Nell’antica Mesopotamia non c’era una tipologia di testi letterari riconosciuti come «sapienziali», le definizioni di «sapienza» e di «letteratura sapienziale» applicate a certe categorie di testi sono accezioni moderne, mutuate dagli studi biblici. Dopo un’Introduzione che contestualizza la valenza del termine «sapienza» nel Vicino Oriente antico, illustra le opere che possono essere annoverate sotto questa etichetta, le ragioni di tale attribuzione e le lingue nelle quali sono state scritte, si analizza il valore sociale e antropologico dei testi didattici come strumento di trasmissione di «etnosaperi» (cap. 2). Si passa poi a presentare una silloge delle principali composizioni letterarie comunemente riconosciute come rappresentative della letteratura sapienziale in sumerico (cap. 3) e quindi di quelle in accadico (cap. 4) in una traduzione fruibile da un lettore interessato, ma non specialista, senza addentrarsi in problematiche linguistiche e filologiche. Il capitolo 5 è dedicato ad alcune composizioni particolarmente rilevanti nel panorama letterario vicino-orientale antico che presentano aspetti sapienziali, quanto a tematiche e protagonisti umani come il Poema di Atra-ḫasīs o del Grande Saggio, Adapa, «il perfetto in saggezza», e l’Epopea di Gilgameš o divini come l’Enūma eliš o Poema della creazione. L’ultimo capitolo fornisce un assaggio della letteratura umoristica, offrendo un punto di vista popolare e ironico del concetto di saggezza. Nella traduzione delle opere si è cercato di ottenere una lettura fluida, che rendesse il senso del testo, preferendola a una traduzione letterale, parola per parola, che avrebbe reso più difficile la lettura a un pubblico ampio. Si sono evitate anche puntuali spiegazioni filologiche, rimettendosi alle scelte di significato più semplici e accreditate.
La letteratura sapienziale nell'antica Mesopotamia
Annunziata Rositani
2021-01-01
Abstract
Nell’antica Mesopotamia non c’era una tipologia di testi letterari riconosciuti come «sapienziali», le definizioni di «sapienza» e di «letteratura sapienziale» applicate a certe categorie di testi sono accezioni moderne, mutuate dagli studi biblici. Dopo un’Introduzione che contestualizza la valenza del termine «sapienza» nel Vicino Oriente antico, illustra le opere che possono essere annoverate sotto questa etichetta, le ragioni di tale attribuzione e le lingue nelle quali sono state scritte, si analizza il valore sociale e antropologico dei testi didattici come strumento di trasmissione di «etnosaperi» (cap. 2). Si passa poi a presentare una silloge delle principali composizioni letterarie comunemente riconosciute come rappresentative della letteratura sapienziale in sumerico (cap. 3) e quindi di quelle in accadico (cap. 4) in una traduzione fruibile da un lettore interessato, ma non specialista, senza addentrarsi in problematiche linguistiche e filologiche. Il capitolo 5 è dedicato ad alcune composizioni particolarmente rilevanti nel panorama letterario vicino-orientale antico che presentano aspetti sapienziali, quanto a tematiche e protagonisti umani come il Poema di Atra-ḫasīs o del Grande Saggio, Adapa, «il perfetto in saggezza», e l’Epopea di Gilgameš o divini come l’Enūma eliš o Poema della creazione. L’ultimo capitolo fornisce un assaggio della letteratura umoristica, offrendo un punto di vista popolare e ironico del concetto di saggezza. Nella traduzione delle opere si è cercato di ottenere una lettura fluida, che rendesse il senso del testo, preferendola a una traduzione letterale, parola per parola, che avrebbe reso più difficile la lettura a un pubblico ampio. Si sono evitate anche puntuali spiegazioni filologiche, rimettendosi alle scelte di significato più semplici e accreditate.File | Dimensione | Formato | |
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