Il paper analizza il fenomeno dell’homelessness come delicata questione sociale, inserendolo all’interno del quadro delle politiche sociali e concentrandosi specificatamente sulle politiche di inclusione. In particolare esplora il campo del privato sociale come terreno fertile di elaborazione di strategie di intervento capaci di rispondere in maniera più puntuale possibile alle necessità di inclusione delle persone senza dimora, progettando piani d’azione a lungo termine. Il lavoro, partendo dall’intenzione di individuare buone pratiche di azione, propone uno studio di caso: l’esperienza dell’Osservatorio Nazionale sul Disagio e la Solidarietà nelle stazioni italiane (O.N.D.S.), un progetto del settore politiche sociali di Ferrovie dello stato, nato nel 2002 a Roma in collaborazione con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani e la cooperativa sociale Europe Consulting. L’Osservatorio si costituisce con l’obiettivo di affrontare e gestire il fenomeno delle povertà estreme e dell’esclusione ed emarginazione sociale di quelle persone che vivono all’interno o in prossimità delle aree ferroviarie. Queste ultime, infatti, luoghi di transito per molti, non luoghi per dirla con Augè, costituiscono dei veri e propri luoghi per chi le abita come casa: punti di riferimento, luoghi mediamente sicuri dove ripararsi, spazi con un’identità e una storia in cui è possibile tessere relazioni (dalle persone che condividono la stessa condizione di senza dimora, ai negozianti, al personale di stazione, agli operatori sociali e ai volontari che ruotano intorno alle aree ferroviarie). Gli homeless diventano, così, un «problema di decoro e di ordine pubblico» per le aziende che gestiscono le stazioni ferroviarie, impegnate a garantire la sicurezza e la pulizia degli spazi. Per questa ragione, l’intervento a favore di un percorso di inclusione indirizzato agli homeless che vivono nelle stazioni rientra all’interno delle politiche sociali di Ferrovie dello Stato. Esso diventa una strategia per garantire che quegli spazi non siano luoghi di permanenza, ma restino adibiti al transito dei passeggeri, e, al tempo stesso, per raggiungere l’obiettivo di affrontare il disagio sociale di persone in difficoltà. L’Osservatorio opera dunque da intermediario all’interno di questa strategia, fungendo da interfaccia tra le persone che vivono in stato di disagio nelle stazioni e i servizi sul territorio (mense, dormitori, strutture mediche, associazioni di terzo settore…). La sua funzione è duplice: da una parte conduce l’analisi e il monitoraggio del disagio attraverso il metodo della ricerca, dall’altra, utilizzando i risultati, progetta e mette in atto politiche di inclusione che tengano conto dei bisogni specifici di ogni soggetto e che siano proiettate, il più possibile, a lungo termine. Il paper prende in analisi l’operato dell’O.N.D.S. provando a individuare, attraverso un approccio critico, il grado di rispondenza degli interventi alle necessità degli utenti, il grado di capacità di colmare le inefficienze dell’apparato statale di welfare in ambito di assistenza sociale, la risposta da parte del territorio alle richieste di partecipazione alle politiche di intervento. A tal fine, il lavoro utilizza l’analisi dell’esperienza condotta dall’O.N.D.S. alla stazione centrale di Messina tra il 2008 e il 2009; un’esperienza di ricerca (finalizzata all’analisi del disagio sociale e all’individuazione di strategie di risoluzione) e di intervento sociale su casi specifici. L’esperienza ha dato vita alla nascita di un Help Center presso la stazione centrale, che svolge attività di centro diurno per gli utenti. Si analizza l’organizzazione e la strutturazione di questo servizio, gli effettivi risultati ottenuti e le modalità attraverso cui si intreccia con le caratteristiche territoriali e socio-culturali di Messina. L’obiettivo è capire in che misura le specificità di una città siano determinanti nel contribuire al successo, o al contrario al fallimento, di politiche di inclusione. Il paper si avvale dell’apporto dei risultati della ricerca svolta, in prima persona, a Messina nel 2008 (www.onds.it) e dell’esperienza come operatore sociale fatta presso la stazione centrale di Messina nel 2009. Questo materiale viene intrecciato ai risultati di alcune interviste qualitative fatte ad operatori sociali che svolgono la loro attività presso l’O.N.D.S., a Roma e a Messina.

Buone pratiche nelle politiche di inclusione sociale a favore di persone senza dimora: il caso dell'O.N.D.S.

