Il contributo parte dalla nozione di città come sistema di spazi “condivisi” ovvero deputati all’incontro, allo scambio fra individui e gruppi: dall’agorà greca, al foro romano fino ai mall dei grandi centri commerciali della città contemporanea, lo spazio urbano ha assolto sostanzialmente a questo ruolo di luogo delle relazioni sociali. Lo spazio urbano, il suo significato, il modo con cui viene usato ha subito e seguito l’effetto delle trasformazioni della società contemporanea, con tutte le profonde contraddizioni che esse comportano. Da un lato, infatti, gli spazi virtuali (le piazze telematiche, la Rete) tenderebbero a sostituire, secondo alcune interpretazioni, i tradizionali spazi urbani (la piazza, la strada) come luogo dell’interazione sociale, della produzione e scambio di informazioni. Dall’altro, però, per effetto delle innovazioni tecnologiche in atto, le città sembrano essere sempre meno luoghi dell’abitare e del lavoro e sembrano, invece, accentuare la loro funzione di luogo dello scambio, dello svago, del consumo culturale; sempre meno luoghi da vivere e sempre più luoghi da consumare. In ogni caso tali processi di mutamento sociale hanno comportato profonde trasformazioni nella domanda di spazi urbani, nel modo con cui tali spazi vengono usati e percepiti dai cittadini ed, in ultima analisi, nella morfologia degli stessi, nel modo con cui essi si strutturano, nelle loro qualità formali; il tutto mediante un processo spontaneo di adattamento, di riuso dello spazio della città, di innovazione che ha modificato sensibilmente il ruolo ed il significato dello spazio urbano. Contemporaneamente, però, sussistono enormi potenzialità legate da un lato alle tradizioni culturali, agli stili ed ai modi di vita e, dall’altro, alla risorsa rappresentata da un ricchissimo patrimonio di centri urbani storici con una dotazione di spazi urbani di grandissima qualità, anche se spesso, oggi, abbandonati in condizioni di degrado. Obiettivo del contributo è quello di indagare i processi di trasformazione che hanno investito lo spazio urbano condiviso (spazio pubblico-collettivo e collettivo-privato) nel corso di questi anni. Tali processi verranno esaminati confrontando, al loro interno, tradizione ed innovazione, ovvero: • come modalità d’uso dello spazio urbano storicamente consolidate e modalità d’uso più recenti coesistano e si integrino all’interno degli spazi urbani tradizionali (le piazze, la villa comunale, ecc..); • quali siano le nuove risposte, i nuovi spazi e luoghi, prodotti dalla cultura urbana contemporanea per favorire gli scambi e le relazioni sociali e come al loro interno coesistano modalità d’uso tradizionali con i nuovi modi di vivere, usare e “consumare” la città.

La città condivisa: ruolo e significato dello spazio collettivo

ARENA, Marina;
2005-01-01

Abstract

Il contributo parte dalla nozione di città come sistema di spazi “condivisi” ovvero deputati all’incontro, allo scambio fra individui e gruppi: dall’agorà greca, al foro romano fino ai mall dei grandi centri commerciali della città contemporanea, lo spazio urbano ha assolto sostanzialmente a questo ruolo di luogo delle relazioni sociali. Lo spazio urbano, il suo significato, il modo con cui viene usato ha subito e seguito l’effetto delle trasformazioni della società contemporanea, con tutte le profonde contraddizioni che esse comportano. Da un lato, infatti, gli spazi virtuali (le piazze telematiche, la Rete) tenderebbero a sostituire, secondo alcune interpretazioni, i tradizionali spazi urbani (la piazza, la strada) come luogo dell’interazione sociale, della produzione e scambio di informazioni. Dall’altro, però, per effetto delle innovazioni tecnologiche in atto, le città sembrano essere sempre meno luoghi dell’abitare e del lavoro e sembrano, invece, accentuare la loro funzione di luogo dello scambio, dello svago, del consumo culturale; sempre meno luoghi da vivere e sempre più luoghi da consumare. In ogni caso tali processi di mutamento sociale hanno comportato profonde trasformazioni nella domanda di spazi urbani, nel modo con cui tali spazi vengono usati e percepiti dai cittadini ed, in ultima analisi, nella morfologia degli stessi, nel modo con cui essi si strutturano, nelle loro qualità formali; il tutto mediante un processo spontaneo di adattamento, di riuso dello spazio della città, di innovazione che ha modificato sensibilmente il ruolo ed il significato dello spazio urbano. Contemporaneamente, però, sussistono enormi potenzialità legate da un lato alle tradizioni culturali, agli stili ed ai modi di vita e, dall’altro, alla risorsa rappresentata da un ricchissimo patrimonio di centri urbani storici con una dotazione di spazi urbani di grandissima qualità, anche se spesso, oggi, abbandonati in condizioni di degrado. Obiettivo del contributo è quello di indagare i processi di trasformazione che hanno investito lo spazio urbano condiviso (spazio pubblico-collettivo e collettivo-privato) nel corso di questi anni. Tali processi verranno esaminati confrontando, al loro interno, tradizione ed innovazione, ovvero: • come modalità d’uso dello spazio urbano storicamente consolidate e modalità d’uso più recenti coesistano e si integrino all’interno degli spazi urbani tradizionali (le piazze, la villa comunale, ecc..); • quali siano le nuove risposte, i nuovi spazi e luoghi, prodotti dalla cultura urbana contemporanea per favorire gli scambi e le relazioni sociali e come al loro interno coesistano modalità d’uso tradizionali con i nuovi modi di vivere, usare e “consumare” la città.
2005
9788846463036
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