Nell’ambito del nuovo regime della risoluzione delle banche in crisi, introdotto dalla BRRD, centrale rilevanza assumono gli aspetti prettamente finanziari, posto che, in mancanza di adeguate risorse, il programma di gestione del dissesto dell’intermediario, ad opera delle autorità preposte, non sarebbe concretamente attuabile, o difetterebbe comunque di credibilità. Per il conseguimento degli obiettivi individuati dalla legge (in sintesi: preservare la stabilità sistemica, con il minimo dispendio di risorse pubbliche), sono state quindi disciplinate le fonti e le modalità di finanziamento delle procedure di crisis management, ravvisabili, per un verso, in peculiari tecniche di «internalizzazione» dei costi e delle perdite (si tratta del controverso istituto del bail-in, finalizzato ad evitare gli ingenti costi sociali di eventuali operazioni di salvataggio dell’intermediario con denaro pubblico, nonché a prevenire i connessi fenomeni di moral hazard); per altro verso, nella possibilità di ricorso ad ulteriori risorse finanziarie esterne all’impresa in dissesto (pubbliche o private), in assenza delle quali difficilmente potrebbe avere luogo quel delicato processo di ristrutturazione dell’ente in cui si sostanzia la risoluzione. Questo studio si prefigge di approfondire, in particolare, la tematica del finanziamento esterno della risoluzione, attraverso un’attenta disamina delle varie tecniche a tal fine individuate dal legislatore (uso dei fondi di risoluzione, impiego dei sistemi di garanzia dei depositi, ricorso a fonti «alternative» o al supporto pubblico finanziario straordinario). Il quadro normativo in esame risulta complesso, frastagliato e non privo di contraddizioni. In quest’ottica, l'analisi - condotta anche alla luce delle recenti applicazioni pratiche dei nuovi istituti, degli attuali orientamenti giurisprudenziali e delle regole in materia di aiuti di Stato – si propone di valutare criticamente il contributo offerto dalle disposizioni in tema di resolution financing all’obiettivo legislativo di conferire al sistema finanziario, attraverso un più moderno apparato di regole sulla gestione delle crisi bancarie, quella capacità di tempestiva ed efficace reazione ai fenomeni avversi e quel grado di coerenza e di solidità complessiva di cui si avverte, oggi più che mai, un assoluto bisogno.

Il finanziamento "esterno" delle risoluzioni bancarie tra tecniche normative e diritto vivente

Francesco Ciraolo
2018-01-01

Abstract

Nell’ambito del nuovo regime della risoluzione delle banche in crisi, introdotto dalla BRRD, centrale rilevanza assumono gli aspetti prettamente finanziari, posto che, in mancanza di adeguate risorse, il programma di gestione del dissesto dell’intermediario, ad opera delle autorità preposte, non sarebbe concretamente attuabile, o difetterebbe comunque di credibilità. Per il conseguimento degli obiettivi individuati dalla legge (in sintesi: preservare la stabilità sistemica, con il minimo dispendio di risorse pubbliche), sono state quindi disciplinate le fonti e le modalità di finanziamento delle procedure di crisis management, ravvisabili, per un verso, in peculiari tecniche di «internalizzazione» dei costi e delle perdite (si tratta del controverso istituto del bail-in, finalizzato ad evitare gli ingenti costi sociali di eventuali operazioni di salvataggio dell’intermediario con denaro pubblico, nonché a prevenire i connessi fenomeni di moral hazard); per altro verso, nella possibilità di ricorso ad ulteriori risorse finanziarie esterne all’impresa in dissesto (pubbliche o private), in assenza delle quali difficilmente potrebbe avere luogo quel delicato processo di ristrutturazione dell’ente in cui si sostanzia la risoluzione. Questo studio si prefigge di approfondire, in particolare, la tematica del finanziamento esterno della risoluzione, attraverso un’attenta disamina delle varie tecniche a tal fine individuate dal legislatore (uso dei fondi di risoluzione, impiego dei sistemi di garanzia dei depositi, ricorso a fonti «alternative» o al supporto pubblico finanziario straordinario). Il quadro normativo in esame risulta complesso, frastagliato e non privo di contraddizioni. In quest’ottica, l'analisi - condotta anche alla luce delle recenti applicazioni pratiche dei nuovi istituti, degli attuali orientamenti giurisprudenziali e delle regole in materia di aiuti di Stato – si propone di valutare criticamente il contributo offerto dalle disposizioni in tema di resolution financing all’obiettivo legislativo di conferire al sistema finanziario, attraverso un più moderno apparato di regole sulla gestione delle crisi bancarie, quella capacità di tempestiva ed efficace reazione ai fenomeni avversi e quel grado di coerenza e di solidità complessiva di cui si avverte, oggi più che mai, un assoluto bisogno.
2018
I diritti economici, Collana diretta da Mauro Giusti
9788813365592
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