Nel 405 a.C. i Cartaginesi, nel corso della loro brutale avanzata contro i Greci di Sicilia, assediarono e distrussero la città di Gela. Diodoro (XIII, 108-111) racconta che la popolazione si sacrificò fino allo stremo per salvare la polis, comprese le donne, che preferirono restare al fianco dei loro uomini anziché fuggire. Dopo la tragedia, il sito rimane quasi disabitato fino alla rifondazione della città voluta da Timoleonte circa sessant’anni dopo. Gli studiosi hanno rimarcato spesso l’importanza del 405 a.C. quale punto fermo nella periodizzazione delle fasi di vita della polis e P. Orlandini, in particolare, ha elaborato una classificazione crono-tipologica dei reperti – sia anteriori che posteriori all’anno in questione – che è presto divenuta un riferimento imprescindibile per i contesti coevi dell’intera Sicilia. Questo contributo vuole proporre una revisione di tale periodizzazione alla luce del progresso delle conoscenze su contesti e materiali geloi, allo scopo, in primo luogo, di comporre un quadro più corretto della città alla vigilia dell’attacco nemico e, in secondo luogo, di valutare meglio gli effetti del trauma a medio e lungo termine, ponendo altresì in discussione la tradizionale lettura della rinascita timoleontea dell’Isola.
Gela, 405 a.C.: una tragedia umana, un'opportunità per l'archeologia.
Spagnolo Grazia Vera Maria
2022-01-01
Abstract
Nel 405 a.C. i Cartaginesi, nel corso della loro brutale avanzata contro i Greci di Sicilia, assediarono e distrussero la città di Gela. Diodoro (XIII, 108-111) racconta che la popolazione si sacrificò fino allo stremo per salvare la polis, comprese le donne, che preferirono restare al fianco dei loro uomini anziché fuggire. Dopo la tragedia, il sito rimane quasi disabitato fino alla rifondazione della città voluta da Timoleonte circa sessant’anni dopo. Gli studiosi hanno rimarcato spesso l’importanza del 405 a.C. quale punto fermo nella periodizzazione delle fasi di vita della polis e P. Orlandini, in particolare, ha elaborato una classificazione crono-tipologica dei reperti – sia anteriori che posteriori all’anno in questione – che è presto divenuta un riferimento imprescindibile per i contesti coevi dell’intera Sicilia. Questo contributo vuole proporre una revisione di tale periodizzazione alla luce del progresso delle conoscenze su contesti e materiali geloi, allo scopo, in primo luogo, di comporre un quadro più corretto della città alla vigilia dell’attacco nemico e, in secondo luogo, di valutare meglio gli effetti del trauma a medio e lungo termine, ponendo altresì in discussione la tradizionale lettura della rinascita timoleontea dell’Isola.Pubblicazioni consigliate
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