Lo studio delle anfore della cuspide nord-orientale della Sicilia, condotto su base bibliografica per alcuni centri e attraverso l’analisi diretta dei materiali provenienti dai siti campione di Patti Marina e dalle isole Eolie, ha rivelato l’importante ruolo che l’isola in generale e il comprensorio analizzato nello specifico, hanno ricoperto all’interno del commercio dei prodotti sin dalla tardo età repubblicana e per tutta imperiale e tardoantica, ridimensionandosi gradualmente, senza mai tuttavia scomparire del tutto, in età bizantina. La presenza alla fine del I sec. a.C. delle numerose Dressel 2-4 di provenienza campana e, in quantità seppur più modeste, di prodotti dell’area adriatica definisce i primi rapporti commerciali del comprensorio con la penisola italica, destinati ad intensificarsi durante i secoli successivi. Contestuale è l’apertura verso i commerci internazionali, riguardanti in una prima fase l’area del Mediterraneo occidentale ed in particolare la Gallia e la Spagna, i cui prodotti tuttavia, destinati principalmente ai mercati romani, toccarono solo di passaggio le coste settentrionali dell’isola. Commerci con il Mediterraneo orientale, e principalmente con l’isola di Creta, sono attestati in misura nettamente maggiore, soprattutto nell’arcipelago eoliano, tappa di passaggio obbligata nelle rotte verso occidente. Dal quadro esaminato emerge chiaramente la forte attività produttiva dei centri dell’isola già dalla tardo età repubblicana: alle Dressel 2-4 prodotte nei diversi centri del comprensorio (Caronia, Naxos), fecero seguito le produzioni nassie di anfore ritenute di imitazione gallica e i tipi Ostia II 523/Sant’Alessio e Spinella, adibiti al trasporto del vino tauromenitano verso i mercati romani, a cui si affiancarono le produzioni di MR 1A e B della più meridionale Acium. All’estrema vivacità produttiva dell’area ionica dovette fare seguito una analoga attività nell’area tirrenica, dove alcune delle successive produzioni sembrano essere presenti già alla metà del III sec. d.C. Lo stesso periodo è segnato dalla comparsa sui mercati dei prodotti africani, ben attestati nel comprensorio, tuttavia in quantità alquanto esigue se confrontate, a partire dalla metà del IV sec. d.C. con i prodotti di produzione locale, in particolare la grande famiglia tipologica delle anfore a fondo piatto e umbonato, caratterizzata da una estrema varietà morfologica dell’orlo che riflette i numerosi centri produttivi della costa: Termini Imerese, Caronia, Furnari/Tonnarella e Capo-d’Orlando Bagnoli, a cui è possibile aggiungere, grazie alle analisi condotte sui materiali, anche Patti, dove le numerose varianti identificate, alcune delle quali confrontabili solo con gli esemplari romani, lasciano chiaramente intendere il ruolo che questo centro dovette ricoprire nelle attività produttive di età romana e oltre. Nello stesso ambito produttivo rientrano le Keay LII, alla cui produzione, ampiamente attestata sul litorale ionico (Naxos e Acium), si unisce quelle dei centri della Calabria meridionale e le anfore Crypta Balbi, tipi entrambi largamente attestati e dominanti nelle stratigrafie romane di fine IV-VI sec. d.C. Tenendo conto di un distretto così produttivamente sviluppato, che probabilmente doveva riuscire da solo a soddisfare il fabbisogno locale, perlomeno di vino, tanto da poter esportare i prodotti in eccedenza verso i mercati romani, non stupisce la quantità circoscritta delle importazioni africane a cui si affiancano, a partire dal IV sec. d. C. anche quelle orientali costituite dalle Late Roman. I commerci, ridotti drasticamente in età bizantina, continuarono tuttavia a persistere con le importazioni di anfore globulari provenienti dall’oriente e dall’area campana, ancora poco conosciute all’interno del comprensorio indagato.

