Sulla base di un’esperienza etnografica iniziata nel 2003, Prometeo in Albania restituisce, in una sintesi documentaria, il grande fermento letterario ed editoriale che, specie oggi, incide nella vita politica albanese; vita che dal 1991, anno finale del ferreo regime comunista durato mezzo secolo, volge alle nuove dinamiche del liberismo europeo e occidentale. Le continue iniziative - scritture, pubblicazioni, fiere, presentazioni, diatribe, scambi - che rendono particolarmente effervescente l’attuale panorama letterario albanese, movimentano di fatto, attraverso un mare di libri che producono autori e autorità, una versione aggiornata e matura di una concezione prometeica dello Stato e della vicenda storica nazionale, di cui qui si tenta una tematizzazione delle principali movenze rappresentative interne. In sintonia con un nazionalismo sorto sin dall’epoca romantica, le stesse pratiche librarie, la rocca illirica, Prometeo, Scanderbeg, Kadare, Madre Teresa, le statue dei partizan e dei martiri della nazione, come montagne, piramidi, “palazzi dei sogni”, memorie dei gulag come il teatro del sangue e delle aquile, dei ponti come del mare, alla fine restituiscono, in un mosaico letterario e simbolico compiuto, l’Albania della vincente perdita o le metamorfosi dell’albanismo utili alle attuali transizioni dei poteri, per le quali il mito non è reperto ma presenza viva che serve a ricomporre le figure del tempo.
Prometeo in Albania. Passaggi letterari e politici di un paese balcanico
GERACI, Mauro
2014-01-01
Abstract
Sulla base di un’esperienza etnografica iniziata nel 2003, Prometeo in Albania restituisce, in una sintesi documentaria, il grande fermento letterario ed editoriale che, specie oggi, incide nella vita politica albanese; vita che dal 1991, anno finale del ferreo regime comunista durato mezzo secolo, volge alle nuove dinamiche del liberismo europeo e occidentale. Le continue iniziative - scritture, pubblicazioni, fiere, presentazioni, diatribe, scambi - che rendono particolarmente effervescente l’attuale panorama letterario albanese, movimentano di fatto, attraverso un mare di libri che producono autori e autorità, una versione aggiornata e matura di una concezione prometeica dello Stato e della vicenda storica nazionale, di cui qui si tenta una tematizzazione delle principali movenze rappresentative interne. In sintonia con un nazionalismo sorto sin dall’epoca romantica, le stesse pratiche librarie, la rocca illirica, Prometeo, Scanderbeg, Kadare, Madre Teresa, le statue dei partizan e dei martiri della nazione, come montagne, piramidi, “palazzi dei sogni”, memorie dei gulag come il teatro del sangue e delle aquile, dei ponti come del mare, alla fine restituiscono, in un mosaico letterario e simbolico compiuto, l’Albania della vincente perdita o le metamorfosi dell’albanismo utili alle attuali transizioni dei poteri, per le quali il mito non è reperto ma presenza viva che serve a ricomporre le figure del tempo.Pubblicazioni consigliate
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