La filosofia delle relazioni oggettuali che qui viene presentata intende essere anzitutto una teoria generale del rapporto che l’Io intrattiene col mondo. Determinandosi in questo modo, però, essa mostra di essere fin da subito anche un’antropologia trascendentale e anche un’etica fondamentale. Da sempre, infatti, ci troviamo e pensare il mondo oggettuale senza neutralità e senza indifferenza, perché gli oggetti di cui esso si compone sono sempre qualcosa che desideriamo o che all’opposto avversiamo. Il mondo, dunque, ci appare fin da subito sotto il segno della bontà oppure sotto quello della malvagità. E lo stesso si deve dire di quegli oggetti speciali che il mondo tiene in sé e che sono gli altri-Io o gli altri-Noi. Il senso di pratiche esistenziali ed etiche fondamentali, quali sono amare ed odiare, accoglie-re e respingere, distruggere e riparare, si stabilisce a partire soprattutto dalla capacità di riconoscere, secondo verità, il bene ed il male che da-gli altri-Io viene o può venire. In questo modo, allora, anche lo sviluppo della più ampia società umana si regge sulla capacità di non presuppor-re sempre e comunque la malvagità altrui. Sol-tanto un pensiero capace di autentica gratitudine è, al contrario, in grado di porre un freno al dilagare dell’invidia e dell’avidità che impediscono la crescita di una buona giustizia sociale. D’altra parte, l’odio distruttivo, al culmine del quale si colloca il terrorismo, domina proprio quel pensiero che vede solo aggressione e malvagità intorno a sé, e che, pertanto, non sa più esser grato a nessuno. Per far fronte alle intenzioni di morte che l’odio distruttivo comanda, allora, la filosofia delle relazioni oggettuali deve infine svilupparsi anche come un’etica del ripa-rare: quando l’angoscia ha preso il sopravvento, e l’odio distruttivo ha colpito ciò che non si sarebbe dovuto colpire, riparare è il nome che assume il nostro ultimo dovere e la nostra ultima speranza.
L’oggetto buono dell’Io. Etica e filosofia delle relazioni oggettuali
PAOLO BETTINESCHI
2018-01-01
Abstract
La filosofia delle relazioni oggettuali che qui viene presentata intende essere anzitutto una teoria generale del rapporto che l’Io intrattiene col mondo. Determinandosi in questo modo, però, essa mostra di essere fin da subito anche un’antropologia trascendentale e anche un’etica fondamentale. Da sempre, infatti, ci troviamo e pensare il mondo oggettuale senza neutralità e senza indifferenza, perché gli oggetti di cui esso si compone sono sempre qualcosa che desideriamo o che all’opposto avversiamo. Il mondo, dunque, ci appare fin da subito sotto il segno della bontà oppure sotto quello della malvagità. E lo stesso si deve dire di quegli oggetti speciali che il mondo tiene in sé e che sono gli altri-Io o gli altri-Noi. Il senso di pratiche esistenziali ed etiche fondamentali, quali sono amare ed odiare, accoglie-re e respingere, distruggere e riparare, si stabilisce a partire soprattutto dalla capacità di riconoscere, secondo verità, il bene ed il male che da-gli altri-Io viene o può venire. In questo modo, allora, anche lo sviluppo della più ampia società umana si regge sulla capacità di non presuppor-re sempre e comunque la malvagità altrui. Sol-tanto un pensiero capace di autentica gratitudine è, al contrario, in grado di porre un freno al dilagare dell’invidia e dell’avidità che impediscono la crescita di una buona giustizia sociale. D’altra parte, l’odio distruttivo, al culmine del quale si colloca il terrorismo, domina proprio quel pensiero che vede solo aggressione e malvagità intorno a sé, e che, pertanto, non sa più esser grato a nessuno. Per far fronte alle intenzioni di morte che l’odio distruttivo comanda, allora, la filosofia delle relazioni oggettuali deve infine svilupparsi anche come un’etica del ripa-rare: quando l’angoscia ha preso il sopravvento, e l’odio distruttivo ha colpito ciò che non si sarebbe dovuto colpire, riparare è il nome che assume il nostro ultimo dovere e la nostra ultima speranza.Pubblicazioni consigliate
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