L’inquinamento da metalli rappresenta un grave problema per gli ambienti marini e per gli organismi in essi presenti. L’effetto tossico da metalli pesanti può risultare significativo se esso influenza i meccanismi fisiologici degli organismi. Da lungo tempo, Mytilus galloprovincialis è considerato un bioindicatore per la polluzione ambientale; viceversa, per le specie di Haliotis i dati sull’argomento sono esigui. Vari fattori negativi, agendo sinergicamente, possono causare debilitazione, accelerazione della mortalità e diminuzione della popolazione di Haliotis. Ciò può conseguire a scarsa disponibilità di alimento, alla pesca indiscriminata , nonché alla presenza di polluenti chimico tossici nell’ambiente marino. Vista l’esiguità di dati sulla presenza di metalli pesanti in Haliotis spp, l’obiettivo del presente studio è quello di valutare i livelli di Mercurio (Hg), Cadmio (Cd), Piombo (Pb) e Arsenico (As) in esemplari di Haliotis tuberculata lamellosa (Linnaeus, 1758) (abalone), di due differenti distretti marini,in Calabria (Porto di Villa S. Giovanni) e Sicilia (Golfo di Catania). Nel contempo, in base ai dati presenti in letteratura, si è tentato di ipotizzare una relazione tra presenza dei contaminanti ed eventuali effetti dannosi per tali gasteropodi. I metalli sono determinati mediante Inductively Coupled Plasma-Mass Spectrometry. I valori medi (vm) di Pb,Cd, Hg nei due lotti erano inferiori ai limiti massimi tollerabili indicati dal regolamento (CE) n. 1881/2006 (Pb, Cd, Hg: 1.5, 1.0 e 0.5 mg/kg di peso fresco,rispettivamente). In particolare, negli abaloni prelevati in Sicilia i vm erano di 0.083, 0.195, 0.009 mg/kg, rispettivamente; nel secondo lotto i vm erano di 0.250,0.106 e 0.011 mg/Kg. Ciò ha caratterizzato una situazione non allarmante sotto il profilo igienico - sanitario, al contrario di quanto documentato in altre specie ittiche marine. I vm di As nei campioni pescati in Sicilia erano di 7,057 mg/kg; i vm nei campioni prelevati in Calabria erano pari a 5,271 mg/kg. Sulla base di ciò, è ipotizzabile che gli abaloni siano dotati di una buona capacità di cumulo per tale metallo, che ha origine ambientale. I vm di As deriverebbero, inoltre, da un suo cospicuo accumulo nelle macroalghe di cui si nutrono tali gasteropodi (es. Gracilaria spp.) che assorbono i metalli per l’elevata quota di polisaccaridi nella parete cellulare. I risultati dimostrerebbero che i due siti soggiacciono ad una polluzione di grado differente. Riguardo l’effetto dei metalli su Halitis spp, si cita lo studio di Anderson et al.(1990), in California, sulla tossicità cronica di effluenti, a diverse concentrazioni, in embrioni/larve di H. rufescens, nonché sull’azione di un complesso di sostanze tossiche (tra cui Zn e Cu), presenti negli effluenti. I conseguenti danni dello sviluppo larvale, si associano ad alterata formazione delle valve; la tossicità a lungo termine provoca anomalie della metamorfosi larvale. In base ad indagini condotte in Cina, lo Zn risulta letale per H. diversicolor supertexta, a concentrazioni > a 1 mg/L, che rientrano nel range di valori riscontrati in allevamenti di Haliotis. Gorski (2006), in Australia, riporta gli effetti di Cu, Cd, Hg, Pb, Fe e Zn in uova fecondate di H. rubra : anormalità dello sviluppo larvale, della conchiglia e della morfologia viscerale; Hg blocca anche la crescita embrionale. L’assottigliamento e la distruzione della conchiglia, in via di formazione, conseguirebbero alla competizione tra gli ioni metallici ed i siti recettoriali del calcio. Sulla base di quanto citato, è opportuno sottolineare che, anche nei nostri distretti, i gasteropodi possano essere soggetti ad alterazione dell’attività fisiologica, al pari di quanto documentato per specie non mediterranee. Pertanto, in accordo con alcuni autori, è necessario che le ricerche future siano indirizzate sui meccanismi di tossicità dei singoli metalli nei confronti di Haliotis spp, nonché sulla tossicità dovuta all’effetto sinergico di vari metalli (es. Al, Cu, Pb, Co, As), usualmente riscontrabili nelle acque marine.

PRESENZA DI METALLI PESANTI E POTENZIALI EFFETTI IN Haliotis spp.

