Ogni lettore che voglia accostarsi all’opera di un autore straniero deve farlo, di solito, attraverso la mediazione di un traduttore. Caso eccezionale, e quasi unico, nella letteratura, i lettori francesi di Samuel Beckett hanno, invece, la possibilità di leggere quasi tutte le sue opere nella versione francese scritta dall’autore stesso. Beckett, infatti, esordisce scrivendo in inglese, ma verso la fine degli anni Trenta comincia a scrivere anche in francese. A partire dagli anni Cinquanta Beckett tradurrà quasi tutte le sue opere, siano esse in inglese o in francese, nell’altra lingua, con l’aiuto di collaboratori come Alfred Péron (per Murphy) e Patrick Bowles (per Molloy) ,o da solo, dando vita così a quello che Brian Fitch definisce come «the systematic elaboration, from 1951 onwards, of a bilingual corpus». Il presente lavoro si concentra su En attendant Godot, scritto in francese tra l’ottobre 1948 e il gennaio 1949, pubblicato nell’ottobre 1952 e Waiting for Godot, autotradotto da Beckett tra il 1953 e il 1954, in quanto tipico esempio della sua scrittura bilingue che pone il rapporto tra la versione francese e quella inglese non tanto in termini di testo originale e relativa traduzione, quanto di creazione dell’opera stessa, che non si ferma al testo scritto in senso stretto.

En Attendant Godot/Waiting for Godot: autotraduzione e work in progress

TAVIANO, Stefania
2016-01-01

Abstract

Ogni lettore che voglia accostarsi all’opera di un autore straniero deve farlo, di solito, attraverso la mediazione di un traduttore. Caso eccezionale, e quasi unico, nella letteratura, i lettori francesi di Samuel Beckett hanno, invece, la possibilità di leggere quasi tutte le sue opere nella versione francese scritta dall’autore stesso. Beckett, infatti, esordisce scrivendo in inglese, ma verso la fine degli anni Trenta comincia a scrivere anche in francese. A partire dagli anni Cinquanta Beckett tradurrà quasi tutte le sue opere, siano esse in inglese o in francese, nell’altra lingua, con l’aiuto di collaboratori come Alfred Péron (per Murphy) e Patrick Bowles (per Molloy) ,o da solo, dando vita così a quello che Brian Fitch definisce come «the systematic elaboration, from 1951 onwards, of a bilingual corpus». Il presente lavoro si concentra su En attendant Godot, scritto in francese tra l’ottobre 1948 e il gennaio 1949, pubblicato nell’ottobre 1952 e Waiting for Godot, autotradotto da Beckett tra il 1953 e il 1954, in quanto tipico esempio della sua scrittura bilingue che pone il rapporto tra la versione francese e quella inglese non tanto in termini di testo originale e relativa traduzione, quanto di creazione dell’opera stessa, che non si ferma al testo scritto in senso stretto.
2016
978-88-7575-269-9
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