Oggetto di questa tesi di dottorato è la cosiddetta Marci Chronica Universalis (o Cronaca di Marco), un’operetta storiografica di taglio universale, redatta in latino alla fine del Duecento da un ignoto Marcus e incentrata sulla storia di Venezia dalla fondazione ai tempi correnti entro una cornice dedicata alle origini del mondo e alla storia della prima Chiesa. Rimasta ai margini degli studi dedicati alla cronachista medievale e utilizzata, semmai, per ricostruire il testo di ben più note compilazioni storiografiche, la Cronaca di Marco è ancora inedita, affidata a un testimone unico, il ms. It. XI 124 (= 6802) della Biblioteca Marciana di Venezia, una miscellanea di testi di interesse d’area veneta. L’opera si compone di tre libri preceduti da un Prologo: nei primi due libri si narra l’ascesa politica ed economica della Serenissima dalla leggendaria fondazione troiana (421 a.C.) fino al 1266; nel terzo, invece, che presenta una facies del tutto anomala, si ritrovano giustapposti materiali di natura differente quali importanti documenti ecclesiastici (bolle pontificie) e politici (fra cui il trattato Partitio Romaniae del 1204), brani di carattere astrologico e superstizioso, una vita dell’Anticristo, una descrizione delle pene dell'inferno, indicazioni sulle virtù terapeutiche di bagni e piante, e infine profezie varie (compresa quella tradizionalmente attribuita all'astrologo federiciano Michele Scoto e riportata anche nella Cronica di Salimbene da Parma). Sempre il terzo libro accoglie pure alcuni fatti relativi all'anno 1304, ultimo riferimento cronologico desumibile dal testo della Cronaca e utile ai fini della datazione. Il lavoro si è incentrato anzitutto sulle fonti e sulla tecnica di costruzione della Cronaca, allo scopo di saggiare la qualità storiografica dell’operetta e di individuare l’officina bibliografica di Marco, delineandone così una più limpida fisionomia culturale. Lo studio minuzioso del tessuto narrativo della Cronaca ha permesso infatti di restituire - accanto alle due fonti maggiori, peraltro già identificate nei primissimi studi ottocenteschi, ossia il Chronicon Altinate e le Estoires de Venise di Martin da Canal - tutto un reticolo di fonti minori (alcune ancora sconosciute) che costituisce l’impalcatura dell’opera. Il quadro che ne è risultato ha consentito di valutare il peso strutturante che le fonti stesse hanno esercitato sulla costruzione complessiva della Cronaca, scaturita dalla variabile interazione di tre criteri, ossia l’ordine cronologico, la contiguità tematica e la fedeltà crenologica. Sul versante dello statuto letterario dell’opera, la cui appartenenza al genere storiografico sembrava ostacolata dalla pesante ipoteca di quel III libro così anomalo, è emerso che l’opera presenta estesamente, non solo nel terzo libro, aporie contenutistiche e strutturali che inducono a ritenere la compilazione di Marco un lavoro incompiuto anche nei primi due libri, considerati invece fino a oggi come esito di una definitiva elaborazione. Quanto al terzo libro, esso costituirebbe un'appendice di materiali di scrittoio, raccolti probabilmente in vista di futuri impieghi ma rimasti in attesa di una sistemazione che di fatto non è mai avvenuta. La Cronaca di Marco che ci è giunta sarebbe insomma un’opera ancora in fieri, posta nel territorio della storiografia ma a confine con l’enciclopedismo; è un testo che presenta differenti gradi di elaborazione ma che aspirava a divenire una narrazione storica a primordiis di Venezia a integrazione e sostituzione delle precedenti entro una cornice universalistica del tutto nuova.

La Cronaca di Marco. Linee storiografiche e culturali a Venezia nel XIII secolo.

BELLANTONE, DANIELA
2018-12-18

Abstract

Oggetto di questa tesi di dottorato è la cosiddetta Marci Chronica Universalis (o Cronaca di Marco), un’operetta storiografica di taglio universale, redatta in latino alla fine del Duecento da un ignoto Marcus e incentrata sulla storia di Venezia dalla fondazione ai tempi correnti entro una cornice dedicata alle origini del mondo e alla storia della prima Chiesa. Rimasta ai margini degli studi dedicati alla cronachista medievale e utilizzata, semmai, per ricostruire il testo di ben più note compilazioni storiografiche, la Cronaca di Marco è ancora inedita, affidata a un testimone unico, il ms. It. XI 124 (= 6802) della Biblioteca Marciana di Venezia, una miscellanea di testi di interesse d’area veneta. L’opera si compone di tre libri preceduti da un Prologo: nei primi due libri si narra l’ascesa politica ed economica della Serenissima dalla leggendaria fondazione troiana (421 a.C.) fino al 1266; nel terzo, invece, che presenta una facies del tutto anomala, si ritrovano giustapposti materiali di natura differente quali importanti documenti ecclesiastici (bolle pontificie) e politici (fra cui il trattato Partitio Romaniae del 1204), brani di carattere astrologico e superstizioso, una vita dell’Anticristo, una descrizione delle pene dell'inferno, indicazioni sulle virtù terapeutiche di bagni e piante, e infine profezie varie (compresa quella tradizionalmente attribuita all'astrologo federiciano Michele Scoto e riportata anche nella Cronica di Salimbene da Parma). Sempre il terzo libro accoglie pure alcuni fatti relativi all'anno 1304, ultimo riferimento cronologico desumibile dal testo della Cronaca e utile ai fini della datazione. Il lavoro si è incentrato anzitutto sulle fonti e sulla tecnica di costruzione della Cronaca, allo scopo di saggiare la qualità storiografica dell’operetta e di individuare l’officina bibliografica di Marco, delineandone così una più limpida fisionomia culturale. Lo studio minuzioso del tessuto narrativo della Cronaca ha permesso infatti di restituire - accanto alle due fonti maggiori, peraltro già identificate nei primissimi studi ottocenteschi, ossia il Chronicon Altinate e le Estoires de Venise di Martin da Canal - tutto un reticolo di fonti minori (alcune ancora sconosciute) che costituisce l’impalcatura dell’opera. Il quadro che ne è risultato ha consentito di valutare il peso strutturante che le fonti stesse hanno esercitato sulla costruzione complessiva della Cronaca, scaturita dalla variabile interazione di tre criteri, ossia l’ordine cronologico, la contiguità tematica e la fedeltà crenologica. Sul versante dello statuto letterario dell’opera, la cui appartenenza al genere storiografico sembrava ostacolata dalla pesante ipoteca di quel III libro così anomalo, è emerso che l’opera presenta estesamente, non solo nel terzo libro, aporie contenutistiche e strutturali che inducono a ritenere la compilazione di Marco un lavoro incompiuto anche nei primi due libri, considerati invece fino a oggi come esito di una definitiva elaborazione. Quanto al terzo libro, esso costituirebbe un'appendice di materiali di scrittoio, raccolti probabilmente in vista di futuri impieghi ma rimasti in attesa di una sistemazione che di fatto non è mai avvenuta. La Cronaca di Marco che ci è giunta sarebbe insomma un’opera ancora in fieri, posta nel territorio della storiografia ma a confine con l’enciclopedismo; è un testo che presenta differenti gradi di elaborazione ma che aspirava a divenire una narrazione storica a primordiis di Venezia a integrazione e sostituzione delle precedenti entro una cornice universalistica del tutto nuova.
18-dic-2018
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D. Bellantone, Tesi di dottorato, La Cronaca di Marco. Linee storiografiche e culturali a Venezia nel XIII secolo.pdf

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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11570/3133545
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