L’autrice studia, sulla base di quattro manoscritti, le scelte traduttive della versione di Burgundio del commento di Galeno agli ‘Aphorismi’ di Ippocrate (I-IV 59 – la seconda parte fu completata da Niccolò da Reggio), con l’obiettivo di verificare la possibilità di proporne su questa base, secondo una via già indicata da Fernand Bossier, una cronologia relativa. L’analisi è dapprima condotta, secondo il metodo elaborato da Lorenzo Minio Paluello e adottato da Bossier, sulla resa di quindici parti sincategorematiche del discorso, i cui equivalenti latini sono posti a confronto con quelli che le restituiscono in altre traduzioni di Burgundio, già cronologicamente ordinate da Bossier: si aggiungono a queste fonti la traduzione del IV libro del commento al ‘De victus ratione in morbis acutis’, non collocata in tale sequenza ma esaminata in questa prospettiva dall’autrice stessa, e quella del ‘De sectis’, studiata qui per la prima volta in relazione allo stile dell’autore, che, essendo datata, può essere collocata in cima alla lista come la più tarda. In una seconda tappa della ricerca si esamina il trattamento riservato, nel commento ad ‘Aphorismi’ e nelle altre traduzioni, ai trentadue termini greci che Burgundio rende con neologismi nella versione del ‘De locis affectis’. In questa sezione, peraltro, sono individuati alcuni vistosi cambiamenti nelle scelte traduttive di Burgundio, che possono fungere da indicatori anche per ulteriori studi sulla cronologia. Infine, vengono considerati gli equivalenti scelti da Burgundio per il termine enérgeia, sulla cui resa il traduttore sembra essere tornato a più riprese e che pertanto non va trascurato in un’indagine di questa natura. Fin dall’analisi delle parti sincategorematiche si evidenziano la vicinanza fra la traduzione del commento ad ‘Aphorismi’ e quella del ‘De locis affectis’, nonché la presenza di elementi di affinità della traduzione del commento con quelle posteriori del ‘De sanitate tuenda’ e del ‘De sectis’. Tali risultati, confermati dal proseguimento delle indagini, inducono l’autrice a formulare, in via del tutto provvisoria, l’ipotesi che la traduzione del commento ad ‘Aphorismi’ possa essere stata scritta dopo quella del ‘De locis affectis’. Particolarmente problematica resta, tuttavia, la posizione di queste due traduzioni rispetto a quella del IV libro del commento al ‘De victus ratione in morbis acutis’, che presenta forti affinità con entrambe, ma senza fornire indizi utili per ipotizzare una sequenza temporale. Casi come questi confermano che ricostruzioni cronologiche basate sullo stile hanno valore orientativo e devono proporsi come ipotesi di lavoro.

La traduzione di Burgundio del commento di Galeno ad Aphorismi: vocabolario e cronologia

URSO, Anna Maria
2013-01-01

Abstract

L’autrice studia, sulla base di quattro manoscritti, le scelte traduttive della versione di Burgundio del commento di Galeno agli ‘Aphorismi’ di Ippocrate (I-IV 59 – la seconda parte fu completata da Niccolò da Reggio), con l’obiettivo di verificare la possibilità di proporne su questa base, secondo una via già indicata da Fernand Bossier, una cronologia relativa. L’analisi è dapprima condotta, secondo il metodo elaborato da Lorenzo Minio Paluello e adottato da Bossier, sulla resa di quindici parti sincategorematiche del discorso, i cui equivalenti latini sono posti a confronto con quelli che le restituiscono in altre traduzioni di Burgundio, già cronologicamente ordinate da Bossier: si aggiungono a queste fonti la traduzione del IV libro del commento al ‘De victus ratione in morbis acutis’, non collocata in tale sequenza ma esaminata in questa prospettiva dall’autrice stessa, e quella del ‘De sectis’, studiata qui per la prima volta in relazione allo stile dell’autore, che, essendo datata, può essere collocata in cima alla lista come la più tarda. In una seconda tappa della ricerca si esamina il trattamento riservato, nel commento ad ‘Aphorismi’ e nelle altre traduzioni, ai trentadue termini greci che Burgundio rende con neologismi nella versione del ‘De locis affectis’. In questa sezione, peraltro, sono individuati alcuni vistosi cambiamenti nelle scelte traduttive di Burgundio, che possono fungere da indicatori anche per ulteriori studi sulla cronologia. Infine, vengono considerati gli equivalenti scelti da Burgundio per il termine enérgeia, sulla cui resa il traduttore sembra essere tornato a più riprese e che pertanto non va trascurato in un’indagine di questa natura. Fin dall’analisi delle parti sincategorematiche si evidenziano la vicinanza fra la traduzione del commento ad ‘Aphorismi’ e quella del ‘De locis affectis’, nonché la presenza di elementi di affinità della traduzione del commento con quelle posteriori del ‘De sanitate tuenda’ e del ‘De sectis’. Tali risultati, confermati dal proseguimento delle indagini, inducono l’autrice a formulare, in via del tutto provvisoria, l’ipotesi che la traduzione del commento ad ‘Aphorismi’ possa essere stata scritta dopo quella del ‘De locis affectis’. Particolarmente problematica resta, tuttavia, la posizione di queste due traduzioni rispetto a quella del IV libro del commento al ‘De victus ratione in morbis acutis’, che presenta forti affinità con entrambe, ma senza fornire indizi utili per ipotizzare una sequenza temporale. Casi come questi confermano che ricostruzioni cronologiche basate sullo stile hanno valore orientativo e devono proporsi come ipotesi di lavoro.
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