Durante il suo soggiorno milanese (1353-1361), Francesco Petrarca compose sei epistole a nome di Bernabò o di Galeazzo Visconti, che non entrarono a far parte delle raccolte canoniche, ma ebbero circolazione estravagante: tra queste la Disp. 39 all’agostiniano Iacopo Bussolari, tiranno di Pavia negli anni 1356-1359, tràdita dal solo ms. MA 611 (Λ I 20) della Biblioteca Civica di Bergamo. Il testo della lettera, corrotto in più punti, è stato recepito per tutto il Novecento nell’edizione di Francesco Novati, che faceva ricorso a congetture non sempre felici, offrendo pure una traduzione piuttosto libera: il lavoro del filologo è qui illustrato grazie al ritrovamento delle sue carte di lavoro. Il contributo si concentra poi su un brano dell’epistola, proponendone una nuova veste critica e analizzandone il significato alla luce della nuova facies testuale.
La Dispersa petrarchesca a Iacopo Bussolari: primi appunti per una nuova edizione
Sofia Brusa
2021-01-01
Abstract
Durante il suo soggiorno milanese (1353-1361), Francesco Petrarca compose sei epistole a nome di Bernabò o di Galeazzo Visconti, che non entrarono a far parte delle raccolte canoniche, ma ebbero circolazione estravagante: tra queste la Disp. 39 all’agostiniano Iacopo Bussolari, tiranno di Pavia negli anni 1356-1359, tràdita dal solo ms. MA 611 (Λ I 20) della Biblioteca Civica di Bergamo. Il testo della lettera, corrotto in più punti, è stato recepito per tutto il Novecento nell’edizione di Francesco Novati, che faceva ricorso a congetture non sempre felici, offrendo pure una traduzione piuttosto libera: il lavoro del filologo è qui illustrato grazie al ritrovamento delle sue carte di lavoro. Il contributo si concentra poi su un brano dell’epistola, proponendone una nuova veste critica e analizzandone il significato alla luce della nuova facies testuale.Pubblicazioni consigliate
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