Il saggio descrive le modalità con le quali il Codice per lo Regno delle Due Sicilie, promulgato nel settembre del 1819 e, in particolare la prima parte, relativa alle "Leggi Civili" veniva, in occasione dell'Unità d'Italia, additato quale Codice "autoctono" siciliano dalla commissione di giuristi che, per volontà del Ministro Guardasigilli Giuseppe Pisanelli veniva creata, fra le altre, a Palermo, per lavorare sulla bozza del primo codice civile unitario italiano. A differenza dell'accoglienza tiepida, quando non del tutto negativa, che quel testo codicistico aveva suscitato nel 1819 nell'Isola, nel 1860 i giuristi isolani lo individuavano quale "codice siciliano", eredità preziosa dell'Isola.
«Che si ponga particolare studio… ai codici vigenti in Sicilia, nell’opera di riforma e di novella codificazione italiana». I codici borbonici, da strumento di oppressione a preziosa eredità “siciliana” nel quinquennio 1860-1865
Daniela Novarese
2020-01-01
Abstract
Il saggio descrive le modalità con le quali il Codice per lo Regno delle Due Sicilie, promulgato nel settembre del 1819 e, in particolare la prima parte, relativa alle "Leggi Civili" veniva, in occasione dell'Unità d'Italia, additato quale Codice "autoctono" siciliano dalla commissione di giuristi che, per volontà del Ministro Guardasigilli Giuseppe Pisanelli veniva creata, fra le altre, a Palermo, per lavorare sulla bozza del primo codice civile unitario italiano. A differenza dell'accoglienza tiepida, quando non del tutto negativa, che quel testo codicistico aveva suscitato nel 1819 nell'Isola, nel 1860 i giuristi isolani lo individuavano quale "codice siciliano", eredità preziosa dell'Isola.File | Dimensione | Formato | |
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