La c.d. Robin Hood Tax determina un corto circuito tra Corte costituzionale e giudice di merito

I giudici della Commissione tributaria provinciale, evidenziando un presunto contrasto fra dispositivo e motivazione nella sentenza della Corte costituzionale con cui è stata dichiarata l'illegittimità della cd. Robin Hood Tax, hanno ignorato la parte della pronuncia che ha disposto l'efficacia “pro futuro” della declaratoria di incostituzionalità. Pur presentando una forzatura sul piano delle regole del processo costituzionale, la decisione della Corte appare ragionevole, in quanto il vizio più grave della Robin Tax consisteva nella mancata limitazione temporale del prelievo fiscale: si trattava quindi di un tributo “moderatamente incostituzionale”. In ogni caso, la decisione della Corte, piaccia o meno, doveva essere rispettata dal giudice di merito, senza ordinare all'Ufficio di procedere al rimborso del tributo alla società ricorrente.