È ormai consolidata in letteratura l’idea che la formazione dell’assistente sociale non possa essere esclusivamente di tipo nomotetico ma debba passare per una modalità partecipativa, riflessiva, attiva, idiografica (Pellegrino 2018; Gui 2017; Pellegrino, Scivoletto, 2015; Fargion 2013; Tarsia 2009). È da questi presupposti che si è partiti con la sperimentazione di una didattica partecipata e situata (Lave, Wenger 2006) che nell’arco di due anni ha coinvolto 100 studenti iscritti al primo anno e circa 60 assistenti sociali della provincia di Messina nell’ambito delle materie caratterizzanti del CdS in Scienze del Servizio sociale di Messina. Nel I anno si è lavorato con gli studenti alla costruzione dei principali modelli teorico- operativi del Servizio sociale attraverso la somministrazione di una intervista in profondità alle assistenti sociali di enti del settore pubblico e del privato sociale. Il metodo è stato di tipo induttivo-fenomenologico- costruttivista (prassi-teoria-prassi). Ad oggi è in corso la valutazione (tramite un questionario semi-strutturato) dell’azione del primo anno: le traiettorie seguite sono due 1) ricaduta sull’apprendimento delle conoscenze proprie del Servizio sociale 2) ricaduta sull’apprendimento situato nell’ambito del tirocinio. Durante il II anno sono state organizzate due lezioni partecipate e situate sui temi dei «servizi per pazienti psichiatrici» e «servizi di accoglienza per migranti forzati»: la regia è stata di due tavoli di coordinamento (ricercatori, professionisti del settore e beneficiari/ospiti dei servizi). Il processo è stato scandito da tre momenti: organizzazione della lezione, lezione, verifica. La verifica è stata realizzata attraverso l’analisi SWOT e ha rilevato il tipo di valore aggiunto che la partecipazione a questa esperienza ha determinato sugli operatori e il gradimento degli studenti. I risultati della ricerca interessano, da un lato, la ricaduta dell’utilizzo di questa metodologia di lavoro sulla formazione universitaria degli studenti e dall’altro l’implementazione delle competenze degli operatori in termini di lifelong learning e aggiornamento professionale: aspetti particolarmente interessanti riguardano l’ampliamento della visuale su questioni di competenza specifica; investimento nell’ampliamento della rete; aderenza della didattica alle questioni legate all’innovazione della pratica professionale; significazione del patto formativo tra CdS ed enti convenzionati per il tirocinio.

Studenti e operatori esperti: un’esperienza di cooperazione didattica

Tarsia T.
2019-01-01

Abstract

È ormai consolidata in letteratura l’idea che la formazione dell’assistente sociale non possa essere esclusivamente di tipo nomotetico ma debba passare per una modalità partecipativa, riflessiva, attiva, idiografica (Pellegrino 2018; Gui 2017; Pellegrino, Scivoletto, 2015; Fargion 2013; Tarsia 2009). È da questi presupposti che si è partiti con la sperimentazione di una didattica partecipata e situata (Lave, Wenger 2006) che nell’arco di due anni ha coinvolto 100 studenti iscritti al primo anno e circa 60 assistenti sociali della provincia di Messina nell’ambito delle materie caratterizzanti del CdS in Scienze del Servizio sociale di Messina. Nel I anno si è lavorato con gli studenti alla costruzione dei principali modelli teorico- operativi del Servizio sociale attraverso la somministrazione di una intervista in profondità alle assistenti sociali di enti del settore pubblico e del privato sociale. Il metodo è stato di tipo induttivo-fenomenologico- costruttivista (prassi-teoria-prassi). Ad oggi è in corso la valutazione (tramite un questionario semi-strutturato) dell’azione del primo anno: le traiettorie seguite sono due 1) ricaduta sull’apprendimento delle conoscenze proprie del Servizio sociale 2) ricaduta sull’apprendimento situato nell’ambito del tirocinio. Durante il II anno sono state organizzate due lezioni partecipate e situate sui temi dei «servizi per pazienti psichiatrici» e «servizi di accoglienza per migranti forzati»: la regia è stata di due tavoli di coordinamento (ricercatori, professionisti del settore e beneficiari/ospiti dei servizi). Il processo è stato scandito da tre momenti: organizzazione della lezione, lezione, verifica. La verifica è stata realizzata attraverso l’analisi SWOT e ha rilevato il tipo di valore aggiunto che la partecipazione a questa esperienza ha determinato sugli operatori e il gradimento degli studenti. I risultati della ricerca interessano, da un lato, la ricaduta dell’utilizzo di questa metodologia di lavoro sulla formazione universitaria degli studenti e dall’altro l’implementazione delle competenze degli operatori in termini di lifelong learning e aggiornamento professionale: aspetti particolarmente interessanti riguardano l’ampliamento della visuale su questioni di competenza specifica; investimento nell’ampliamento della rete; aderenza della didattica alle questioni legate all’innovazione della pratica professionale; significazione del patto formativo tra CdS ed enti convenzionati per il tirocinio.
2019
9788894470604
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