I metalli assumono un ruolo molto importante nell’inquinamento marino per la facilità con la quale vengono acquisiti dal plancton e, quindi, trasferiti agli anelli superiori della catena alimentare, giungendo fino all’uomo. Le comuni vernici presenti in commercio, usate per gli scafi delle imbarcazioni, da circa un decennio, non comprendono alcuni metalli pesanti, tossici per l’ambiente acquatico; purtroppo, negli anni ne sono stati rilasciati grandi quantitativi in mare, perturbando l’ecosistema acquatico. Il nostro studio è finalizzato a valutare la tossicità di alcuni metalli pesanti (piombo, ferro, cromo, nichel, manganese, zinco), nei riguardi degli spermi di Mytilus galloprovincialis, a diverse concentrazioni (da 0,0001ppm a 1000 ppm). Le concentrazioni di metalli pesanti che hanno esercitato l’effetto di spermiotossicità erano di gran lunga inferiori ai limiti stabiliti per dal D. Lgs. 152/2006 Gli effetti tossici si sono manifestati con l’arresto del movimento dello spermio, che ha impedito il contatto con la cellula uovo. Tale meccanismo è dovuto al blocco della dineina, il cui corretto funzionamento è regolato da un’ ATPasi. I metalli pesanti, in particolare, inibiscono l’idrolisi dell’ATP, cosicché ogni braccio di dineina non è più in grado di generare la forza con la quale sposta verso l’apice del flagello la coppia di microtubuli adiacenti dell’assonema con cui prende contatto. I dati ottenuti dovrebbe far riflettere sulla pericolosità e sul potere inquinante dei metalli pesanti, che agiscono anche a dosaggi apparentemente irrisori; ciò fa ipotizzare che un’esposizione prolungata a dette sostanze, anche a basse concentrazioni, può interferire e danneggiare il ciclo riproduttivo dei mitili e, dunque, anche l’intera catena alimentare di cui sono parte. Malgrado persista il divieto di utilizzo di alcuni metalli pesanti(ad esempio il piombo), nelle vernici delle imbarcazioni, ne permangono altri, come zinco, cromo, ferro, per i quali sarebbe auspicabile che la normativa vigente in materia fosse rivista in senso più restrittivo. Sarebbe, inoltre, auspicabile che gli stadi larvali ed embrionali dei molluschi bivalvi possano essere utilizzati come bioindicatori nei saggi di tossicità per la loro sensibilità e rapidità di risposta ampiamente riconosciuta a livello internazionale (US EPA, 1995; ASTM, 1998), visto che attualmente in Italia tali saggi di tossicità non rientrano tra le indagini di routine per la valutazione della qualità delle acque marine.

TEST DI SPERMIOTOSSICITÀ IN Mytilus galloprovincialis: VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DI ALCUNI METALLI PESANTI

LONGO, Santo;
2013-01-01

Abstract

I metalli assumono un ruolo molto importante nell’inquinamento marino per la facilità con la quale vengono acquisiti dal plancton e, quindi, trasferiti agli anelli superiori della catena alimentare, giungendo fino all’uomo. Le comuni vernici presenti in commercio, usate per gli scafi delle imbarcazioni, da circa un decennio, non comprendono alcuni metalli pesanti, tossici per l’ambiente acquatico; purtroppo, negli anni ne sono stati rilasciati grandi quantitativi in mare, perturbando l’ecosistema acquatico. Il nostro studio è finalizzato a valutare la tossicità di alcuni metalli pesanti (piombo, ferro, cromo, nichel, manganese, zinco), nei riguardi degli spermi di Mytilus galloprovincialis, a diverse concentrazioni (da 0,0001ppm a 1000 ppm). Le concentrazioni di metalli pesanti che hanno esercitato l’effetto di spermiotossicità erano di gran lunga inferiori ai limiti stabiliti per dal D. Lgs. 152/2006 Gli effetti tossici si sono manifestati con l’arresto del movimento dello spermio, che ha impedito il contatto con la cellula uovo. Tale meccanismo è dovuto al blocco della dineina, il cui corretto funzionamento è regolato da un’ ATPasi. I metalli pesanti, in particolare, inibiscono l’idrolisi dell’ATP, cosicché ogni braccio di dineina non è più in grado di generare la forza con la quale sposta verso l’apice del flagello la coppia di microtubuli adiacenti dell’assonema con cui prende contatto. I dati ottenuti dovrebbe far riflettere sulla pericolosità e sul potere inquinante dei metalli pesanti, che agiscono anche a dosaggi apparentemente irrisori; ciò fa ipotizzare che un’esposizione prolungata a dette sostanze, anche a basse concentrazioni, può interferire e danneggiare il ciclo riproduttivo dei mitili e, dunque, anche l’intera catena alimentare di cui sono parte. Malgrado persista il divieto di utilizzo di alcuni metalli pesanti(ad esempio il piombo), nelle vernici delle imbarcazioni, ne permangono altri, come zinco, cromo, ferro, per i quali sarebbe auspicabile che la normativa vigente in materia fosse rivista in senso più restrittivo. Sarebbe, inoltre, auspicabile che gli stadi larvali ed embrionali dei molluschi bivalvi possano essere utilizzati come bioindicatori nei saggi di tossicità per la loro sensibilità e rapidità di risposta ampiamente riconosciuta a livello internazionale (US EPA, 1995; ASTM, 1998), visto che attualmente in Italia tali saggi di tossicità non rientrano tra le indagini di routine per la valutazione della qualità delle acque marine.
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