 7 codici gialli, 28 codici verdi) dell’alluvione Giampilieri-Scaletta (3000 persone coinvolte di cui 108 feriti, 31 decessi e 6 dispersi). CONCLUSIONI Le problematiche sono state molteplici e complesse. Nel caso dell’incendio è stata evidenziata l’assenza, nella nostra A.O.U. e nella Provincia di Messina, di centri grandi ustionati, costringendo gli operatori del PS a trasferire gli ustionati più gravi fuori Provincia e talora fuori Regione. Nel caso della collisione navale la criticità è stata rappresentata dai codici verdi che, nei giorni successivi, hanno affollato le aree dell’emergenza. Nel caso dell’alluvione si è verificato l’intasamento dei locali del PS da parte di gran numero di volontari e l’impossibilità di garantire a tutte le vittime ed ai parenti delle stesse sostegno psicologico. Prendendo spunto da queste situazioni abbiamo affrontato all’interno dell’U.O.C. e dell’A.O.U. le problematiche correlate agli eventi avversi maggiori ed al massiccio afflusso di feriti. È stato organizzato un Master di I livello per preparare personale infermieristico e coordinatori dell’area delle emergenza e, con il progetto NO FEAR (Nuovo Obiettivo Facoltà Eventi Avversi Rilevanti) della Facoltà di Medicina, abbiamo creato gruppi di operatori preposti a stilare procedure specifiche aziendali: PEIMAF (Piano Emergenza Interno Massiccio Afflusso Feriti). L’efficienza del PEIMAF è stata di recente testata da un’esercitazione di Protezione Civile, banco di prova utilissimo per evidenziare e correggere le criticità Gli eventi avversi maggiori, nella nostra esperienza, pongono in primo piano l’esistenza, la diffusione e l’operatività dei piani di emergenza, che dovranno essere potenziati ed integrati allo scopo di garantire sicurezza a cittadini ed operatori.

Considerazioni sulla gestione degli eventi avversi maggiori nel Dipartimento di Emergenza

FAMA', FAUSTO;BECCARIA, Antonio;MURABITO, LETIZIA MARIA;GIOFFRE', Maria
2012-01-01

Abstract

OBIETTIVI Negli ultimi anni, il succedersi di eventi catastrofici nel nostro Paese (incidenti ferroviari e navali, alluvioni, incendi, etc), impongono una priorità: come affrontarli. La gestione delle maxiemergenze è un campo di prova per tutti i sistemi sanitari ma in Italia, specie nel Meridione, i criteri, le modalità d’intervento e la gestione intra-ospedaliera sono lasciati alla libera interpretazione dei responsabili dei Pronto Soccorsi (PS). Negli ultimi anni abbiamo gestito tre Maxiemergenze che da una parte ci hanno stimolato a migliorarne le modalità di gestione e dall’altra ci obbligano a valutare retrospettivamente comportamenti e soluzioni adottate con l’intento di apprendere dall’esperienza ed offrire risposte sempre più efficienti a territorio ed utenza. Pertanto, riportiamo la nostra esperienza e sottolineiamo come sia possibile, con un’adeguata preparazione, fare fronte agli eventi avversi maggiori e migliorare gli outcomes. MATERIALI E METODI Nel triennio 2007-09 abbiamo affrontato tre maxiemergenze: la collisione del Segesta Jet nello Stretto di Messina, l’incendio del Rifugio del Falco e l’alluvione di Giampilieri-Scaletta. Nella nostra A.O.U., le strutture a disposizione sono state: il PS con due Aree Rosse attrezzate e la Rianimazione con 13 posti letto. L’allertamento del personale medico e sanitario è avvenuto attraverso modalità predisposte dal responsabile del PS, su base volontaristica e sulle indicazioni delle linee guida interne. RISULTATI Sono stati trattati nelle 20h successive all’evento: 25 pazienti della collisione Segesta Jet (su 150 passeggeri, 105 feriti e 4 decessi); 10 pazienti dell’incendio Rifugio del Falco (su 20 ustionati e 3 deceduti); 41 pazienti (6 codici rossi, 7 codici gialli, 28 codici verdi) dell’alluvione Giampilieri-Scaletta (3000 persone coinvolte di cui 108 feriti, 31 decessi e 6 dispersi). CONCLUSIONI Le problematiche sono state molteplici e complesse. Nel caso dell’incendio è stata evidenziata l’assenza, nella nostra A.O.U. e nella Provincia di Messina, di centri grandi ustionati, costringendo gli operatori del PS a trasferire gli ustionati più gravi fuori Provincia e talora fuori Regione. Nel caso della collisione navale la criticità è stata rappresentata dai codici verdi che, nei giorni successivi, hanno affollato le aree dell’emergenza. Nel caso dell’alluvione si è verificato l’intasamento dei locali del PS da parte di gran numero di volontari e l’impossibilità di garantire a tutte le vittime ed ai parenti delle stesse sostegno psicologico. Prendendo spunto da queste situazioni abbiamo affrontato all’interno dell’U.O.C. e dell’A.O.U. le problematiche correlate agli eventi avversi maggiori ed al massiccio afflusso di feriti. È stato organizzato un Master di I livello per preparare personale infermieristico e coordinatori dell’area delle emergenza e, con il progetto NO FEAR (Nuovo Obiettivo Facoltà Eventi Avversi Rilevanti) della Facoltà di Medicina, abbiamo creato gruppi di operatori preposti a stilare procedure specifiche aziendali: PEIMAF (Piano Emergenza Interno Massiccio Afflusso Feriti). L’efficienza del PEIMAF è stata di recente testata da un’esercitazione di Protezione Civile, banco di prova utilissimo per evidenziare e correggere le criticità Gli eventi avversi maggiori, nella nostra esperienza, pongono in primo piano l’esistenza, la diffusione e l’operatività dei piani di emergenza, che dovranno essere potenziati ed integrati allo scopo di garantire sicurezza a cittadini ed operatori.
2012
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