Introduzione. La lotta all’antibiotico-resistenza ha incrementato gli studi in vitro sui prodotti di origine naturale ad attività antimicrobica. Pochi, invece, sono ancora gli studi eseguiti in vivo a causa di problemi etici ed economici. Soluzioni alternative sono quindi necessarie per eseguire screening di attività antimicrobica che diano risultati predittivi di una potenziale attività terapeutica in vivo. Obiettivo. Efficacia dell’associazione idrolato di Coridothymus capitatus /amfotericina B su cheratiti sperimentali in ex vivo indotte da Candida albicans. Metodi. Cornee di coniglio in coltura sono state divise in 3 gruppi, in base ai target del modello sperimentale: I° gruppo-tollerabilità corneale; II° gruppo-infezione indotta da C. albicans ATCC 10231 dopo abrasione corneale; III° gruppo-infezione indotta mediante iniezione intrastromale. Il I° gruppo è stato trattato con ripetute instillazioni di idrolato, sottoposto a colorazione con ioduro di propidio (PI) e osservato al microscopio a fluorescenza. Il II° e il III° gruppo, dopo l’infezione, sono stati suddivisi in quattro sottogruppi (a-d). Ogni sottogruppo è stato trattato, secondo uno schema terapeutico, con l’idrolato (a), l’amfotericina B (AMB) (b), l’associazione idrolato/AMB (c) e la soluzione salina (d). Le cornee di entrambi i gruppi sono poi state analizzate per valutare la carica fungina. Risultati. Le immagini del I° gruppo hanno mostrato l’integrità della membrana delle cellule epiteliali corneali. I gruppi trattati (II° e III°) hanno mostrato una riduzione significativa della carica rispetto ai controlli (p<0.01). Inoltre, i risultati del II° gruppo hanno evidenziato una maggiore attività antimicotica dell’associazione idrolato/AMB rispetto a quella dei singoli componenti. Conclusioni. I dati nel loro insieme hanno dimostrato che l’idrolato di C. capitatus non ha attività citotossica sull’epitelio corneale e ha un maggiore effetto antimicotico in associazione con AMB quando l’infezione è conseguenza di un danno epiteliale. Probabilmente l’infezione, indotta dopo abrasione, ha consentito all’idrolato di bypassare l’epitelio e raggiungere lo stroma, strato idrofilo sottostante. Nessun incremento dell’attività dell’associazione è stato invece rilevato con l’infezione indotta mediante iniezione intrastromale, probabilmente perché l’epitelio, strato lipofilo, ha rappresentato una barriera all’assorbimento dell’idrolato all’interno della cornea.

EFFICACIA DELL’IDROLATO DI CORIDOTHYMUS CAPITATUS IN ASSOCIAZIONE ALL’AMFOTERICINA B IN UN MODELLO DI CHERATITE SPERIMENTALE INDOTTA DA CANDIDA ALBICANS

Andreana Marino
;
Nostro Antonia;Valeria D'Angelo;Manuela D'Arrigo;
2018-01-01

Abstract

Introduzione. La lotta all’antibiotico-resistenza ha incrementato gli studi in vitro sui prodotti di origine naturale ad attività antimicrobica. Pochi, invece, sono ancora gli studi eseguiti in vivo a causa di problemi etici ed economici. Soluzioni alternative sono quindi necessarie per eseguire screening di attività antimicrobica che diano risultati predittivi di una potenziale attività terapeutica in vivo. Obiettivo. Efficacia dell’associazione idrolato di Coridothymus capitatus /amfotericina B su cheratiti sperimentali in ex vivo indotte da Candida albicans. Metodi. Cornee di coniglio in coltura sono state divise in 3 gruppi, in base ai target del modello sperimentale: I° gruppo-tollerabilità corneale; II° gruppo-infezione indotta da C. albicans ATCC 10231 dopo abrasione corneale; III° gruppo-infezione indotta mediante iniezione intrastromale. Il I° gruppo è stato trattato con ripetute instillazioni di idrolato, sottoposto a colorazione con ioduro di propidio (PI) e osservato al microscopio a fluorescenza. Il II° e il III° gruppo, dopo l’infezione, sono stati suddivisi in quattro sottogruppi (a-d). Ogni sottogruppo è stato trattato, secondo uno schema terapeutico, con l’idrolato (a), l’amfotericina B (AMB) (b), l’associazione idrolato/AMB (c) e la soluzione salina (d). Le cornee di entrambi i gruppi sono poi state analizzate per valutare la carica fungina. Risultati. Le immagini del I° gruppo hanno mostrato l’integrità della membrana delle cellule epiteliali corneali. I gruppi trattati (II° e III°) hanno mostrato una riduzione significativa della carica rispetto ai controlli (p<0.01). Inoltre, i risultati del II° gruppo hanno evidenziato una maggiore attività antimicotica dell’associazione idrolato/AMB rispetto a quella dei singoli componenti. Conclusioni. I dati nel loro insieme hanno dimostrato che l’idrolato di C. capitatus non ha attività citotossica sull’epitelio corneale e ha un maggiore effetto antimicotico in associazione con AMB quando l’infezione è conseguenza di un danno epiteliale. Probabilmente l’infezione, indotta dopo abrasione, ha consentito all’idrolato di bypassare l’epitelio e raggiungere lo stroma, strato idrofilo sottostante. Nessun incremento dell’attività dell’associazione è stato invece rilevato con l’infezione indotta mediante iniezione intrastromale, probabilmente perché l’epitelio, strato lipofilo, ha rappresentato una barriera all’assorbimento dell’idrolato all’interno della cornea.
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