Sin da Aristotele, non tanto il linguaggio, quanto il nesso di etica, politica e linguaggio è stato considerato come il “salto”, la “novità categoriale” che rende l'uomo unico rispetto alle altre specie animali. Inoltre, più di recente, un pensatore come Gramsci ha rilevato che tale natura dell'uomo si realizza se la politica persegue non il potere, ma la reciprocità tra gli interlocutori, siano essi il maestro e l'allievo, il governante e il governato, il dirigente e il subalterno. Alla luce di questi principi, in questo sintetico manuale si esaminano schemi e teorie atte ad arricchire l'etica della comunicazione, intesa, come ai suoi esordi, non come etica applicata ma come riflessione pratica. La concezione qui esposta non mira a definire doveri particolari, ma ad evidenziare problemi generali per rispondere al che fare? che l'epoca odierna di regressione sociale ha riportato d'attualità. A tale scopo, si esaminano concezioni dell'azione che, se denunciano il suo carattere reificato, non offrono vie d'uscita praticabili, e si riconsiderano strumenti d'azione come i partiti, la cui decadenza non ha diminuito bensì accresciuto le diseguaglianze di potere, che possono essere colmate battendo non solo il “populismo” rabbioso ma anche le “classi dirigenti” arroganti.
Titolo: | Semioetica. Lingua, libertà, istituzioni |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | 2016 |
Serie: | |
Abstract: | Sin da Aristotele, non tanto il linguaggio, quanto il nesso di etica, politica e linguaggio è stato considerato come il “salto”, la “novità categoriale” che rende l'uomo unico rispetto alle altre specie animali. Inoltre, più di recente, un pensatore come Gramsci ha rilevato che tale natura dell'uomo si realizza se la politica persegue non il potere, ma la reciprocità tra gli interlocutori, siano essi il maestro e l'allievo, il governante e il governato, il dirigente e il subalterno. Alla luce di questi principi, in questo sintetico manuale si esaminano schemi e teorie atte ad arricchire l'etica della comunicazione, intesa, come ai suoi esordi, non come etica applicata ma come riflessione pratica. La concezione qui esposta non mira a definire doveri particolari, ma ad evidenziare problemi generali per rispondere al che fare? che l'epoca odierna di regressione sociale ha riportato d'attualità. A tale scopo, si esaminano concezioni dell'azione che, se denunciano il suo carattere reificato, non offrono vie d'uscita praticabili, e si riconsiderano strumenti d'azione come i partiti, la cui decadenza non ha diminuito bensì accresciuto le diseguaglianze di potere, che possono essere colmate battendo non solo il “populismo” rabbioso ma anche le “classi dirigenti” arroganti. |
Handle: | http://hdl.handle.net/11570/3120643 |
ISBN: | 978-88-430-8602-3 |
Appare nelle tipologie: | 14.c.1 Monografia o trattato scientifico |
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