RAFFA, VALENTINA
2013-01-01

Abstract

Il paper analizza il fenomeno dell’homelessness come delicata questione sociale, inserendolo all’interno del quadro delle politiche sociali e concentrandosi specificatamente sulle politiche di inclusione. In particolare esplora il campo del privato sociale come terreno fertile di elaborazione di strategie di intervento capaci di rispondere in maniera più puntuale possibile alle necessità di inclusione delle persone senza dimora, progettando piani d’azione a lungo termine. Il lavoro, partendo dall’intenzione di individuare buone pratiche di azione, propone uno studio di caso: l’esperienza dell’Osservatorio Nazionale sul Disagio e la Solidarietà nelle stazioni italiane (O.N.D.S.), un progetto del settore politiche sociali di Ferrovie dello stato, nato nel 2002 a Roma in collaborazione con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani e la cooperativa sociale Europe Consulting. L’Osservatorio si costituisce con l’obiettivo di affrontare e gestire il fenomeno delle povertà estreme e dell’esclusione ed emarginazione sociale di quelle persone che vivono all’interno o in prossimità delle aree ferroviarie. Queste ultime, infatti, luoghi di transito per molti, non luoghi per dirla con Augè, costituiscono dei veri e propri luoghi per chi le abita come casa: punti di riferimento, luoghi mediamente sicuri dove ripararsi, spazi con un’identità e una storia in cui è possibile tessere relazioni (dalle persone che condividono la stessa condizione di senza dimora, ai negozianti, al personale di stazione, agli operatori sociali e ai volontari che ruotano intorno alle aree ferroviarie). Gli homeless diventano, così, un «problema di decoro e di ordine pubblico» per le aziende che gestiscono le stazioni ferroviarie, impegnate a garantire la sicurezza e la pulizia degli spazi. Per questa ragione, l’intervento a favore di un percorso di inclusione indirizzato agli homeless che vivono nelle stazioni rientra all’interno delle politiche sociali di Ferrovie dello Stato. Esso diventa una strategia per garantire che quegli spazi non siano luoghi di permanenza, ma restino adibiti al transito dei passeggeri, e, al tempo stesso, per raggiungere l’obiettivo di affrontare il disagio sociale di persone in difficoltà. L’Osservatorio opera dunque da intermediario all’interno di questa strategia, fungendo da interfaccia tra le persone che vivono in stato di disagio nelle stazioni e i servizi sul territorio (mense, dormitori, strutture mediche, associazioni di terzo settore…). La sua funzione è duplice: da una parte conduce l’analisi e il monitoraggio del disagio attraverso il metodo della ricerca, dall’altra, utilizzando i risultati, progetta e mette in atto politiche di inclusione che tengano conto dei bisogni specifici di ogni soggetto e che siano proiettate, il più possibile, a lungo termine. Il paper prende in analisi l’operato dell’O.N.D.S. provando a individuare, attraverso un approccio critico, il grado di rispondenza degli interventi alle necessità degli utenti, il grado di capacità di colmare le inefficienze dell’apparato statale di welfare in ambito di assistenza sociale, la risposta da parte del territorio alle richieste di partecipazione alle politiche di intervento. A tal fine, il lavoro utilizza l’analisi dell’esperienza condotta dall’O.N.D.S. alla stazione centrale di Messina tra il 2008 e il 2009; un’esperienza di ricerca (finalizzata all’analisi del disagio sociale e all’individuazione di strategie di risoluzione) e di intervento sociale su casi specifici. L’esperienza ha dato vita alla nascita di un Help Center presso la stazione centrale, che svolge attività di centro diurno per gli utenti. Si analizza l’organizzazione e la strutturazione di questo servizio, gli effettivi risultati ottenuti e le modalità attraverso cui si intreccia con le caratteristiche territoriali e socio-culturali di Messina. L’obiettivo è capire in che misura le specificità di una città siano determinanti nel contribuire al successo, o al contrario al fallimento, di politiche di inclusione. Il paper si avvale dell’apporto dei risultati della ricerca svolta, in prima persona, a Messina nel 2008 (www.onds.it) e dell’esperienza come operatore sociale fatta presso la stazione centrale di Messina nel 2009. Questo materiale viene intrecciato ai risultati di alcune interviste qualitative fatte ad operatori sociali che svolgono la loro attività presso l’O.N.D.S., a Roma e a Messina.
2013
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