Il contributo contiene l’opinione dell’A. sulla riforma costituzionale “Renzi-Boschi” e sulla sua incidenza sul modello regionale italiano, resa all’avvicinarsi della consultazione referendaria. Viene presa in esame l’innovazione centrale della revisione, ovvero il mutamento della struttura e delle funzioni del Senato, riguardato sotto due profili: l’eliminazione del bicameralismo paritario e la trasformazione della seconda camera in una Camera delle Regioni, o meglio delle autonomie. Privilegiando un approccio metodico attento alla Rechtszustand piuttosto che alla Rechtssatz, si sostiene che anche una riforma tecnicamente ineccepibile non sarebbe soddisfacente senza affrontare un aspetto preliminare ineludibile: qualsiasi forma di governo multilivello funziona solo dove esiste un decentramento politico e precisamente dei partiti. In presenza di una struttura dei partiti fortemente centralizzata, anche la principale obiezione cui il novellato Senato delle autonomie si espone, vale a dire che esso costituisca un ibrido tra una forma di rappresentanza territoriale ed una di rappresentanza politica, rischia pertanto di non apparire più decisiva.

L'arringa dell' "avvocato del diavolo"

SORRENTI, Giuseppa
2016-01-01

Abstract

Il contributo contiene l’opinione dell’A. sulla riforma costituzionale “Renzi-Boschi” e sulla sua incidenza sul modello regionale italiano, resa all’avvicinarsi della consultazione referendaria. Viene presa in esame l’innovazione centrale della revisione, ovvero il mutamento della struttura e delle funzioni del Senato, riguardato sotto due profili: l’eliminazione del bicameralismo paritario e la trasformazione della seconda camera in una Camera delle Regioni, o meglio delle autonomie. Privilegiando un approccio metodico attento alla Rechtszustand piuttosto che alla Rechtssatz, si sostiene che anche una riforma tecnicamente ineccepibile non sarebbe soddisfacente senza affrontare un aspetto preliminare ineludibile: qualsiasi forma di governo multilivello funziona solo dove esiste un decentramento politico e precisamente dei partiti. In presenza di una struttura dei partiti fortemente centralizzata, anche la principale obiezione cui il novellato Senato delle autonomie si espone, vale a dire che esso costituisca un ibrido tra una forma di rappresentanza territoriale ed una di rappresentanza politica, rischia pertanto di non apparire più decisiva.
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