« Prophetie (...) que non cognoscuntur, nisi cum fuerint iam complete ». Rivelazioni e profezie nella Cronica

L’importanza dell’esperienza profetica nella Cronica di Salimbene de Adam è difficilmente sottovalutabile: essa permea l’intera opera. In positivo, perché la Cronica è intessuta di linguaggio profetico ad almeno tre livelli: biblico, postbiblico e contemporaneo all’autore. Quello biblico, in linea con la base gioachimita del suo pensiero, informa costantemente l’esegesi del presente. Dopo il profetismo ispirato alla Bibbia, vi è quello basato sulle citazioni di testi oracolari tardoantichi e medievali: i libri sibillini, lo Pseudo-Metodio, Gioacchino da Fiore e lo Pseudo-Gioacchino, i Dicta Merlini . Infine, ci sono le profezie divinatorie o necromantiche, che sono enunciate da contemporanei, attendibili o falsari che Salimbene li giudichi, e che pure hanno un posto importante nella Cronica.