La comunicazione è tema di interesse centrale per gli studi sulla cognizione umana e animale. Quando si parla di comunicazione si fa riferimento a un modello che di norma funziona all’interno della stessa specie. In questo lavoro viene proposta l’idea secondo cui la comunicazione interspecifica è presente in maniera diffusa tra le specie animali e assume un valore adattativo pari, se non superiore, a quella intraspecifica. La trasmissione di segnali tra specie differenti entra in gioco in momenti fondamentali per la sopravvivenza di un individuo: la difesa dai predatori (nelle varie possibili declinazioni) e la salvaguardia delle risorse. L’osservazione etologica, infatti, ci ha consegnato un quadro adattativo del tutto inaspettato: spesso la comunicazione si basa sulla esibizione di “penalità” anatomiche e funzionali che fungono da garanzia della attendibilità del messaggio trasmesso. Questa è una spiegazione plausibile dello stotting, un comportamento apparentemente strano che le gazzelle utilizzano di fronte a un predatore, esibendosi in tutta la loro forza in una serie di ampi salti, invece di scappare mimetizzandosi. Questo principio è applicabile anche al linguaggio umano, abilità cognitiva instanziata su strutture anatomiche che hanno rappresentato per la linea umana non un vantaggio immediato, ma un handicap. La gracilizzazione del volto e l’abbassamento della laringe rappresentano degli esempi tipici del funzionamento del principio dell’handicap.
Evoluzionismo e comunicazione. Nuove ipotesi sulla selezione naturale nei linguaggi animali e umani
FALZONE, Alessandra
2012-01-01
Abstract
La comunicazione è tema di interesse centrale per gli studi sulla cognizione umana e animale. Quando si parla di comunicazione si fa riferimento a un modello che di norma funziona all’interno della stessa specie. In questo lavoro viene proposta l’idea secondo cui la comunicazione interspecifica è presente in maniera diffusa tra le specie animali e assume un valore adattativo pari, se non superiore, a quella intraspecifica. La trasmissione di segnali tra specie differenti entra in gioco in momenti fondamentali per la sopravvivenza di un individuo: la difesa dai predatori (nelle varie possibili declinazioni) e la salvaguardia delle risorse. L’osservazione etologica, infatti, ci ha consegnato un quadro adattativo del tutto inaspettato: spesso la comunicazione si basa sulla esibizione di “penalità” anatomiche e funzionali che fungono da garanzia della attendibilità del messaggio trasmesso. Questa è una spiegazione plausibile dello stotting, un comportamento apparentemente strano che le gazzelle utilizzano di fronte a un predatore, esibendosi in tutta la loro forza in una serie di ampi salti, invece di scappare mimetizzandosi. Questo principio è applicabile anche al linguaggio umano, abilità cognitiva instanziata su strutture anatomiche che hanno rappresentato per la linea umana non un vantaggio immediato, ma un handicap. La gracilizzazione del volto e l’abbassamento della laringe rappresentano degli esempi tipici del funzionamento del principio dell’handicap.Pubblicazioni consigliate
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