La città di Messina accoglie il mare con il suo porto a forma di falce, ma è il Capo Peloro (che si spinge fra i due mari, Ionio e Tirreno, a dividerli o ad unirli) che completa il rapporto complesso fra insediamento e mare. Capo Peloro è un’estremità che si protende alla ricerca dell’altra sulla sponda calabra, a cui un tempo era unita. Cariddi verso Scilla. L’abitato di Capo Peloro, Torre Faro, ha stravolto la sua conformazione, dopo il terremoto del 1908, diversamente da Chianalea di Scilla, dove il rapporto dell’abitato con il mare è ancora stretto e antico. Il mare sale sulla strada, dalla casa si può scendere direttamente in mare. Tuttavia la singolarità del paesaggio e la grandezza del suo mito possono ispirare ancora a Stefano D’Arrigo un romanzo come Horcynus Orca. Rive prossime al capo Peloro lungo la costa tirrenica ispirano un altro lavoro letterario, come Acqualadrone di Vitarelli. Si propone una lettura del paesaggio dello Stretto attraverso il disegno di viaggio. La città e l’acqua Ogni città ha sempre un rapporto privilegiato con l'acqua sin dalla sua fondazione, in generale tramite gli impluvi e gli alvei che incanalano i corsi d'acqua piccoli o grandi ed in particolare per la presenza del mare antistante. Nella maggior parte dei casi le città costiere trovano, nell'ansa del porto un punto cardine di riferimento urbano, che ha contribuito a dare significato e a determinare il particolare sviluppo dell'abitato nel tempo.
Lo Stretto di Messina. Interpretazione del paesaggio
MANGANARO, Mario
2014-01-01
Abstract
La città di Messina accoglie il mare con il suo porto a forma di falce, ma è il Capo Peloro (che si spinge fra i due mari, Ionio e Tirreno, a dividerli o ad unirli) che completa il rapporto complesso fra insediamento e mare. Capo Peloro è un’estremità che si protende alla ricerca dell’altra sulla sponda calabra, a cui un tempo era unita. Cariddi verso Scilla. L’abitato di Capo Peloro, Torre Faro, ha stravolto la sua conformazione, dopo il terremoto del 1908, diversamente da Chianalea di Scilla, dove il rapporto dell’abitato con il mare è ancora stretto e antico. Il mare sale sulla strada, dalla casa si può scendere direttamente in mare. Tuttavia la singolarità del paesaggio e la grandezza del suo mito possono ispirare ancora a Stefano D’Arrigo un romanzo come Horcynus Orca. Rive prossime al capo Peloro lungo la costa tirrenica ispirano un altro lavoro letterario, come Acqualadrone di Vitarelli. Si propone una lettura del paesaggio dello Stretto attraverso il disegno di viaggio. La città e l’acqua Ogni città ha sempre un rapporto privilegiato con l'acqua sin dalla sua fondazione, in generale tramite gli impluvi e gli alvei che incanalano i corsi d'acqua piccoli o grandi ed in particolare per la presenza del mare antistante. Nella maggior parte dei casi le città costiere trovano, nell'ansa del porto un punto cardine di riferimento urbano, che ha contribuito a dare significato e a determinare il particolare sviluppo dell'abitato nel tempo.Pubblicazioni consigliate
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