Nonostante siano stati condotti vari studi per valutare la prevalenza della PPT nel mondo (Italia inclusa), in letteratura non erano disponibili dati relativi alla prevalenza di PPT in Sicilia (Sud Italia) né alla sua evoluzione in PH. Inoltre, poiché in una coorte di donne campionata in prossimità del parto per altri scopi, avevamo riscontrato dei tassi di positività di anticorpi tiroidei di circa il 12%, abbiamo ipotizzato che in un’ulteriore coorte di donne gravide, avremmo potuto rilevare un tasso di PPT simile a quello riportato in uno studio ligure (22.1%) rispetto a quello riportato in un altro studio pugliese (3.9%), e un tasso di PH di circa il 50%, simile a quello riportato sia in Liguria sia in Puglia. Inoltre, un solo precedente studio brasiliano aveva valutato, ma solo per gli AbTPO, il ruolo predittivo di valori alto/normali di questi anticorpi (in aggiunta a valori elevati) e il valore predittivo dell’ecografia tiroidea.
Titolo: | LA TIROIDITE POSTPARTUM: PREVALENZA DELLA MALATTIA NELL’AREA DELLO STRETTO DI MESSINA, FATTORI PREDITTIVI E POSSIBILE PREVENZIONE ALIMENTARE |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | 7-nov-2019 |
Abstract: | Nonostante siano stati condotti vari studi per valutare la prevalenza della PPT nel mondo (Italia inclusa), in letteratura non erano disponibili dati relativi alla prevalenza di PPT in Sicilia (Sud Italia) né alla sua evoluzione in PH. Inoltre, poiché in una coorte di donne campionata in prossimità del parto per altri scopi, avevamo riscontrato dei tassi di positività di anticorpi tiroidei di circa il 12%, abbiamo ipotizzato che in un’ulteriore coorte di donne gravide, avremmo potuto rilevare un tasso di PPT simile a quello riportato in uno studio ligure (22.1%) rispetto a quello riportato in un altro studio pugliese (3.9%), e un tasso di PH di circa il 50%, simile a quello riportato sia in Liguria sia in Puglia. Inoltre, un solo precedente studio brasiliano aveva valutato, ma solo per gli AbTPO, il ruolo predittivo di valori alto/normali di questi anticorpi (in aggiunta a valori elevati) e il valore predittivo dell’ecografia tiroidea. Una percentuale compresa tra il 33 e il 50% delle donne gravide AbTPO+ è a rischio di sviluppare PPT. Conseguentemente, lo screening effettuato impiegando solo il dosaggio di questo tipo di Ab non permette di individuare un 50-67% di donne che svilupperanno PPT. Inoltre, è stato osservato che sia AITD che AINTD (tra cui il DM-1) sono associate, rispetto al passato, a una minor frequenza di positività dei classici anticorpi anti-tiroide ed, invece, ad una frequenza via via crescente di AbOT. E’ quindi possibile che tra le donne che non risultino positive ai classici anticorpi anti-tiroide ma che svilupperanno PPT, esista un certo numero di donne AbOT positive. Ne consegue, che il dosaggio degli AbOT potrebbe essere utile per identificare queste donne. In letteratura è documentato l’effetto protettivo del consumo di pesce o della supplementazione con acidi grassi polinsaturi omega 3 (PUFA), nella prevenzione delle patologie autoimmuni e non autoimmuni, al contrario della carne, il cui consumo ha spesso effetti opposti. Tuttavia, i pesci, soprattutto i grossi pesci predatori come il pesce spada, sono tra i principali esseri viventi che ingeriscono (e quindi accumulano) agenti inquinanti, tra cui il mercurio, mentre il pesce azzurro è particolarmente ricco di PUFA e povero -in quanto di piccola taglia- di agenti inquinanti. Nel territorio in cui viviamo sia il pesce spada sia il pesce azzurro, sono abbondanti, e grazie a questa possibilità è stato condotto un precedente studio su 236 donne gravide. In quello studio, era stato dimostrato che il consumo esclusivo o prevalente di pesce spada (gruppo A) era associato ad alti livelli di positività degli anticorpi anti-tiroide (AbTPO e AbTg) ai vari tempi valutati (1°, 2°, 3° trimestre di gestazione e 4° giornata postpartum). Al contrario, il consumo esclusivo o predominante di pesce azzurro (gruppo B) era associato ad AbTPO e AbTg negativi. Livelli anticorpali intermedi erano presenti nel gruppo C (scarso consumo di pesce spada con o senza scarso consumo di pesce azzurro, ma predominante consumo di altri pesci) e nel gruppo D (consumo di pesce diverso dal pesce spada e dal pesce azzurro). Anche le frequenze di positività tanto per AbTg quanto per AbTPO erano più alte nel gruppo A, più basse nel gruppo B, ed intermedie nei gruppi C e D. In quello studio fu anche arruolato un piccolo numero di donne che non consumavano alcun tipo di pesce (carnivore; gruppo E); in tali donne sia le frequenze sia le concentrazioni sieriche tanto di AbTg quanto di AbTPO erano ancor più alte di quelle del gruppo A. |
Handle: | http://hdl.handle.net/11570/3146591 |
Appare nelle tipologie: | Tesi di dottorato |
File in questo prodotto:
File | Descrizione | Tipologia | Licenza | |
---|---|---|---|---|
tesi_dottorato_Flavia_Di_Bari-def.pdf | TESI DI DOTTORATO | Versione Editoriale (PDF) | Tutti i diritti riservati (All rights reserved) | Open Access Visualizza/Apri |