I distruttori endocrini (DE) rappresentano un gruppo di contaminanti ambientali in grado di interferire con l’omeostasi endocrina, soprattutto degli ormoni sessuali e tiroidei, causando effetti avversi sulla salute di un organismo o della sua progenie. Sono da ascrivere alla categoria dei DE molti contaminanti organici persistenti, quali pesticidi e biocidi, sostanze di uso industriale, come gli organostannici, gli ftalati e i ritardanti di fiamma polibromurati e alcuni metalli, tra i quali i composti dell’arsenico. In particolare, i composti organostannici, a causa del loro ingente impiego nelle vernici antifouling per le imbarcazioni, sono causa di molteplici ed evidenti effetti tossici per gli organismi marini. Sebbene siano stati condotti diversi studi scientifici, il meccanismo della loro azione tossica è ancora, almeno in parte, non chiarito. Essendo sostanze fortemente lipofile, interagiscono con la componente fosfolipidica delle membrane cellulari, determinandone modificazioni delle proprietà chimico-fisiche e dell’attività delle proteine associate ad esse, con ripercussioni su importanti funzioni cellulari. La nostra ricerca è volta ad indagare, mediante test di spermiotossicità, l’influenza in vivo del tributilstagno (TBT) e del dibutilstagno (DBT) sul mollusco bivalve Mytilus galloprovincialis. Grazie alla loro capacità di accumulare composti lipofili, i mitili sono stati, infatti, utilizzati in molti studi come organismi sentinella per valutare il grado di contaminazione anche da organostannici. Diverse concentrazioni (da 0,0001 ppm a 1000 ppm) dei due contaminanti sono state saggiate, variandone i tempi di esposizione, al fine di valutare la sensibilità degli spermatozoi ai due composti. Per avvalorare i risultati ottenuti, la tubulina (Santa Cruz Biotechnology, 1:200) è stata utilizzata come biomarker di effetto. L’esposizione ai due contaminanti ha provocato, anche alle più basse concentrazioni saggiate, un blocco della motilità spermatica; ciò potrebbe compromettere nell’habitat naturale il successo riproduttivo della specie. Il tempo di comparsa del blocco della motilità è direttamente correlato alla concentrazione dei contaminanti; in particolare, si verificava in un intervallo di tempo compreso tra 10 minuti e un’ora. Il Western blotting, ci ha permesso di capire che tale anomalia funzionale è dovuta, tra l’altro, ad un’alterazione strutturale della tubulina, che subisce un cleavage. A causa del loro notevole utilizzo in passato, gli organostannici sono ormai presenti in maniera ubiquitaria, vista la nota stabilità; sebbene, in ambito di normativa comunitaria, essi siano stati considerati inquinanti prioritari e dannosi e nonostante le norme pertinenti in materia vietino, già da diversi anni, l’utilizzo di tali composti nelle formulazioni delle vernici antifouling, gli stessi, unitamente ai prodotti della loro degradazione, sono ancora riscontrabili nelle varie matrici di origine marina.

EFFETTI DI ALCUNI ENDOCRINE DISRUPTORS SULLA MOTILITÀ SPERMATICA DI Mytilus galloprovincialis (MOLLUSCA: MYTILIDAE)

LONGO, SABRINA;CONTE, Francesca Laura;
2013-01-01

Abstract

I distruttori endocrini (DE) rappresentano un gruppo di contaminanti ambientali in grado di interferire con l’omeostasi endocrina, soprattutto degli ormoni sessuali e tiroidei, causando effetti avversi sulla salute di un organismo o della sua progenie. Sono da ascrivere alla categoria dei DE molti contaminanti organici persistenti, quali pesticidi e biocidi, sostanze di uso industriale, come gli organostannici, gli ftalati e i ritardanti di fiamma polibromurati e alcuni metalli, tra i quali i composti dell’arsenico. In particolare, i composti organostannici, a causa del loro ingente impiego nelle vernici antifouling per le imbarcazioni, sono causa di molteplici ed evidenti effetti tossici per gli organismi marini. Sebbene siano stati condotti diversi studi scientifici, il meccanismo della loro azione tossica è ancora, almeno in parte, non chiarito. Essendo sostanze fortemente lipofile, interagiscono con la componente fosfolipidica delle membrane cellulari, determinandone modificazioni delle proprietà chimico-fisiche e dell’attività delle proteine associate ad esse, con ripercussioni su importanti funzioni cellulari. La nostra ricerca è volta ad indagare, mediante test di spermiotossicità, l’influenza in vivo del tributilstagno (TBT) e del dibutilstagno (DBT) sul mollusco bivalve Mytilus galloprovincialis. Grazie alla loro capacità di accumulare composti lipofili, i mitili sono stati, infatti, utilizzati in molti studi come organismi sentinella per valutare il grado di contaminazione anche da organostannici. Diverse concentrazioni (da 0,0001 ppm a 1000 ppm) dei due contaminanti sono state saggiate, variandone i tempi di esposizione, al fine di valutare la sensibilità degli spermatozoi ai due composti. Per avvalorare i risultati ottenuti, la tubulina (Santa Cruz Biotechnology, 1:200) è stata utilizzata come biomarker di effetto. L’esposizione ai due contaminanti ha provocato, anche alle più basse concentrazioni saggiate, un blocco della motilità spermatica; ciò potrebbe compromettere nell’habitat naturale il successo riproduttivo della specie. Il tempo di comparsa del blocco della motilità è direttamente correlato alla concentrazione dei contaminanti; in particolare, si verificava in un intervallo di tempo compreso tra 10 minuti e un’ora. Il Western blotting, ci ha permesso di capire che tale anomalia funzionale è dovuta, tra l’altro, ad un’alterazione strutturale della tubulina, che subisce un cleavage. A causa del loro notevole utilizzo in passato, gli organostannici sono ormai presenti in maniera ubiquitaria, vista la nota stabilità; sebbene, in ambito di normativa comunitaria, essi siano stati considerati inquinanti prioritari e dannosi e nonostante le norme pertinenti in materia vietino, già da diversi anni, l’utilizzo di tali composti nelle formulazioni delle vernici antifouling, gli stessi, unitamente ai prodotti della loro degradazione, sono ancora riscontrabili nelle varie matrici di origine marina.
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