Produzioni e importazioni nella cuspide nord-orientale della Sicilia in età imperiale e tardo antica: le anfore da trasporto

PAPALE, MARIACRISTINA
2021-02-25

Abstract

Lo studio delle anfore della cuspide nord-orientale della Sicilia, condotto su base bibliografica per alcuni centri e attraverso l’analisi diretta dei materiali provenienti dai siti campione di Patti Marina e dalle isole Eolie, ha rivelato l’importante ruolo che l’isola in generale e il comprensorio analizzato nello specifico, hanno ricoperto all’interno del commercio dei prodotti sin dalla tardo età repubblicana e per tutta imperiale e tardoantica, ridimensionandosi gradualmente, senza mai tuttavia scomparire del tutto, in età bizantina. La presenza alla fine del I sec. a.C. delle numerose Dressel 2-4 di provenienza campana e, in quantità seppur più modeste, di prodotti dell’area adriatica definisce i primi rapporti commerciali del comprensorio con la penisola italica, destinati ad intensificarsi durante i secoli successivi. Contestuale è l’apertura verso i commerci internazionali, riguardanti in una prima fase l’area del Mediterraneo occidentale ed in particolare la Gallia e la Spagna, i cui prodotti tuttavia, destinati principalmente ai mercati romani, toccarono solo di passaggio le coste settentrionali dell’isola. Commerci con il Mediterraneo orientale, e principalmente con l’isola di Creta, sono attestati in misura nettamente maggiore, soprattutto nell’arcipelago eoliano, tappa di passaggio obbligata nelle rotte verso occidente. Dal quadro esaminato emerge chiaramente la forte attività produttiva dei centri dell’isola già dalla tardo età repubblicana: alle Dressel 2-4 prodotte nei diversi centri del comprensorio (Caronia, Naxos), fecero seguito le produzioni nassie di anfore ritenute di imitazione gallica e i tipi Ostia II 523/Sant’Alessio e Spinella, adibiti al trasporto del vino tauromenitano verso i mercati romani, a cui si affiancarono le produzioni di MR 1A e B della più meridionale Acium. All’estrema vivacità produttiva dell’area ionica dovette fare seguito una analoga attività nell’area tirrenica, dove alcune delle successive produzioni sembrano essere presenti già alla metà del III sec. d.C. Lo stesso periodo è segnato dalla comparsa sui mercati dei prodotti africani, ben attestati nel comprensorio, tuttavia in quantità alquanto esigue se confrontate, a partire dalla metà del IV sec. d.C. con i prodotti di produzione locale, in particolare la grande famiglia tipologica delle anfore a fondo piatto e umbonato, caratterizzata da una estrema varietà morfologica dell’orlo che riflette i numerosi centri produttivi della costa: Termini Imerese, Caronia, Furnari/Tonnarella e Capo-d’Orlando Bagnoli, a cui è possibile aggiungere, grazie alle analisi condotte sui materiali, anche Patti, dove le numerose varianti identificate, alcune delle quali confrontabili solo con gli esemplari romani, lasciano chiaramente intendere il ruolo che questo centro dovette ricoprire nelle attività produttive di età romana e oltre. Nello stesso ambito produttivo rientrano le Keay LII, alla cui produzione, ampiamente attestata sul litorale ionico (Naxos e Acium), si unisce quelle dei centri della Calabria meridionale e le anfore Crypta Balbi, tipi entrambi largamente attestati e dominanti nelle stratigrafie romane di fine IV-VI sec. d.C. Tenendo conto di un distretto così produttivamente sviluppato, che probabilmente doveva riuscire da solo a soddisfare il fabbisogno locale, perlomeno di vino, tanto da poter esportare i prodotti in eccedenza verso i mercati romani, non stupisce la quantità circoscritta delle importazioni africane a cui si affiancano, a partire dal IV sec. d. C. anche quelle orientali costituite dalle Late Roman. I commerci, ridotti drasticamente in età bizantina, continuarono tuttavia a persistere con le importazioni di anfore globulari provenienti dall’oriente e dall’area campana, ancora poco conosciute all’interno del comprensorio indagato.
25-feb-2021
Sicilia, cuspide nord-orientale, Patti marina, isole Eolie, Lipari, Salina, età imperiale, età tardoantica, anfore, impasti, Dressel 2-4, produzioni adriatiche, importazioni occidentali, Gallia, Spagna, Africa, importazioni orientali, Creta, Egeo, produzioni, Richborough 527, anfora Ostia II 523/Sant’Alessio, anfora tipo Spinella, anfora MR 1A, anfora MR 1B, anfore a fondo piatto e umbonato,Termini Imerese, Caronia, Furnari/Tonnarella, Capo-d’Orlando Bagnoli, Keay LII, Crypta Balbi, anfore globulari, olio, vino, salsamenta, allume.
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