Questo libro documenta l'evoluzione della fecondità italiana per le donne nate fra il 1861 e il 1961 - quando la fecondità passa da 5 a 1,5 figli per donna - mettendo assieme e standardizzando le diverse fonti disponibili (sia di tipo esaustivo che campionario) con attenzione alle differenze per area geografica, istruzione e ceto sociale. La prospettiva adottata è quindi di coorte, grazie alla costruzione di misure riferite alle generazioni di donne nate nello stesso anno. Viene confermato anche per l'Italia quanto già noto per il Belgio, la Francia, la Norvegia, il Regno Unito, la Svezia, e - più in generale - per i paesi sviluppati: fecondità più bassa e quota maggiore di donne senza figli tra laureate e diplomate, declino della fecondità più lento e tardivo per le donne meno istruite, progressivo attenuarsi delle differenze per istruzione e classe sociale tra le coorti più recenti. Tuttavia, stupisce il permanere di differenze di fecondità per titolo di studio e per area geografica anche tra le donne socializzatesi nel corso degli anni ’70 e ’80 del 900, quando si poteva immaginare una convergenza più rapida, frutto di una tendenziale omologazione verso modelli standard di famiglia e di scelte riproduttive. Evidentemente, le differenze per residenza e istruzione rappresentano - almeno fino alle coorti nate nei primi anni ’60 del 900 - strategie di vita profondamente diffe-renziate, che si riflettono anche in notevoli differenze nel numero di figli.
Fecondità, istruzione e classe sociale. Donne nate nel secolo 1861-1961 in Italia e nelle sue regioni
Caltabiano, MarcantonioPrimo
;
2015-01-01
Abstract
Questo libro documenta l'evoluzione della fecondità italiana per le donne nate fra il 1861 e il 1961 - quando la fecondità passa da 5 a 1,5 figli per donna - mettendo assieme e standardizzando le diverse fonti disponibili (sia di tipo esaustivo che campionario) con attenzione alle differenze per area geografica, istruzione e ceto sociale. La prospettiva adottata è quindi di coorte, grazie alla costruzione di misure riferite alle generazioni di donne nate nello stesso anno. Viene confermato anche per l'Italia quanto già noto per il Belgio, la Francia, la Norvegia, il Regno Unito, la Svezia, e - più in generale - per i paesi sviluppati: fecondità più bassa e quota maggiore di donne senza figli tra laureate e diplomate, declino della fecondità più lento e tardivo per le donne meno istruite, progressivo attenuarsi delle differenze per istruzione e classe sociale tra le coorti più recenti. Tuttavia, stupisce il permanere di differenze di fecondità per titolo di studio e per area geografica anche tra le donne socializzatesi nel corso degli anni ’70 e ’80 del 900, quando si poteva immaginare una convergenza più rapida, frutto di una tendenziale omologazione verso modelli standard di famiglia e di scelte riproduttive. Evidentemente, le differenze per residenza e istruzione rappresentano - almeno fino alle coorti nate nei primi anni ’60 del 900 - strategie di vita profondamente diffe-renziate, che si riflettono anche in notevoli differenze nel numero di figli.File | Dimensione | Formato | |
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