LONGO, SABRINA;CONTE, Francesca Laura;MARINO, Fabio;PASSANTINO, Annamaria;
2013-01-01

Abstract

L’inquinamento da metalli rappresenta un grave problema per gli ambienti marini e per gli organismi in essi presenti. L’effetto tossico da metalli pesanti può risultare significativo se esso influenza i meccanismi fisiologici degli organismi. Da lungo tempo, Mytilus galloprovincialis è considerato un bioindicatore per la polluzione ambientale; viceversa, per le specie di Haliotis i dati sull’argomento sono esigui. Vari fattori negativi, agendo sinergicamente, possono causare debilitazione, accelerazione della mortalità e diminuzione della popolazione di Haliotis. Ciò può conseguire a scarsa disponibilità di alimento, alla pesca indiscriminata , nonché alla presenza di polluenti chimico tossici nell’ambiente marino. Vista l’esiguità di dati sulla presenza di metalli pesanti in Haliotis spp, l’obiettivo del presente studio è quello di valutare i livelli di Mercurio (Hg), Cadmio (Cd), Piombo (Pb) e Arsenico (As) in esemplari di Haliotis tuberculata lamellosa (Linnaeus, 1758) (abalone), di due differenti distretti marini,in Calabria (Porto di Villa S. Giovanni) e Sicilia (Golfo di Catania). Nel contempo, in base ai dati presenti in letteratura, si è tentato di ipotizzare una relazione tra presenza dei contaminanti ed eventuali effetti dannosi per tali gasteropodi. I metalli sono determinati mediante Inductively Coupled Plasma-Mass Spectrometry. I valori medi (vm) di Pb,Cd, Hg nei due lotti erano inferiori ai limiti massimi tollerabili indicati dal regolamento (CE) n. 1881/2006 (Pb, Cd, Hg: 1.5, 1.0 e 0.5 mg/kg di peso fresco,rispettivamente). In particolare, negli abaloni prelevati in Sicilia i vm erano di 0.083, 0.195, 0.009 mg/kg, rispettivamente; nel secondo lotto i vm erano di 0.250,0.106 e 0.011 mg/Kg. Ciò ha caratterizzato una situazione non allarmante sotto il profilo igienico - sanitario, al contrario di quanto documentato in altre specie ittiche marine. I vm di As nei campioni pescati in Sicilia erano di 7,057 mg/kg; i vm nei campioni prelevati in Calabria erano pari a 5,271 mg/kg. Sulla base di ciò, è ipotizzabile che gli abaloni siano dotati di una buona capacità di cumulo per tale metallo, che ha origine ambientale. I vm di As deriverebbero, inoltre, da un suo cospicuo accumulo nelle macroalghe di cui si nutrono tali gasteropodi (es. Gracilaria spp.) che assorbono i metalli per l’elevata quota di polisaccaridi nella parete cellulare. I risultati dimostrerebbero che i due siti soggiacciono ad una polluzione di grado differente. Riguardo l’effetto dei metalli su Halitis spp, si cita lo studio di Anderson et al.(1990), in California, sulla tossicità cronica di effluenti, a diverse concentrazioni, in embrioni/larve di H. rufescens, nonché sull’azione di un complesso di sostanze tossiche (tra cui Zn e Cu), presenti negli effluenti. I conseguenti danni dello sviluppo larvale, si associano ad alterata formazione delle valve; la tossicità a lungo termine provoca anomalie della metamorfosi larvale. In base ad indagini condotte in Cina, lo Zn risulta letale per H. diversicolor supertexta, a concentrazioni > a 1 mg/L, che rientrano nel range di valori riscontrati in allevamenti di Haliotis. Gorski (2006), in Australia, riporta gli effetti di Cu, Cd, Hg, Pb, Fe e Zn in uova fecondate di H. rubra : anormalità dello sviluppo larvale, della conchiglia e della morfologia viscerale; Hg blocca anche la crescita embrionale. L’assottigliamento e la distruzione della conchiglia, in via di formazione, conseguirebbero alla competizione tra gli ioni metallici ed i siti recettoriali del calcio. Sulla base di quanto citato, è opportuno sottolineare che, anche nei nostri distretti, i gasteropodi possano essere soggetti ad alterazione dell’attività fisiologica, al pari di quanto documentato per specie non mediterranee. Pertanto, in accordo con alcuni autori, è necessario che le ricerche future siano indirizzate sui meccanismi di tossicità dei singoli metalli nei confronti di Haliotis spp, nonché sulla tossicità dovuta all’effetto sinergico di vari metalli (es. Al, Cu, Pb, Co, As), usualmente riscontrabili nelle acque marine.
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