Il libro è dedicato prevalentemente ai documenti e alle testimonianze dei ricoverati raccolti in istituto e, per molti versi, si ispira all’opera magistrale di Sergio Piro. Tuttavia, più che una analisi sistematica delle forme sintattiche e semantiche del linguaggio psicotico, delle lingue della schizofrenia, abbiamo preferito lasciare spazio alla lingua della paranoia e alle sue incredibili ‘ragioni’. Ovviamente, in questo luogo l’indagine non può che prendere in considerazione solo una piccola parte dei numerosi casi osservati, si tratta di sei internati scelti in ragione della rappresentatività delle loro produzioni psicopatologiche deliranti e della consistenza delle loro espressioni linguistiche. Non sorprende che l’espressione dei disturbi mentali prediliga le forme simboliche, principalmente quelle linguistiche. Non sorprende nemmeno che l’angoscia profusa dai manicomi sia diventata materia di studio per la comprensione fenomenologica o per la descrizione ontologica e psicopatologica della follia. I disturbi mentali si rivelano con la parola: è nel linguaggio che si riflettono funzioni cognitive come la percezione, la memoria, il pensiero o gli stati di coscienza. L’analisi delle produzioni linguistiche è dunque utilissima per scandagliare le esperienze deliranti e allucinatorie o per ricomporre quei vissuti esistenziali che segnano inesorabilmente le psicosi schizofreniche e quelle paranoiche.

La follia nelle parole. Ultime voci dal manicomio criminale?

BUCCA, ANTONINO
2013-01-01

Abstract

Il libro è dedicato prevalentemente ai documenti e alle testimonianze dei ricoverati raccolti in istituto e, per molti versi, si ispira all’opera magistrale di Sergio Piro. Tuttavia, più che una analisi sistematica delle forme sintattiche e semantiche del linguaggio psicotico, delle lingue della schizofrenia, abbiamo preferito lasciare spazio alla lingua della paranoia e alle sue incredibili ‘ragioni’. Ovviamente, in questo luogo l’indagine non può che prendere in considerazione solo una piccola parte dei numerosi casi osservati, si tratta di sei internati scelti in ragione della rappresentatività delle loro produzioni psicopatologiche deliranti e della consistenza delle loro espressioni linguistiche. Non sorprende che l’espressione dei disturbi mentali prediliga le forme simboliche, principalmente quelle linguistiche. Non sorprende nemmeno che l’angoscia profusa dai manicomi sia diventata materia di studio per la comprensione fenomenologica o per la descrizione ontologica e psicopatologica della follia. I disturbi mentali si rivelano con la parola: è nel linguaggio che si riflettono funzioni cognitive come la percezione, la memoria, il pensiero o gli stati di coscienza. L’analisi delle produzioni linguistiche è dunque utilissima per scandagliare le esperienze deliranti e allucinatorie o per ricomporre quei vissuti esistenziali che segnano inesorabilmente le psicosi schizofreniche e quelle paranoiche.
2013
Psicopatologia
9788895930749
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