La ricerca ha dimostrato che l’attività fisica ha un effetto positivo su diverse funzioni cognitive ed evidenze convergenti suggeriscono che tali miglioramenti sono associati a cambiamenti strutturali del cervello. Nella pratica a lungo termine i fattori che mediano la relazione tra il fitness cardiovascolare e la cognizione includono meccanismi complessi che favoriscono la plasticità; nella pratica a breve termine cambiamenti dell’attivazione elettrocorticale sono legati a variazioni del livello di arousal e delle capacità di elaborazione dell’informazione. Aspetti “qualitativi” dell’attività fisica possono avere effetti differenziali sulla cognizione, facilitare i meccanismi sottostanti l’apprendimento e predisporre i soggetti ad ottenere benefici più marcati derivanti da un empowerment cognitivo. Lo scopo della prima ricerca sperimentale è stato quello di analizzare gli effetti di diverse tipologie di attività fisica sulla cognizione ed esaminare gli esiti di sinergia con l’empowerment cognitivo. Un gruppo di studenti universitari (n = 84) è stato esposto a diverse tipologie di training (aerobica, arti marziali, stretching e training cognitivo) per un periodo di due mesi consecutivi. In seguito, metà dei partecipanti appartenenti ai due gruppi sperimentali (aerobica e arti marziali) hanno svolto un potenziamento cognitivo per un periodo di pari durata, mentre i due gruppi di controllo (stretching e training cognitivo) hanno sospeso le attività. I risultati hanno dimostrato che l’esposizione a training motori può favorire il miglioramento di componenti come la flessibilità cognitiva, le capacità di inibizione, la WM e l’attenzione in modo diversificato; inoltre, il gruppo esposto all’attività motoria complessa in associazione al training cognitivo ha presentato effetti più generalizzati. L’obbiettivo della seconda ricerca sperimentale è stato quello di indagare la presenza di una variazione nell’attività elettrocorticale come conseguenza di diversi tipi di attività fisica. Una parte dei soggetti della prima ricerca (n = 30) ha svolto attività diversificate, sia rispetto alla tipologia, sia rispetto all’intensità (acuta, media e anaerobica) per un periodo di 35 minuti. Le differenze di attivazione elettrocorticale tra il baseline e il post-test hanno dimostrato una attivazione cerebrale maggiore come conseguenza dell’esercizio aerobico acuto, provato da un aumento della potenza assoluta di beta. I risultati delle due ricerche sperimentali dimostrano effetti benefici legati alla pratica dell’esercizio fisico sia a breve che a lungo temine; nello specifico, attività fisiche complesse conducono a miglioramenti delle funzioni cognitive di alto livello, fornendo le basi per una stimolazione cognitiva, mentre la pratica acuta ha un effetto sull’attivazione corticale che può favorire la performance cognitiva.

Effetti differenziali di training motori e cognitivi nei fattori neuropsicologici di soggetti adulti

TOWEY, GIULIA EMMA
2019-11-14

Abstract

La ricerca ha dimostrato che l’attività fisica ha un effetto positivo su diverse funzioni cognitive ed evidenze convergenti suggeriscono che tali miglioramenti sono associati a cambiamenti strutturali del cervello. Nella pratica a lungo termine i fattori che mediano la relazione tra il fitness cardiovascolare e la cognizione includono meccanismi complessi che favoriscono la plasticità; nella pratica a breve termine cambiamenti dell’attivazione elettrocorticale sono legati a variazioni del livello di arousal e delle capacità di elaborazione dell’informazione. Aspetti “qualitativi” dell’attività fisica possono avere effetti differenziali sulla cognizione, facilitare i meccanismi sottostanti l’apprendimento e predisporre i soggetti ad ottenere benefici più marcati derivanti da un empowerment cognitivo. Lo scopo della prima ricerca sperimentale è stato quello di analizzare gli effetti di diverse tipologie di attività fisica sulla cognizione ed esaminare gli esiti di sinergia con l’empowerment cognitivo. Un gruppo di studenti universitari (n = 84) è stato esposto a diverse tipologie di training (aerobica, arti marziali, stretching e training cognitivo) per un periodo di due mesi consecutivi. In seguito, metà dei partecipanti appartenenti ai due gruppi sperimentali (aerobica e arti marziali) hanno svolto un potenziamento cognitivo per un periodo di pari durata, mentre i due gruppi di controllo (stretching e training cognitivo) hanno sospeso le attività. I risultati hanno dimostrato che l’esposizione a training motori può favorire il miglioramento di componenti come la flessibilità cognitiva, le capacità di inibizione, la WM e l’attenzione in modo diversificato; inoltre, il gruppo esposto all’attività motoria complessa in associazione al training cognitivo ha presentato effetti più generalizzati. L’obbiettivo della seconda ricerca sperimentale è stato quello di indagare la presenza di una variazione nell’attività elettrocorticale come conseguenza di diversi tipi di attività fisica. Una parte dei soggetti della prima ricerca (n = 30) ha svolto attività diversificate, sia rispetto alla tipologia, sia rispetto all’intensità (acuta, media e anaerobica) per un periodo di 35 minuti. Le differenze di attivazione elettrocorticale tra il baseline e il post-test hanno dimostrato una attivazione cerebrale maggiore come conseguenza dell’esercizio aerobico acuto, provato da un aumento della potenza assoluta di beta. I risultati delle due ricerche sperimentali dimostrano effetti benefici legati alla pratica dell’esercizio fisico sia a breve che a lungo temine; nello specifico, attività fisiche complesse conducono a miglioramenti delle funzioni cognitive di alto livello, fornendo le basi per una stimolazione cognitiva, mentre la pratica acuta ha un effetto sull’attivazione corticale che può favorire la performance cognitiva.
14-nov-2019
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