Abstract: I fumetti underground (comix) nascono negli Stati Uniti nell’ambito della Controcultura degli anni Sessanta e Settanta. Temi come sesso, droga, satira politica e religiosa, diritti civili e liberazione femminile trovano spazio tra le vignette di un eterogeneo gruppo di artisti ed artiste, cui va il merito di aver riscoperto il respiro antagonista e il potere comunicativo del fumetto, liberandolo da compromessi verbali e visuali visivi e interrogandone coraggiosamente le possibilità espressive, seppur trovandosi a fare i conti con il linciaggio mediatico e la censura. Accanto ai nomi noti, come Robert Crumb e Gilbert Shelton, ad oggi considerati tra i grandi maestri del fumetto, si affiancano quelli delle prime pioniere del fumetto, come Trina Robbins, Aline Kominsky, Michelle Jurras, Roberta Gregory, Melinda Gebbie. Mentre il Women Liberation Movement portava nelle strade le rivendicazioni femministe, queste artiste davano corpo e voce al loro messaggio rendendo l’universo femminile in tutte le sue sfacettature il vero protagonista di albi e riviste come Wimmen’s Comix, Girl Fight, Dynamite Damsels, Fresca Zizis, Tits & Clits, Wet Satin, Pandora’s Box. Nonostante il ruolo fondamentale di queste autrici per la storia del fumetto e l’influenza che la loro arte ha esercitato sia su fumettiste del tempo (si pensi all’esperienza italiana di Strix: giornale di fumetti e di altro, fatto da donne) che contemporanee (Alison Bechdel, Phoebe Gloeckner, Marjane Satrapi), in Italia i loro lavori sono rimasti ancora relegati al solo circuito delle case editrici alternative. Nello specifico, l’unica antologia interamente dedicata alle fumettiste underground è Foemina Strips, edita da Savelli nel 1979 a cura di Marco Giovannini. Questo studio si propone innanzittutto di presentare i tratti salienti del fenomeno degli underground comix a partire dalle voci femminili del movimento. Sarà poi analizzato come la traduzione italiana di Savelli abbia reso i temi più controversi di queste autrici, dalla rappresentazione senza filtri della sessualità e delle pulsioni alla profondità dei vissuti personali e la rivendicazione di una piena libertà di espressione. Per sviluppare questo studio comparativo delle tavole in originale e in traduzione saranno impiegati gli strumenti dell’analisi multimodale e della semiotica, prestando particolare attenzione ai processi di ‘magnificazione’ e ‘narcotizzazione’ (Eco, 1979), insiti nel processo traduttivo, che possono portare a una modifica (spesso banalizzante) dei contenuti ‘r-esistenti’ di questi lavori nel passaggio da una lingua all’altra e da un contesto culturale all’altro.

Corpi di china: underground comix e liberazione femminile in traduzione

Chiara Polli
Primo
2020-01-01

Abstract

Abstract: I fumetti underground (comix) nascono negli Stati Uniti nell’ambito della Controcultura degli anni Sessanta e Settanta. Temi come sesso, droga, satira politica e religiosa, diritti civili e liberazione femminile trovano spazio tra le vignette di un eterogeneo gruppo di artisti ed artiste, cui va il merito di aver riscoperto il respiro antagonista e il potere comunicativo del fumetto, liberandolo da compromessi verbali e visuali visivi e interrogandone coraggiosamente le possibilità espressive, seppur trovandosi a fare i conti con il linciaggio mediatico e la censura. Accanto ai nomi noti, come Robert Crumb e Gilbert Shelton, ad oggi considerati tra i grandi maestri del fumetto, si affiancano quelli delle prime pioniere del fumetto, come Trina Robbins, Aline Kominsky, Michelle Jurras, Roberta Gregory, Melinda Gebbie. Mentre il Women Liberation Movement portava nelle strade le rivendicazioni femministe, queste artiste davano corpo e voce al loro messaggio rendendo l’universo femminile in tutte le sue sfacettature il vero protagonista di albi e riviste come Wimmen’s Comix, Girl Fight, Dynamite Damsels, Fresca Zizis, Tits & Clits, Wet Satin, Pandora’s Box. Nonostante il ruolo fondamentale di queste autrici per la storia del fumetto e l’influenza che la loro arte ha esercitato sia su fumettiste del tempo (si pensi all’esperienza italiana di Strix: giornale di fumetti e di altro, fatto da donne) che contemporanee (Alison Bechdel, Phoebe Gloeckner, Marjane Satrapi), in Italia i loro lavori sono rimasti ancora relegati al solo circuito delle case editrici alternative. Nello specifico, l’unica antologia interamente dedicata alle fumettiste underground è Foemina Strips, edita da Savelli nel 1979 a cura di Marco Giovannini. Questo studio si propone innanzittutto di presentare i tratti salienti del fenomeno degli underground comix a partire dalle voci femminili del movimento. Sarà poi analizzato come la traduzione italiana di Savelli abbia reso i temi più controversi di queste autrici, dalla rappresentazione senza filtri della sessualità e delle pulsioni alla profondità dei vissuti personali e la rivendicazione di una piena libertà di espressione. Per sviluppare questo studio comparativo delle tavole in originale e in traduzione saranno impiegati gli strumenti dell’analisi multimodale e della semiotica, prestando particolare attenzione ai processi di ‘magnificazione’ e ‘narcotizzazione’ (Eco, 1979), insiti nel processo traduttivo, che possono portare a una modifica (spesso banalizzante) dei contenuti ‘r-esistenti’ di questi lavori nel passaggio da una lingua all’altra e da un contesto culturale all’altro.
2020
978-88-8443-894-2
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