Il volume raccoglie una serie di saggi che sondano l’opera di Derrida, cogliendone volta per volta, aspetti diversi. Tutti convergenti, tuttavia, nell’unico, segreto e inaccessibile luogo di una passione senza nome. Che si tratti della questione del segreto o del tema della morte, sempre intrecciato a quello della vita; che si affronti il problema dell’economia, in quanto legge del proprio e dell’appropriazione e del contro movimento di dis-appropriazione che la decostruisce, o ci si interroghi sulla traduzione, sempre, al tempo stesso, necessaria e impossibile; che si vada alla ricerca di un’altra politica, al di là dell’orizzonte degli Stati-nazione e della logica della sovranità, o si tenti di decostruire, anche attraverso la preziosa risorsa della psicoanalisi, il “principio di potere” che alimenta il fantasma di un io onnipotente, incapace di riconoscere nella morte il proprio limite, il pensiero di Derrida sembra invitarci a muovere un passo al di là del possibile, verso un im possibile che non ha nulla di negativo. La decostruzione, dunque, non sarebbe altro che questo desiderio dell’impossibile. Tutt’altro che nichilistica o utopistica, questa passione fa tremare di fronte al rischio di un evento imprevedibile, rivelando un non potere che smentisce la presunta padronanza di un soggetto sovrano. Affermare l’impossibile, la possibilità dell’impossibile, significherà allora riconoscere nel non potere non una resa solo negativa, ma quell’eccesso di potenza in grado di smascherare, di sovvertire e di interrompere ogni logica di dominio.

La passione dell’impossibile. Saggi su Jacques Derrida

RESTA, Caterina
2016-01-01

Abstract

Il volume raccoglie una serie di saggi che sondano l’opera di Derrida, cogliendone volta per volta, aspetti diversi. Tutti convergenti, tuttavia, nell’unico, segreto e inaccessibile luogo di una passione senza nome. Che si tratti della questione del segreto o del tema della morte, sempre intrecciato a quello della vita; che si affronti il problema dell’economia, in quanto legge del proprio e dell’appropriazione e del contro movimento di dis-appropriazione che la decostruisce, o ci si interroghi sulla traduzione, sempre, al tempo stesso, necessaria e impossibile; che si vada alla ricerca di un’altra politica, al di là dell’orizzonte degli Stati-nazione e della logica della sovranità, o si tenti di decostruire, anche attraverso la preziosa risorsa della psicoanalisi, il “principio di potere” che alimenta il fantasma di un io onnipotente, incapace di riconoscere nella morte il proprio limite, il pensiero di Derrida sembra invitarci a muovere un passo al di là del possibile, verso un im possibile che non ha nulla di negativo. La decostruzione, dunque, non sarebbe altro che questo desiderio dell’impossibile. Tutt’altro che nichilistica o utopistica, questa passione fa tremare di fronte al rischio di un evento imprevedibile, rivelando un non potere che smentisce la presunta padronanza di un soggetto sovrano. Affermare l’impossibile, la possibilità dell’impossibile, significherà allora riconoscere nel non potere non una resa solo negativa, ma quell’eccesso di potenza in grado di smascherare, di sovvertire e di interrompere ogni logica di dominio.
2016
Opuscula
978-88-6983-052-5
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