Le evidenze scientifiche (EBM) e i dati epidemiologici dimostrano che le endocarditi infettive sono statisticamente più frequenti nei soggetti sottoposti ad impianti protesici e che le infezioni da protesi cardiache costituiscono il 30% di tutte le infezioni riconducibili a protesi, venendo dopo quelle delle protesi ortopediche con il 70% circa. La maggior parte dei casi di endocarditi è causata da cocchi Gram positivi come Stafilococchi, Streptococchi ed Enterococchi. In letteratura pochi casi sono riconducibili ad infezioni da Gram negativi. Negli ultimi anni, però, il tasso di infezioni del sangue da gram-negativi è aumentato costantemente e patogeni gram-negativi multi resistenti o ampiamente resistenti (MDR/XDR) agli antibiotici sono una preoccupazione crescente. Poiché le segnalazioni riguardanti l’isolamento di questi microrganismi da casi di endocarditi sono piuttosto scarse, riteniamo possa essere interessante presentare la nostra esperienza su un due casi di endocardite letale, conseguenti alla contaminazione delle protesi cardiache ad opera di Acinetobacter baumannii. I pazienti, un uomo ed una donna, rispettivamente di 69 e 70 anni, ambedue sottoposti ad intervento di cardiochirurgia per una sindrome coronarica cronica, avevano superato l’intervento ed erano stati dimessi dopo un paio di giorni. Un mese dopo la dimissione hanno sviluppato febbre alta, insufficienza respiratoria acuta con quadro clinico di shock settico e sono stati trasferiti in Terapia Intensiva dove l’exitus è sopravvenuto in poche ore. La diagnosi di endocardite infettiva è stata confermata dalla positività dell’emocoltura e dagli esami colturali effettuati sui reperti autoptici. La rilevanza di questi casi si basa sul fatto che le infezioni sostenute da A. baumannii, pur non essendo frequenti, rappresentano una possibile causa di morte nei pazienti sottoposti a chirurgia cardiaca. Si suggerisce sempre e comunque la scrupolosa attenzione alle procedure di asepsi in sala operatoria.

Endocardite infettiva da acinetobacter baumannii

LAGANA', Pasqualina
Primo
;
DELIA, Santi Antonino;MAZZU', FRANCESCO;CAMPANELLA, GIOVANNI BATTISTA;CASALE, MATTEO;DATTILO, GIUSEPPE
Ultimo
2015-01-01

Abstract

Le evidenze scientifiche (EBM) e i dati epidemiologici dimostrano che le endocarditi infettive sono statisticamente più frequenti nei soggetti sottoposti ad impianti protesici e che le infezioni da protesi cardiache costituiscono il 30% di tutte le infezioni riconducibili a protesi, venendo dopo quelle delle protesi ortopediche con il 70% circa. La maggior parte dei casi di endocarditi è causata da cocchi Gram positivi come Stafilococchi, Streptococchi ed Enterococchi. In letteratura pochi casi sono riconducibili ad infezioni da Gram negativi. Negli ultimi anni, però, il tasso di infezioni del sangue da gram-negativi è aumentato costantemente e patogeni gram-negativi multi resistenti o ampiamente resistenti (MDR/XDR) agli antibiotici sono una preoccupazione crescente. Poiché le segnalazioni riguardanti l’isolamento di questi microrganismi da casi di endocarditi sono piuttosto scarse, riteniamo possa essere interessante presentare la nostra esperienza su un due casi di endocardite letale, conseguenti alla contaminazione delle protesi cardiache ad opera di Acinetobacter baumannii. I pazienti, un uomo ed una donna, rispettivamente di 69 e 70 anni, ambedue sottoposti ad intervento di cardiochirurgia per una sindrome coronarica cronica, avevano superato l’intervento ed erano stati dimessi dopo un paio di giorni. Un mese dopo la dimissione hanno sviluppato febbre alta, insufficienza respiratoria acuta con quadro clinico di shock settico e sono stati trasferiti in Terapia Intensiva dove l’exitus è sopravvenuto in poche ore. La diagnosi di endocardite infettiva è stata confermata dalla positività dell’emocoltura e dagli esami colturali effettuati sui reperti autoptici. La rilevanza di questi casi si basa sul fatto che le infezioni sostenute da A. baumannii, pur non essendo frequenti, rappresentano una possibile causa di morte nei pazienti sottoposti a chirurgia cardiaca. Si suggerisce sempre e comunque la scrupolosa attenzione alle procedure di asepsi in sala operatoria.
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