La netta prevalenza di un patrimonio abitativo vetusto, oltre il 65% è stato infatti costruito precedentemente alla prima legge che introduceva criteri per il risparmio energetico (1976), ha già provocato un cambio di prospettiva nell’approccio all’edilizia. La necessità di proporre, da parte di ricercatori, studiosi, produttori, progettisti e tecnici in genere, sistemi per il risparmio energetico dell’involucro edilizio appare una priorità che non può essere sottovalutata. Al problema prestazionale, di per sé complesso anche per il continuo elevarsi di standard difficili da raggiungere, si aggiunge quello di trovare soluzioni valide per i diversi linguaggi architettonici presenti. Nel caso di edifici intonacati è apparso abbastanza scontato ricorrere ai classici “cappotti” con i quali è anche possibile ripristinare la leggibilità delle trame di pilastri e travi che tanto hanno caratterizzato l’edilizia residenziale dal secondo dopoguerra. Molto diverso è il discorso se parliamo di pannelli prefabbricati e andrebbe affrontato con un duplice punto di vista: da un lato l’approccio al costruito esistente le cui facciate siano state a suo tempo realizzate in pannelli, spostando il problema (se escludiamo quelli monostrato) dal corpo del singolo componente prodotto industrialmente ai numerosissimi giunti tra i vari elementi, con un incremento diffuso dei ponti termici, dall’altro le potenzialità di pannelli ad alte prestazioni e di ultima generazione che potrebbero essere utilizzati in interventi sull’esistente. Si intende qui aprire una riflessione in merito a cosa si potrebbe ottenere in termini di prestazioni termoigrometriche, ferme restando le molteplici potenzialità a livello di restyling, con il ricorso a pannelli prefabbricati per facciate, sia per il completamento di edifici in costruzione (compresi molti “scheletri” mai tamponati) sia per gli interventi di miglioramento energetico sul costruito esistente. Quindi si analizzeranno brevemente la logica e la storia delle tamponature prefabbricate, a cui la stessa filosofia del loro impiego nel recupero/adeguamento in qualche modo si ispira, e alcuni esempi di pannellature prefabbricate che per l’elevato livello prestazionale rappresentano risultati notevoli ai quali ispirarsi.

Tamponature portate in elementi prefabbricati in officina

F. Minutoli
2020-01-01

Abstract

La netta prevalenza di un patrimonio abitativo vetusto, oltre il 65% è stato infatti costruito precedentemente alla prima legge che introduceva criteri per il risparmio energetico (1976), ha già provocato un cambio di prospettiva nell’approccio all’edilizia. La necessità di proporre, da parte di ricercatori, studiosi, produttori, progettisti e tecnici in genere, sistemi per il risparmio energetico dell’involucro edilizio appare una priorità che non può essere sottovalutata. Al problema prestazionale, di per sé complesso anche per il continuo elevarsi di standard difficili da raggiungere, si aggiunge quello di trovare soluzioni valide per i diversi linguaggi architettonici presenti. Nel caso di edifici intonacati è apparso abbastanza scontato ricorrere ai classici “cappotti” con i quali è anche possibile ripristinare la leggibilità delle trame di pilastri e travi che tanto hanno caratterizzato l’edilizia residenziale dal secondo dopoguerra. Molto diverso è il discorso se parliamo di pannelli prefabbricati e andrebbe affrontato con un duplice punto di vista: da un lato l’approccio al costruito esistente le cui facciate siano state a suo tempo realizzate in pannelli, spostando il problema (se escludiamo quelli monostrato) dal corpo del singolo componente prodotto industrialmente ai numerosissimi giunti tra i vari elementi, con un incremento diffuso dei ponti termici, dall’altro le potenzialità di pannelli ad alte prestazioni e di ultima generazione che potrebbero essere utilizzati in interventi sull’esistente. Si intende qui aprire una riflessione in merito a cosa si potrebbe ottenere in termini di prestazioni termoigrometriche, ferme restando le molteplici potenzialità a livello di restyling, con il ricorso a pannelli prefabbricati per facciate, sia per il completamento di edifici in costruzione (compresi molti “scheletri” mai tamponati) sia per gli interventi di miglioramento energetico sul costruito esistente. Quindi si analizzeranno brevemente la logica e la storia delle tamponature prefabbricate, a cui la stessa filosofia del loro impiego nel recupero/adeguamento in qualche modo si ispira, e alcuni esempi di pannellature prefabbricate che per l’elevato livello prestazionale rappresentano risultati notevoli ai quali ispirarsi.
2020
9788896386941
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11570/3182520
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact