Il convivente more uxorio che chieda il ristoro dei danni a lui, quale vittima secondaria, arrecati da fatto illecito del terzo consumati a danno del partner, deve dimostrare la sussistenza di una convivenza duratura, stabile e consolidata, vale a dire assimilabile, per profondità di vincoli affettivi e continuitò di reciproca assistenza, alla convivenza coniugale: solo in tal caso può dirsiche il convivente ha titolo per essere risarcito di un "vulnus"ingiusto ed anche formalmente rilevante.
LA STABILITA' NEL RAPPORTO DI CONVIVENZA MORE UXORIO
COCUCCIO, MARIAFRANCESCA
2006-01-01
Abstract
Il convivente more uxorio che chieda il ristoro dei danni a lui, quale vittima secondaria, arrecati da fatto illecito del terzo consumati a danno del partner, deve dimostrare la sussistenza di una convivenza duratura, stabile e consolidata, vale a dire assimilabile, per profondità di vincoli affettivi e continuitò di reciproca assistenza, alla convivenza coniugale: solo in tal caso può dirsiche il convivente ha titolo per essere risarcito di un "vulnus"ingiusto ed anche formalmente rilevante.File in questo prodotto:
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