Il contributo si suddivide in tre sezioni principali. Nella sezione I, si prende in particolare in esame il tema della dignità del morente nella cornice costituzionale (e le indicazioni che da essa possono trarsene sul piano normativo). In tal senso viene, quindi, approfondito l’orizzonte costituzionale della dignità – tanto nella sua dimensione, per così dire, extra-determinata quanto, e soprattutto, in quella intra-determinata (cap. I) – ed il riflesso che essa inevitabilmente proietta sia sull’an che sul quomodo della normazione sul fine-vita (cap. II). Dal punto di vista dell’an, vengono perciò analizzate l’opportunità ovvero la necessità di un intervento regolatorio sia in vitro che nel vivo dell’esperienza legislativa concreta: ciò evidentemente al fine di individuare un ragionevole punto di equilibrio tra l’iniziale troppo poco (dell’“immobilismo” legislativo, cioè) ed il successivo troppo (del “parossismo” normativo, vale a dire). Il diverso profilo del quomodo della disciplina normativa viene poi assoggettato a vaglio critico sotto almeno tre aspetti: politico-istituzionale, tecnico-medico e, naturalmente, giuridico (quest’ultimo indagato dal precipuo angolo visuale del rapporto tra il diritto legislativo ex se considerato ed il preesistente diritto giurisprudenziale). Nella sezione II viene specificamente esaminato il principio del consenso informato con speciale riferimento ai dettami di cui alla legge n. 219/2017, a partire dalla solidità dell’an astratto (nella dimensione deontologica ed etica) per giungere alla fragilità nel quomodo concreto (si pensi, ad esempio, al contenuto ed ai limiti della c.d. alleanza terapeutica tra paziente e medico (cap. III). La sezione III si propone di approfondire, infine, tanto la disposizione attuale delle cure quanto la pianificazione futura nella legge n. 219 cit. Con riguardo alla prima, vengono in particolare individuati (cap. IV) tre momenti logicamente-cronologicamente collegati nel processo c.d. di volizione e, cioè: l’elaborazione del consenso (prima fase); l’acquisizione del consenso (seconda fase); l’efficacia del consenso sull’attività medica (terza fase). Relativamente alla seconda, infine, si ripartisce (cap. V) la disciplina legislativa nelle tre fasi, rispettivamente, dell’elaborazione, dell’esecuzione e dell’efficacia delle c.d. dichiarazioni anticipate di trattamento (D.A.T.). Lo studio si conclude con una riflessione sul tentativo della giurisprudenza costituzionale di integrare (e portare, quindi, a definitivo completamento) lo statuto costituzionale della dignità del morente, pur sempre nel “segno assiologico” previamente delineato dal legislatore.
Disposizioni di trattamento e dignità del paziente
Agosta Stefano
2020-01-01
Abstract
Il contributo si suddivide in tre sezioni principali. Nella sezione I, si prende in particolare in esame il tema della dignità del morente nella cornice costituzionale (e le indicazioni che da essa possono trarsene sul piano normativo). In tal senso viene, quindi, approfondito l’orizzonte costituzionale della dignità – tanto nella sua dimensione, per così dire, extra-determinata quanto, e soprattutto, in quella intra-determinata (cap. I) – ed il riflesso che essa inevitabilmente proietta sia sull’an che sul quomodo della normazione sul fine-vita (cap. II). Dal punto di vista dell’an, vengono perciò analizzate l’opportunità ovvero la necessità di un intervento regolatorio sia in vitro che nel vivo dell’esperienza legislativa concreta: ciò evidentemente al fine di individuare un ragionevole punto di equilibrio tra l’iniziale troppo poco (dell’“immobilismo” legislativo, cioè) ed il successivo troppo (del “parossismo” normativo, vale a dire). Il diverso profilo del quomodo della disciplina normativa viene poi assoggettato a vaglio critico sotto almeno tre aspetti: politico-istituzionale, tecnico-medico e, naturalmente, giuridico (quest’ultimo indagato dal precipuo angolo visuale del rapporto tra il diritto legislativo ex se considerato ed il preesistente diritto giurisprudenziale). Nella sezione II viene specificamente esaminato il principio del consenso informato con speciale riferimento ai dettami di cui alla legge n. 219/2017, a partire dalla solidità dell’an astratto (nella dimensione deontologica ed etica) per giungere alla fragilità nel quomodo concreto (si pensi, ad esempio, al contenuto ed ai limiti della c.d. alleanza terapeutica tra paziente e medico (cap. III). La sezione III si propone di approfondire, infine, tanto la disposizione attuale delle cure quanto la pianificazione futura nella legge n. 219 cit. Con riguardo alla prima, vengono in particolare individuati (cap. IV) tre momenti logicamente-cronologicamente collegati nel processo c.d. di volizione e, cioè: l’elaborazione del consenso (prima fase); l’acquisizione del consenso (seconda fase); l’efficacia del consenso sull’attività medica (terza fase). Relativamente alla seconda, infine, si ripartisce (cap. V) la disciplina legislativa nelle tre fasi, rispettivamente, dell’elaborazione, dell’esecuzione e dell’efficacia delle c.d. dichiarazioni anticipate di trattamento (D.A.T.). Lo studio si conclude con una riflessione sul tentativo della giurisprudenza costituzionale di integrare (e portare, quindi, a definitivo completamento) lo statuto costituzionale della dignità del morente, pur sempre nel “segno assiologico” previamente delineato dal legislatore.File | Dimensione | Formato | |
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