Giovan Filippo Ingrassia, nato a Regalbuto nel 1510 circa, studia dapprima a Palermo sotto la guida del medico Giovan Battista de Petra, e quindi a Padova, ove si laurea nel 1537, Raggiunta una chiara fama, viene chiamato nel 1544 alla cattedra di anatomia pratica a Napoli; nel 1554 torna a Palermo ove, nominato protomedico nel 1563, rimane fino alla morte. Oltre che agli studi ed alla pratica professionale, si vota al miglioramento dell’igiene pubblica e degli ospedali, specie in occasione della peste del 1575. Ricordato principalmente come anatomico, scienziato di successo in vita, dal 26 gennaio 1554 tiene lezioni di medicina presso il convento di san Domenico a Palermo. Nel 1563 è nominato da Filippo II protomedico del regno di Sicilia e delle isole adiacenti ; in questo ruolo riforma e ripubblica le costituzioni proto medicali. Nello stesso periodo accetta di tenere presso lo Studium di Messina lezioni di Medicina teorica, dall’8 Novembre 1564, per quattro anni. Pubblica durante la peste la Informatione del pestifero e contagioso morbo etc., nella quale, certo che l’igiene pubblica sia uno dei fini principali che la Deputazione deve perseguire, descrive a Filippo II la gravità del degrado ambientale palermitano. Nel processo di consolidazione delle norme sanitarie nella prima età moderna il protomedico, già custode dell’osservanza dell’ esistente, dichiara e parzialmente innova mediante ulteriori categorie e tende anzitutto a regolare l’attività di medici e farmacisti, eliminando gli abusi nell’esercizio della professione, stabilendo cosa sia lecito e cosa non lo sia, fissando le pene per le trasgressioni. Creando un «codice di polizia sanitaria» Ingrassia si propone anzitutto di migliorare le pessime condizioni nelle quali versa la sanità pubblica per l’insipienza dei medici e degli altri operatori del settore; intende ovviare agli abusi e alle truffe perpetrate ai danni del popolo a causa della inosservanza delle leggi in materia medica. Il nucleo essenziale dell’opera è una normativa di tipo corporativo tendente in via principale a tutelare i medici e i farmacisti, comunque depositari di scienza, quasi in una anticipazione del codice di deontologia professionale. Alla necessità di tutela dell’esercizio dell’arte sanitaria attraverso norme giuridiche astratte corrisponde quella di affermare il carattere scientifico e professionale della disciplina medica, poiché, pur godendo dal medioevo di un rango universitario comune alla giurisprudenza, la medicina, anche a causa del proliferare di pratiche estranee all’organizzazione corporativa che si era data, si afferma con maggiori difficoltà come scienza autonoma, specie dalla filosofia. Tale controllo dell’esercizio della professione, che comprende anche quello sulle diverse specialità, ha nelle istituzioni corporative dei medici una rilevanza superiore rispetto agli analoghi collegi dei giuristi; in molte sedi, e la Sicilia era la principale tra queste, questa funzione è demandata al protomedico: deontologia, coscienza di ceto, collegamento istituzionale tra i saperi e la professione confluiscono in un impegno rigoroso trasfuso sul piano giuridico-normativo.

Giovan Filippo Ingrassia e le Costituzioni Protomedicali per il Regno di Sicilia

ALIBRANDI, Rosamaria
2011-01-01

Abstract

Giovan Filippo Ingrassia, nato a Regalbuto nel 1510 circa, studia dapprima a Palermo sotto la guida del medico Giovan Battista de Petra, e quindi a Padova, ove si laurea nel 1537, Raggiunta una chiara fama, viene chiamato nel 1544 alla cattedra di anatomia pratica a Napoli; nel 1554 torna a Palermo ove, nominato protomedico nel 1563, rimane fino alla morte. Oltre che agli studi ed alla pratica professionale, si vota al miglioramento dell’igiene pubblica e degli ospedali, specie in occasione della peste del 1575. Ricordato principalmente come anatomico, scienziato di successo in vita, dal 26 gennaio 1554 tiene lezioni di medicina presso il convento di san Domenico a Palermo. Nel 1563 è nominato da Filippo II protomedico del regno di Sicilia e delle isole adiacenti ; in questo ruolo riforma e ripubblica le costituzioni proto medicali. Nello stesso periodo accetta di tenere presso lo Studium di Messina lezioni di Medicina teorica, dall’8 Novembre 1564, per quattro anni. Pubblica durante la peste la Informatione del pestifero e contagioso morbo etc., nella quale, certo che l’igiene pubblica sia uno dei fini principali che la Deputazione deve perseguire, descrive a Filippo II la gravità del degrado ambientale palermitano. Nel processo di consolidazione delle norme sanitarie nella prima età moderna il protomedico, già custode dell’osservanza dell’ esistente, dichiara e parzialmente innova mediante ulteriori categorie e tende anzitutto a regolare l’attività di medici e farmacisti, eliminando gli abusi nell’esercizio della professione, stabilendo cosa sia lecito e cosa non lo sia, fissando le pene per le trasgressioni. Creando un «codice di polizia sanitaria» Ingrassia si propone anzitutto di migliorare le pessime condizioni nelle quali versa la sanità pubblica per l’insipienza dei medici e degli altri operatori del settore; intende ovviare agli abusi e alle truffe perpetrate ai danni del popolo a causa della inosservanza delle leggi in materia medica. Il nucleo essenziale dell’opera è una normativa di tipo corporativo tendente in via principale a tutelare i medici e i farmacisti, comunque depositari di scienza, quasi in una anticipazione del codice di deontologia professionale. Alla necessità di tutela dell’esercizio dell’arte sanitaria attraverso norme giuridiche astratte corrisponde quella di affermare il carattere scientifico e professionale della disciplina medica, poiché, pur godendo dal medioevo di un rango universitario comune alla giurisprudenza, la medicina, anche a causa del proliferare di pratiche estranee all’organizzazione corporativa che si era data, si afferma con maggiori difficoltà come scienza autonoma, specie dalla filosofia. Tale controllo dell’esercizio della professione, che comprende anche quello sulle diverse specialità, ha nelle istituzioni corporative dei medici una rilevanza superiore rispetto agli analoghi collegi dei giuristi; in molte sedi, e la Sicilia era la principale tra queste, questa funzione è demandata al protomedico: deontologia, coscienza di ceto, collegamento istituzionale tra i saperi e la professione confluiscono in un impegno rigoroso trasfuso sul piano giuridico-normativo.
2011
Materiali per una storia delle istituzioni giuridiche e politiche medievali, moderne e contemporanee
9788849833560
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