Si tratta di una ricerca sul processo di defascistizzazione all’interno delle istituzioni universitarie siciliane avviato dalle forze alleate, a partire dal loro sbarco in Sicilia nel 1943. Fra i risultati di tale bonifica in senso antifascista e democratico, avvenuta sotto il segno di una permanente emergenza, si ascrive la nomina di ben trentanove professori di ruolo (i cosiddetti AM Professori), nonché di Rettori e di Presidi di Facoltà variamente distribuiti fra le tre Università siciliane di Palermo, Messina e Catania. La vicenda delle nomine avrebbe conosciuto una seconda fase altrettanto problematica e aggrovigliata all’indomani, nel 1944, del ritorno dell’Isola sotto l’amministrazione italiana. Infatti, il nuovo governo nazionale, allo scopo di voltare pagina rispetto alla precedente fase dell’emergenza, avrebbe prodotto in materia universitaria una normativa alluvionale e contradditoria, senza dare definitiva soluzione alla vicenda delle nomine degli AM Professori, ritenuti titolari di “semplici incarichi temporanei”. A tutto questo si sarebbero opposti i docenti interessati attraverso una serie di ricorsi, inaugurando un nuovo capitolo di questa storia, la via giudiziaria. L’imprevisto esito giudiziario di tale complessa vicenda culturale e istituzionale si può spiegare anche con la pluralità degli attori istituzionali in gioco e dei rispettivi punti di vista: il governo alleato, la corporazione accademica dell’Isola, il ceto politico e le istituzioni locali, il nuovo governo nazionale. A riprova della duratura incertezza che segnò a lungo la vicenda delle nomine, l’epilogo fu altrettanto controverso e tardivo, infatti nella maggior parte dei casi, la parabola dei ricorsi si sarebbe conclusa soltanto a ridosso degli anni sessanta.

"Italy in transition". La Vicenda degli Am Professors negli Atenei siciliani fra emergenza e defascistizzazione

PELLERITI, Provvidenza
2013-01-01

Abstract

Si tratta di una ricerca sul processo di defascistizzazione all’interno delle istituzioni universitarie siciliane avviato dalle forze alleate, a partire dal loro sbarco in Sicilia nel 1943. Fra i risultati di tale bonifica in senso antifascista e democratico, avvenuta sotto il segno di una permanente emergenza, si ascrive la nomina di ben trentanove professori di ruolo (i cosiddetti AM Professori), nonché di Rettori e di Presidi di Facoltà variamente distribuiti fra le tre Università siciliane di Palermo, Messina e Catania. La vicenda delle nomine avrebbe conosciuto una seconda fase altrettanto problematica e aggrovigliata all’indomani, nel 1944, del ritorno dell’Isola sotto l’amministrazione italiana. Infatti, il nuovo governo nazionale, allo scopo di voltare pagina rispetto alla precedente fase dell’emergenza, avrebbe prodotto in materia universitaria una normativa alluvionale e contradditoria, senza dare definitiva soluzione alla vicenda delle nomine degli AM Professori, ritenuti titolari di “semplici incarichi temporanei”. A tutto questo si sarebbero opposti i docenti interessati attraverso una serie di ricorsi, inaugurando un nuovo capitolo di questa storia, la via giudiziaria. L’imprevisto esito giudiziario di tale complessa vicenda culturale e istituzionale si può spiegare anche con la pluralità degli attori istituzionali in gioco e dei rispettivi punti di vista: il governo alleato, la corporazione accademica dell’Isola, il ceto politico e le istituzioni locali, il nuovo governo nazionale. A riprova della duratura incertezza che segnò a lungo la vicenda delle nomine, l’epilogo fu altrettanto controverso e tardivo, infatti nella maggior parte dei casi, la parabola dei ricorsi si sarebbe conclusa soltanto a ridosso degli anni sessanta.
2013
Storia e Istituzioni
9788896950715
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