Il presente lavoro mira ad analizzare i profili maggiormente rilevanti che riguardano la disciplina della prevenzione della crisi d’impresa e la condotta degli organi sociali. L’elaborato si pone l’obiettivo di mettere a fuoco i compiti degli organi della società nella valutazione del rischio di crisi d’impresa e nella tempestiva attuazione dei rimedi ed interventi volti a prevenire il relativo dissesto aziendale. Ampio approfondimento viene, quindi, dedicato agli strumenti che caratterizzano, in base alle singole e specifiche esigenze organizzative e strutturali, la medesima attività di prevenzione. In particolare, l’interesse sul tema è rivolto all’analisi del modello prognostico che si estrinseca, per quel che specificamente riguarda le società a controllo pubblico, nella predisposizione del programma di valutazione del rischio di crisi aziendale e nei doveri di attuazione e di controllo in capo agli organi interni della società. Una volta definito l’obiettivo, l’indagine si è sviluppata attraverso tre capitoli, partendo dalla normativa delle società pubbliche (secondo le disposizioni del Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica) in cui viene posta l’attenzione sul modello societario e sui profili processuali e sostanziali relativi alle strutture societarie partecipate e/o controllate dagli enti pubblici, e proseguendo con l’analisi della disciplina degli strumenti di allerta preventiva istituiti, per le società di diritto comune, dal legislatore del Codice della crisi e dell’insolvenza, fino a giungere – in una prospettiva interdisciplinare e sistematica – alla normativa sulla gestione della crisi nell’ordinamento bancario, con la rappresentazione degli strumenti e delle misure volte ad evitare che la banca giunga ad una situazione di crisi irreversibile. L’ultimo capitolo della tesi è, poi, incentrato sull’esame di un caso concreto che consiste nella descrizione pratico-operativa delle caratteristiche applicative che compongono l’intero procedimento di valutazione interna del rischio usato dalla governance della a2a S.p.A., che è una società pubblica quotata. La trattazione del tema ha, dunque, suggerito ampie riflessioni di natura sistematica, più di quanto, in realtà, era lecito attendersi dalla portata innovativa di tale disciplina di prevenzione della crisi (posta a presidio di interessi comuni che riguardano tanto le società pubbliche e private, quanto le imprese bancarie). La concreta esigenza di una precisa regolamentazione unitaria di prevenzione della crisi aziendale, come emerge nelle pagine dell’elaborato, ha superato le resistenze a riconoscere il ruolo organizzativo di tale disciplina. Da ciò emerge l’importanza fondamentale degli strumenti di prevenzione della crisi per ogni ente societario nel perseguimento dell’attività d’impresa. Pertanto, il reale obiettivo che, attraverso l’esame giuridico ed applicativo del modello di prevenzione nelle varie organizzazioni aziendali, si è voluto perseguire si riscontra nell’individuazione ed esaltazione di un quadro normativo che, sebbene muti in base alle varie esigenze strutturali, sia uniformemente proiettato ad evitare le conseguenze negative derivanti dalla crisi d’impresa. In questo modo, lungo varie direttrici, si è seguito un unico filo conduttore comune dell’elaborato, rappresentando le differenze sostanziali legate alle diversità di natura organizzativa e societaria che riguardano le singole società, ma valorizzando al contempo l’intento finalistico che legava le imprese (siano esse pubbliche, private o bancarie) nel rintracciare tempestivamente i segnali di crisi al fine di prevenire ed evitare che le difficoltà economico-finanziario comportassero l’avvio di una procedura d’insolvenza o, comunque, di liquidazione delle attività, con danno inevitabile per i creditori e gli stakeholders.

I programmi di valutazione del rischio aziendale e i doveri degli organi sociali

GAROFALO, Francesco
2021-01-27

Abstract

Il presente lavoro mira ad analizzare i profili maggiormente rilevanti che riguardano la disciplina della prevenzione della crisi d’impresa e la condotta degli organi sociali. L’elaborato si pone l’obiettivo di mettere a fuoco i compiti degli organi della società nella valutazione del rischio di crisi d’impresa e nella tempestiva attuazione dei rimedi ed interventi volti a prevenire il relativo dissesto aziendale. Ampio approfondimento viene, quindi, dedicato agli strumenti che caratterizzano, in base alle singole e specifiche esigenze organizzative e strutturali, la medesima attività di prevenzione. In particolare, l’interesse sul tema è rivolto all’analisi del modello prognostico che si estrinseca, per quel che specificamente riguarda le società a controllo pubblico, nella predisposizione del programma di valutazione del rischio di crisi aziendale e nei doveri di attuazione e di controllo in capo agli organi interni della società. Una volta definito l’obiettivo, l’indagine si è sviluppata attraverso tre capitoli, partendo dalla normativa delle società pubbliche (secondo le disposizioni del Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica) in cui viene posta l’attenzione sul modello societario e sui profili processuali e sostanziali relativi alle strutture societarie partecipate e/o controllate dagli enti pubblici, e proseguendo con l’analisi della disciplina degli strumenti di allerta preventiva istituiti, per le società di diritto comune, dal legislatore del Codice della crisi e dell’insolvenza, fino a giungere – in una prospettiva interdisciplinare e sistematica – alla normativa sulla gestione della crisi nell’ordinamento bancario, con la rappresentazione degli strumenti e delle misure volte ad evitare che la banca giunga ad una situazione di crisi irreversibile. L’ultimo capitolo della tesi è, poi, incentrato sull’esame di un caso concreto che consiste nella descrizione pratico-operativa delle caratteristiche applicative che compongono l’intero procedimento di valutazione interna del rischio usato dalla governance della a2a S.p.A., che è una società pubblica quotata. La trattazione del tema ha, dunque, suggerito ampie riflessioni di natura sistematica, più di quanto, in realtà, era lecito attendersi dalla portata innovativa di tale disciplina di prevenzione della crisi (posta a presidio di interessi comuni che riguardano tanto le società pubbliche e private, quanto le imprese bancarie). La concreta esigenza di una precisa regolamentazione unitaria di prevenzione della crisi aziendale, come emerge nelle pagine dell’elaborato, ha superato le resistenze a riconoscere il ruolo organizzativo di tale disciplina. Da ciò emerge l’importanza fondamentale degli strumenti di prevenzione della crisi per ogni ente societario nel perseguimento dell’attività d’impresa. Pertanto, il reale obiettivo che, attraverso l’esame giuridico ed applicativo del modello di prevenzione nelle varie organizzazioni aziendali, si è voluto perseguire si riscontra nell’individuazione ed esaltazione di un quadro normativo che, sebbene muti in base alle varie esigenze strutturali, sia uniformemente proiettato ad evitare le conseguenze negative derivanti dalla crisi d’impresa. In questo modo, lungo varie direttrici, si è seguito un unico filo conduttore comune dell’elaborato, rappresentando le differenze sostanziali legate alle diversità di natura organizzativa e societaria che riguardano le singole società, ma valorizzando al contempo l’intento finalistico che legava le imprese (siano esse pubbliche, private o bancarie) nel rintracciare tempestivamente i segnali di crisi al fine di prevenire ed evitare che le difficoltà economico-finanziario comportassero l’avvio di una procedura d’insolvenza o, comunque, di liquidazione delle attività, con danno inevitabile per i creditori e gli stakeholders.
27-gen-2021
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Tesi Dottorato _I programmi di valutazione del rischio aziendale e i doveri degli organi sociali_- Dott. Francesco Garofalo.pdf

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Descrizione: Tesi di Dottorato in Diritto Commerciale
Tipologia: Tesi di dottorato
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