Il saggio si presenta come una riflessione sui complessi rapporti tra principio democratico e potere economico nel sistema costituzionale: in ordine a tale problematica, si afferma che l’architrave della “costituzione economica” si deve ravvisare nel principio di sussidiarietà, in base al quale si possono porre in equilibrio le libertà economiche ed i valori costituzionali alla cui tutela è funzionalizzato l’intervento pubblico nella dinamica economica. In ragione appunto del ruolo centrale riconosciuto al principio di sussidiarietà, si avanza la tesi secondo la quale il primato che al diritto costituzionale deve riconoscersi rispetto alle diverse dimensioni nelle quali si articola il sistema sociale complessivo non può che affermarsi e farsi valere se non nella e per la relazione, e perciò attivando dinamiche di tipo circolare: così è per il primato del diritto costituzionale – tramite la politica – sulla sfera economica; così è per il primato degli organi di direzione politica (democraticamente legittimati) rispetto ad autorità sorrette da diverse istanze di legittimazione (come le Banche centrali, tecnocraticamente legittimate); così è per il primato del diritto nazionale rispetto al diritto sovranazionale (segnatamente, dell’Unione europea). Inoltre, si osserva che anche in seno allo stesso diritto costituzionale, nell’ipotesi di conflitto tra valori costituzionali, il bilanciamento ragionevole si risolve nel primato di un valore che può assumere forma positiva soltanto nell’ambito della relazione che nelle specifiche fattispecie questo viene ad intrattenere con gli altri principi concorrenti, e dunque nello “spazio” consentito dall’esigenza di non sacrificare il loro nucleo essenziale.
Democrazia e potere economico: la "forma" del primato costituzionale
D'Andrea Luigi
2018-01-01
Abstract
Il saggio si presenta come una riflessione sui complessi rapporti tra principio democratico e potere economico nel sistema costituzionale: in ordine a tale problematica, si afferma che l’architrave della “costituzione economica” si deve ravvisare nel principio di sussidiarietà, in base al quale si possono porre in equilibrio le libertà economiche ed i valori costituzionali alla cui tutela è funzionalizzato l’intervento pubblico nella dinamica economica. In ragione appunto del ruolo centrale riconosciuto al principio di sussidiarietà, si avanza la tesi secondo la quale il primato che al diritto costituzionale deve riconoscersi rispetto alle diverse dimensioni nelle quali si articola il sistema sociale complessivo non può che affermarsi e farsi valere se non nella e per la relazione, e perciò attivando dinamiche di tipo circolare: così è per il primato del diritto costituzionale – tramite la politica – sulla sfera economica; così è per il primato degli organi di direzione politica (democraticamente legittimati) rispetto ad autorità sorrette da diverse istanze di legittimazione (come le Banche centrali, tecnocraticamente legittimate); così è per il primato del diritto nazionale rispetto al diritto sovranazionale (segnatamente, dell’Unione europea). Inoltre, si osserva che anche in seno allo stesso diritto costituzionale, nell’ipotesi di conflitto tra valori costituzionali, il bilanciamento ragionevole si risolve nel primato di un valore che può assumere forma positiva soltanto nell’ambito della relazione che nelle specifiche fattispecie questo viene ad intrattenere con gli altri principi concorrenti, e dunque nello “spazio” consentito dall’esigenza di non sacrificare il loro nucleo essenziale.File | Dimensione | Formato | |
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