Introduzione Un’analisi del sistema di sorveglianza per le malattie sessualmente trasmesse (MST) del Sistema Sanitario Nazionale Italiano ha riportato 8000 casi nelle pazienti migranti nel periodo compreso tra il 1990 ed il 2008. La percentuale annuale di MST nelle pazienti migranti in Italia, per lo più provenienti dall’Europa e dall’Africa, è aumentata dal 10% nel 1994 al 35% nel 2008; questo incremento è direttamente proporzionale alla crescita demografica della popolazione migrante presente in Italia [1, 2]. L’andamento delle principali patologie infettive richiede un monitoraggio continuo, in particolare poiché esso rappresenta un indicatore indiretto delle condizioni di vita e dell’accesso ai servizi di prevenzione e cura. In virtù della legislazione proprio del nostro Sistema Sanitario Nazionale, l’accesso a tali servizi deve essere garantito anche alla popolazione migrante presente sul territorio italiano. In considerazione di ciò, il nostro studio mira alla valutazione dell’incidenza di alcune MST (HPV, HBV, HCV, HIV e sifilide) nelle pazienti migranti in Italia. Metodi Le pazienti sono state reclutate, previo consenso informato scritto, presso l’Ambulatorio dedicato alle pazienti straniere dell’U.O.C. di Ginecologia ed Ostetricia dell’A.O.U. “G. Martino” (Università degli Studi di Messina – Italia). Per ogni paziente è stata registrata nazionalità ed età. Ogni paziente è stata sottoposta a visita ginecologica, Pap test e, se in stato di gravidanza, anche a test infettivologici routinari (HBV, HCV, HIV e sifilide). Nei casi di citologia cervicale positiva, le pazienti sono stati sottoposte a HPV test con tipizzazione mediante PCR e ibridizzazione allele-specifica. Risultati Sono state reclutate 724 pazienti (320 gravide) come mostrato in Tabella I. L’età media era di 33,1 anni (± SD 9,8). 76 delle 724 pazienti hanno mostrato anomalie citologiche al Pap test (Tab. II), e 32 di queste (69,6%) sono risultate positive al test HPV per l’identificazione dei sierotipi vitali (Tab. III, Fig. 1). Nelle pazienti gravide (Tab. IV), sono stati identificati 9 casi di HBV, 3 casi di HCV, 1 caso di HIV e nessun caso di sifilide. La prevalenza dell’infezione da HBV è stata del 2,81%, dell’infezione da HCV dello 0,94%, dell’infezione da HIV dello 0,31%. Conclusioni Secondo i dati della nostra casistica, l’incidenza delle MST prese in esame nelle pazienti migranti risulta sovrapponibile alla popolazione femminile italiana. Il rischio che i migranti rappresentano per la popolazione italiana è troppo spesso enfatizzato dai mass media: ciò può portare allo stereotipo del “migrante come portatore di malattia”, col risultato di creare e rinforzare il sospetto e la diffidenza verso colui che è percepito come “diverso” [3,4]. Un corretto approccio metodologico rivela, in realtà, che le patologie dei migranti non sono sostanzialmente diverse da quelle del resto della popolazione all’interno del territorio italiano e che, se non molto comuni, esse possono essere causate dallo stato di povertà ed emarginazione a cui spesso devono far fronte i migranti in arrivo nel nostro paese.

L’incidenza delle malattie sessualmente trasmesse nelle pazienti migranti in Italia: dieci anni di esperienza in un ambulatorio dedicato.

LAGANA', ANTONIO SIMONE;PIZZO, Alfonsa
2014-01-01

Abstract

Introduzione Un’analisi del sistema di sorveglianza per le malattie sessualmente trasmesse (MST) del Sistema Sanitario Nazionale Italiano ha riportato 8000 casi nelle pazienti migranti nel periodo compreso tra il 1990 ed il 2008. La percentuale annuale di MST nelle pazienti migranti in Italia, per lo più provenienti dall’Europa e dall’Africa, è aumentata dal 10% nel 1994 al 35% nel 2008; questo incremento è direttamente proporzionale alla crescita demografica della popolazione migrante presente in Italia [1, 2]. L’andamento delle principali patologie infettive richiede un monitoraggio continuo, in particolare poiché esso rappresenta un indicatore indiretto delle condizioni di vita e dell’accesso ai servizi di prevenzione e cura. In virtù della legislazione proprio del nostro Sistema Sanitario Nazionale, l’accesso a tali servizi deve essere garantito anche alla popolazione migrante presente sul territorio italiano. In considerazione di ciò, il nostro studio mira alla valutazione dell’incidenza di alcune MST (HPV, HBV, HCV, HIV e sifilide) nelle pazienti migranti in Italia. Metodi Le pazienti sono state reclutate, previo consenso informato scritto, presso l’Ambulatorio dedicato alle pazienti straniere dell’U.O.C. di Ginecologia ed Ostetricia dell’A.O.U. “G. Martino” (Università degli Studi di Messina – Italia). Per ogni paziente è stata registrata nazionalità ed età. Ogni paziente è stata sottoposta a visita ginecologica, Pap test e, se in stato di gravidanza, anche a test infettivologici routinari (HBV, HCV, HIV e sifilide). Nei casi di citologia cervicale positiva, le pazienti sono stati sottoposte a HPV test con tipizzazione mediante PCR e ibridizzazione allele-specifica. Risultati Sono state reclutate 724 pazienti (320 gravide) come mostrato in Tabella I. L’età media era di 33,1 anni (± SD 9,8). 76 delle 724 pazienti hanno mostrato anomalie citologiche al Pap test (Tab. II), e 32 di queste (69,6%) sono risultate positive al test HPV per l’identificazione dei sierotipi vitali (Tab. III, Fig. 1). Nelle pazienti gravide (Tab. IV), sono stati identificati 9 casi di HBV, 3 casi di HCV, 1 caso di HIV e nessun caso di sifilide. La prevalenza dell’infezione da HBV è stata del 2,81%, dell’infezione da HCV dello 0,94%, dell’infezione da HIV dello 0,31%. Conclusioni Secondo i dati della nostra casistica, l’incidenza delle MST prese in esame nelle pazienti migranti risulta sovrapponibile alla popolazione femminile italiana. Il rischio che i migranti rappresentano per la popolazione italiana è troppo spesso enfatizzato dai mass media: ciò può portare allo stereotipo del “migrante come portatore di malattia”, col risultato di creare e rinforzare il sospetto e la diffidenza verso colui che è percepito come “diverso” [3,4]. Un corretto approccio metodologico rivela, in realtà, che le patologie dei migranti non sono sostanzialmente diverse da quelle del resto della popolazione all’interno del territorio italiano e che, se non molto comuni, esse possono essere causate dallo stato di povertà ed emarginazione a cui spesso devono far fronte i migranti in arrivo nel nostro paese.
2014
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