Il carcinoma differenziato della tiroide (CDT) è la più comune neoplasia maligna del sistema endocrino. Negli ultimi decenni la sua incidenza è aumentata, soprattutto quella delle forme a “basso rischio”. In questo sottogruppo di pazienti, l’utilità dell’ablazione del residuo tiroideo con 131I è ancora dibattuta. Lo scopo del nostro lavoro è stato di valutare se la sede del nodulo tiroideo maligno possa essere considerata un fattore di rischio aggiuntivo per lo sviluppo di recidiva o metastasi nei pazienti con lesioni pT1a-pT1b (TNM 7a edizione). Pazienti e Metodi. Abbiamo valutato retrospettivamente i dati clinici di 133 pazienti (F=114, M=19, F/M 6:1; età 47.4 ± 11.8 anni, range 22-75) affetti da CDT [122/133 (92%) papillare, 11/133 (8%) follicolare], sottoposti a tiroidectomia totale. I pazienti, tutti senza metastasi note al momento del reclutamento, hanno effettuato: ecografia del collo; dosaggio di TSH, anticorpi anti-Tireoglobulina (Ab Tg) e hTg; curva di iodocaptazione (RTU) 24 ore dopo la somministrazione di 131-radioiodio ad attività traccia (1.8 MBq); terapia radiometabolica con attività ablativa di 131I [media= 2344 ± 1131 MBq, range: 555-4588 MBq] per la siderazione del residuo tiroideo in regime di ipotiroidismo (TSH>30 mUI/ml) o dopo stimolazione con TSH umano ricombinante (rhTSH; 1 f/die per due giorni consecutivi); scintigrafia total-body post-dose (STBp) eseguita 5-7 giorni dopo la TRM. Risultati. La STBp ha rilevato la presenza di lesioni metastatiche in 13 pazienti (9.7%; 10 F, 3 M, età medina 45.2 ± 14.6 anni, tutti PTC di cui 9 pT1a). Tutti i pazienti tranne uno (con metastasi polmonari) avevano metastasi linfonodali, localizzate nel mediastino superiore (n=4), in regione latero-cervicale destra (n=3) o sinistra (n=2) e nel comparto anteriore (n=3). I 133 pazienti avevano pressocchè eguale possibilità che il nodulo maligno fosse localizzato nel lobo destro (n=65) o sinistro (n=52) o nell’istmo (n=15) [Chi-quadro test, p>0.05). Considerando i 13 pazienti con metastasi, il nodulo maligno era localizzato nel lobo destro in 5 pazienti (7.6 % dei pazienti con tumore a sede lobare destra), nel lobo sinistro in 3 (5.6% dei pazienti con noduli maligno a sede lobare sn) e all’istmo in 5 (il 33.3% dei pazienti con noduli maligno istmico. Quindi, la frequenza di mestastasi era significativamente maggiore in pazienti con cancro della tiroide localizzato nell’istmo piuttosto che nei lobi laterali (2 4.8, p<0.05). I pazienti con malattia metastatica non differivano per sesso e per età dai pazienti liberi da malattia. I nostri dati suggeriscono che la localizzazione istmica del nodulo possa essere considerate come un fattore addizionale di rischio, indipendente da sesso ed età, nei pazienti con CD a basso rischio (pT1a e pT1b).

LA LOCALIZZAZIONE ISTMICA DEL NODULO TIROIDEO MALIGNO RAPPRESENTA UN FATTORE ADDIZIONALE DI RISCHIO PER METASTASI IN PAZIENTI AFFETTI DA CARCINOMA DIFFERENZIATO DELLA TIROIDE (CDT) A BASSO RISCHIO

RUGGERI, Rosaria Maddalena;CUCINOTTA, MARIAPAOLA;GIOVINAZZO, SALVATORE;QUARTUCCIO, NATALE;STIPO, MARIA ELENA;BALDARI, Sergio;CAMPENNI', Alfredo
2013-01-01

Abstract

Il carcinoma differenziato della tiroide (CDT) è la più comune neoplasia maligna del sistema endocrino. Negli ultimi decenni la sua incidenza è aumentata, soprattutto quella delle forme a “basso rischio”. In questo sottogruppo di pazienti, l’utilità dell’ablazione del residuo tiroideo con 131I è ancora dibattuta. Lo scopo del nostro lavoro è stato di valutare se la sede del nodulo tiroideo maligno possa essere considerata un fattore di rischio aggiuntivo per lo sviluppo di recidiva o metastasi nei pazienti con lesioni pT1a-pT1b (TNM 7a edizione). Pazienti e Metodi. Abbiamo valutato retrospettivamente i dati clinici di 133 pazienti (F=114, M=19, F/M 6:1; età 47.4 ± 11.8 anni, range 22-75) affetti da CDT [122/133 (92%) papillare, 11/133 (8%) follicolare], sottoposti a tiroidectomia totale. I pazienti, tutti senza metastasi note al momento del reclutamento, hanno effettuato: ecografia del collo; dosaggio di TSH, anticorpi anti-Tireoglobulina (Ab Tg) e hTg; curva di iodocaptazione (RTU) 24 ore dopo la somministrazione di 131-radioiodio ad attività traccia (1.8 MBq); terapia radiometabolica con attività ablativa di 131I [media= 2344 ± 1131 MBq, range: 555-4588 MBq] per la siderazione del residuo tiroideo in regime di ipotiroidismo (TSH>30 mUI/ml) o dopo stimolazione con TSH umano ricombinante (rhTSH; 1 f/die per due giorni consecutivi); scintigrafia total-body post-dose (STBp) eseguita 5-7 giorni dopo la TRM. Risultati. La STBp ha rilevato la presenza di lesioni metastatiche in 13 pazienti (9.7%; 10 F, 3 M, età medina 45.2 ± 14.6 anni, tutti PTC di cui 9 pT1a). Tutti i pazienti tranne uno (con metastasi polmonari) avevano metastasi linfonodali, localizzate nel mediastino superiore (n=4), in regione latero-cervicale destra (n=3) o sinistra (n=2) e nel comparto anteriore (n=3). I 133 pazienti avevano pressocchè eguale possibilità che il nodulo maligno fosse localizzato nel lobo destro (n=65) o sinistro (n=52) o nell’istmo (n=15) [Chi-quadro test, p>0.05). Considerando i 13 pazienti con metastasi, il nodulo maligno era localizzato nel lobo destro in 5 pazienti (7.6 % dei pazienti con tumore a sede lobare destra), nel lobo sinistro in 3 (5.6% dei pazienti con noduli maligno a sede lobare sn) e all’istmo in 5 (il 33.3% dei pazienti con noduli maligno istmico. Quindi, la frequenza di mestastasi era significativamente maggiore in pazienti con cancro della tiroide localizzato nell’istmo piuttosto che nei lobi laterali (2 4.8, p<0.05). I pazienti con malattia metastatica non differivano per sesso e per età dai pazienti liberi da malattia. I nostri dati suggeriscono che la localizzazione istmica del nodulo possa essere considerate come un fattore addizionale di rischio, indipendente da sesso ed età, nei pazienti con CD a basso rischio (pT1a e pT1b).
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