Lo studio si propone di delineare le dinamiche socio-economiche, gli assetti territoriali e la situazione storica generale dell’area calabrese nel corso della prima metà del V secolo, allorché la presenza vandala nelle acque del Mediterraneo sembrò, in una prima fase, spezzare gli equilibri di lunga durata che la compagine imperiale romana aveva instaurato nei lunghi secoli di traffici commerciali e di economia di scambio e di mercato, riflesso, tra gli altri, di stabilità politica. L’analisi incrociata di fonti scritte e documenti attinenti alla sfera della cultura materiale dell’area peninsulare presa in esame, mostra che, sebbene i fattori evenemenziali riconducibili a incursioni vandale lungo la costa sud-orientale dell’attuale Calabria hanno lasciato indubbie tracce di traumi materiali nel territorio, non possono essere additati quali cause prime per i mutamenti occorsi alla soglia, per molti aspetti cruciale, del V secolo, trasformazioni che avrebbero subìto piuttosto un’accelerazione funzionale dal passaggio dei barbari, senza esserne direttamente correlati, e le cui motivazioni profonde andrebbero piuttosto ricercate in fattori di natura endogena. Tracce più significative, interpretabili come riflesso, diretto o indiretto, di una presenza vandala ‘invasiva’ nell’area bruzia, sono enucleabili da una prima organizzazione in strutture difensive dei contesti urbani e rurali e, dal punto di vista più strettamente economico, dalla crisi della media e piccola proprietà terriera, e, con affetti a lungo termine, dal radicarsi di taluni poteri locali come controparte dell’autorità pubblica.

I riflessi sui Bruttii della presenza vandala nel Mediterraneo: difesa del territorio e assetti socio-economici.

Rosalba Arcuri
2014-01-01

Abstract

Lo studio si propone di delineare le dinamiche socio-economiche, gli assetti territoriali e la situazione storica generale dell’area calabrese nel corso della prima metà del V secolo, allorché la presenza vandala nelle acque del Mediterraneo sembrò, in una prima fase, spezzare gli equilibri di lunga durata che la compagine imperiale romana aveva instaurato nei lunghi secoli di traffici commerciali e di economia di scambio e di mercato, riflesso, tra gli altri, di stabilità politica. L’analisi incrociata di fonti scritte e documenti attinenti alla sfera della cultura materiale dell’area peninsulare presa in esame, mostra che, sebbene i fattori evenemenziali riconducibili a incursioni vandale lungo la costa sud-orientale dell’attuale Calabria hanno lasciato indubbie tracce di traumi materiali nel territorio, non possono essere additati quali cause prime per i mutamenti occorsi alla soglia, per molti aspetti cruciale, del V secolo, trasformazioni che avrebbero subìto piuttosto un’accelerazione funzionale dal passaggio dei barbari, senza esserne direttamente correlati, e le cui motivazioni profonde andrebbero piuttosto ricercate in fattori di natura endogena. Tracce più significative, interpretabili come riflesso, diretto o indiretto, di una presenza vandala ‘invasiva’ nell’area bruzia, sono enucleabili da una prima organizzazione in strutture difensive dei contesti urbani e rurali e, dal punto di vista più strettamente economico, dalla crisi della media e piccola proprietà terriera, e, con affetti a lungo termine, dal radicarsi di taluni poteri locali come controparte dell’autorità pubblica.
2014
978-88-9402180-6
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