La morte di Agatocle (289 a.C.) segnò la fine della basileia nella Sicilia sottoposta al controllo di Siracusa e la revanche dei Cartaginesi. Forze centrifughe nelle varie poleis e presenze disturbanti come quella dei Mamertini, favorirono la frammentazione del dominio siracusano e la consueta materializzazione di aspiranti dinasti e tiranni. Per quasi un decennio Siracusa conobbe lotte intestine e tensioni faticosamente composte nel 278/7 a.C., allorché la polis, assediata per terra e per mare dai Cartaginesi, inviava ambasciatori a colui il quale per vincoli familiari e per recenti successi sui Romani, appariva degno successore di Agatocle: Pirro. Accolto con entusiasmo dai Sicelioti, egli colse affermazioni e vittorie che lo portarono rapidamente a sottrarre a Cartagine i territori della sua epikrateia e a vagheggiare una spedizione nella Libye con l'obiettivo di fondare un grande regno ellenistico nell'Occidente. Lo scacco patito a Lilibeo, la mole di sacrifici imposti ai Sicelioti in funzione del sogno africano, i metodi autoritari di governo e l'amministrazione disinvolta di funzionari da lui scelti nelle varie città, sgretolarono rapidamente il consenso e l'appoggio di cui aveva goduto in precedenza. Mai vinto in campo aperto per la scelta ponderata dei Cartaginesi di sfruttare la propria superiorità navale, Pirro infine sconfitto nelle acque dello Stretto ritornava in Magna Grecia dopo tre anni di effimeri successi.
Pirro e la Sicilia
Elena Santagati
2016-01-01
Abstract
La morte di Agatocle (289 a.C.) segnò la fine della basileia nella Sicilia sottoposta al controllo di Siracusa e la revanche dei Cartaginesi. Forze centrifughe nelle varie poleis e presenze disturbanti come quella dei Mamertini, favorirono la frammentazione del dominio siracusano e la consueta materializzazione di aspiranti dinasti e tiranni. Per quasi un decennio Siracusa conobbe lotte intestine e tensioni faticosamente composte nel 278/7 a.C., allorché la polis, assediata per terra e per mare dai Cartaginesi, inviava ambasciatori a colui il quale per vincoli familiari e per recenti successi sui Romani, appariva degno successore di Agatocle: Pirro. Accolto con entusiasmo dai Sicelioti, egli colse affermazioni e vittorie che lo portarono rapidamente a sottrarre a Cartagine i territori della sua epikrateia e a vagheggiare una spedizione nella Libye con l'obiettivo di fondare un grande regno ellenistico nell'Occidente. Lo scacco patito a Lilibeo, la mole di sacrifici imposti ai Sicelioti in funzione del sogno africano, i metodi autoritari di governo e l'amministrazione disinvolta di funzionari da lui scelti nelle varie città, sgretolarono rapidamente il consenso e l'appoggio di cui aveva goduto in precedenza. Mai vinto in campo aperto per la scelta ponderata dei Cartaginesi di sfruttare la propria superiorità navale, Pirro infine sconfitto nelle acque dello Stretto ritornava in Magna Grecia dopo tre anni di effimeri successi.File | Dimensione | Formato | |
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