Un pregiudizo tramandato per secoli dalla cultura filosofico-scientifica dominante ha avvalorato una gerarchia dei sensi centrata sul primato cognitivo della vista e dell’udito, relegando il gusto al rango di senso ‘minore’, di senso carnale e distante dalla conoscenza. Ma portare qualcosa alla bocca e capirne il sapore è un’attività che per gli animali umani oltrepassa il bisogno fisiologico, configurandosi come un’esperienza multisensoriale ma anche cognitiva, emotiva, culturale ed estetica. Gustare, e maggiormente degustare, mettono alla prova tutti i nostri sensi mostrandoci come la percezione del sapore, la sua valutazione e il suo discernimento contribuiscano a caratterizzare la nostra ‘umanità’ di animali sapienti, conviviali e parlanti.
Gusto ergo cogito
CAVALIERI, Rosalia
2013-01-01
Abstract
Un pregiudizo tramandato per secoli dalla cultura filosofico-scientifica dominante ha avvalorato una gerarchia dei sensi centrata sul primato cognitivo della vista e dell’udito, relegando il gusto al rango di senso ‘minore’, di senso carnale e distante dalla conoscenza. Ma portare qualcosa alla bocca e capirne il sapore è un’attività che per gli animali umani oltrepassa il bisogno fisiologico, configurandosi come un’esperienza multisensoriale ma anche cognitiva, emotiva, culturale ed estetica. Gustare, e maggiormente degustare, mettono alla prova tutti i nostri sensi mostrandoci come la percezione del sapore, la sua valutazione e il suo discernimento contribuiscano a caratterizzare la nostra ‘umanità’ di animali sapienti, conviviali e parlanti.Pubblicazioni consigliate
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