Il Libro Blu è una trascrizione delle lezioni che Wittgenstein tenne a Cambridge nel suo corso del 1933/34. Tradizionalmente considerata un’opera cruciale per il passaggio dal Wittgenstein del Tractatus Logico-Philosophicus a quello delle Ricerche Filosofiche, raccoglie una serie di osservazioni sulla natura del linguaggio, a partire da concetti cardine come significato e uso, e sul rapporto tra filosofia e scienza. È un esempio tipico della concezione wittgensteiniana della filosofia, intesa essenzialmente come un metodo per liberare l’uomo dai ‘crampi mentali’, dissolvere la nebbia mentale che avvolge l’uso comune del linguaggio, e, soprattutto, semplificare, ovvero comprendere ciò che non è necessario chiamare in causa nella spiegazione dei fenomeni. La prima parte del libro è sostanzialmente dedicata alla critica della visione essenzialista e mentalista del significato, mentre la seconda si concentra sul particolare statuto delle proposizioni esperienziali come ‘io provo dolore’. Per la varietà e la densità delle tematiche che lo caratterizzano, il Libro blu può essere letto non solo come una serie di considerazioni sul linguaggio, ma anche come un testo di filosofia della mente, di filosofia della psicologia, e più in generale come una riflessione sulla natura stessa della filosofia.
Libro blu
Cardella, Valentina
2022-01-01
Abstract
Il Libro Blu è una trascrizione delle lezioni che Wittgenstein tenne a Cambridge nel suo corso del 1933/34. Tradizionalmente considerata un’opera cruciale per il passaggio dal Wittgenstein del Tractatus Logico-Philosophicus a quello delle Ricerche Filosofiche, raccoglie una serie di osservazioni sulla natura del linguaggio, a partire da concetti cardine come significato e uso, e sul rapporto tra filosofia e scienza. È un esempio tipico della concezione wittgensteiniana della filosofia, intesa essenzialmente come un metodo per liberare l’uomo dai ‘crampi mentali’, dissolvere la nebbia mentale che avvolge l’uso comune del linguaggio, e, soprattutto, semplificare, ovvero comprendere ciò che non è necessario chiamare in causa nella spiegazione dei fenomeni. La prima parte del libro è sostanzialmente dedicata alla critica della visione essenzialista e mentalista del significato, mentre la seconda si concentra sul particolare statuto delle proposizioni esperienziali come ‘io provo dolore’. Per la varietà e la densità delle tematiche che lo caratterizzano, il Libro blu può essere letto non solo come una serie di considerazioni sul linguaggio, ma anche come un testo di filosofia della mente, di filosofia della psicologia, e più in generale come una riflessione sulla natura stessa della filosofia.File | Dimensione | Formato | |
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