Il volume ricostruisce, attraverso la corrispondenza, la biografia culturale di una figura ancora in ombra nel panorama dell’Umanesimo italiano, il senese Francesco Patrizi, noto soprattutto per due trattati politici sulle forme di governo repubblicano e principesco che costituiscono un precedente importante per la successiva riflessione cinquecentesca. Esiliato da Siena, dove sembrava avviato a una brillante carriera letteraria e politica all’ombra dei Petrucci, Patrizi fu governatore pontificio a Foligno, protetto dal favore di Pio II, e vescovo di Gaeta; qui avrebbe trovato ultimo compimento, nell’orbita aragonese, la sua accidentata vicenda umana. La fitta corrispondenza, circa 300 lettere per lo più inedite e sconosciute, non fu mai raccolta dall’umanista e si dispiega in una ricca pluralità di forme (il dispaccio diplomatico e la lettera-trattato, il biglietto di raccomandazione e la relazione amministrativa). Il volume ne offre una dettagliata ricognizione: ciascuna lettera è inquadrata secondo le coordinate topiche e cronologiche ed è accompagnata dal regesto; è presente pure una cospicua appendice documentaria e ampi stralci di testo sono nella parte introduttiva del volume, ricca di numerosi affondi in tutta la variegata produzione del senese. Un volume complesso e fecondo di nuove prospettive di ricerca, che con l'apporto di acquisizioni inedite contribuisce a far luce su alcuni nodi problematici dell'umanesimo quattrocentesco, dalla circolazione dei classici ai rapporti culturali all'interno della cerchia di Pio II, alla fortuna del Canzoniere petrarchesco nei vari ambienti della Penisola.
Le lettere di Francesco Patrizi
DE CAPUA, Paola
2014-01-01
Abstract
Il volume ricostruisce, attraverso la corrispondenza, la biografia culturale di una figura ancora in ombra nel panorama dell’Umanesimo italiano, il senese Francesco Patrizi, noto soprattutto per due trattati politici sulle forme di governo repubblicano e principesco che costituiscono un precedente importante per la successiva riflessione cinquecentesca. Esiliato da Siena, dove sembrava avviato a una brillante carriera letteraria e politica all’ombra dei Petrucci, Patrizi fu governatore pontificio a Foligno, protetto dal favore di Pio II, e vescovo di Gaeta; qui avrebbe trovato ultimo compimento, nell’orbita aragonese, la sua accidentata vicenda umana. La fitta corrispondenza, circa 300 lettere per lo più inedite e sconosciute, non fu mai raccolta dall’umanista e si dispiega in una ricca pluralità di forme (il dispaccio diplomatico e la lettera-trattato, il biglietto di raccomandazione e la relazione amministrativa). Il volume ne offre una dettagliata ricognizione: ciascuna lettera è inquadrata secondo le coordinate topiche e cronologiche ed è accompagnata dal regesto; è presente pure una cospicua appendice documentaria e ampi stralci di testo sono nella parte introduttiva del volume, ricca di numerosi affondi in tutta la variegata produzione del senese. Un volume complesso e fecondo di nuove prospettive di ricerca, che con l'apporto di acquisizioni inedite contribuisce a far luce su alcuni nodi problematici dell'umanesimo quattrocentesco, dalla circolazione dei classici ai rapporti culturali all'interno della cerchia di Pio II, alla fortuna del Canzoniere petrarchesco nei vari ambienti della Penisola.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.