Nel caso Viola c. Italia (n. 2), la Corte europea dei diritti dell’uomo è stata chiamata per la prima volta a esprimersi sulla compatibilità dell’ergastolo c.d. «ostativo» con i diritti fondamentali convenzionalmente tutelati. La sentenza, resa il 13 giugno 2019, ha stabilito che la legislazione penale italiana in materia è in contrasto con l’art. 3 della Convenzione. La pronuncia evidenzia un problema strutturale dell’ordinamento, sorto in conseguenza della reazione del legislatore nazionale allo stragismo mafioso dei primi anni Novanta, che ha trascurato di assicurare il rispetto della dignità di ogni uomo in quanto tale, il divieto di tortura e trattamenti inumani e degradanti, nonché la funzione primaria della pena, individuata dai Costituenti nella rieducazione del reo
IL CASO VIOLA C. ITALIA: PER LA CORTE DI STRASBURGO L’ERGASTOLO OSTATIVO NON È COMPATIBILE CON LA CONVENZIONE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO
Giulia Colavecchio
2019-01-01
Abstract
Nel caso Viola c. Italia (n. 2), la Corte europea dei diritti dell’uomo è stata chiamata per la prima volta a esprimersi sulla compatibilità dell’ergastolo c.d. «ostativo» con i diritti fondamentali convenzionalmente tutelati. La sentenza, resa il 13 giugno 2019, ha stabilito che la legislazione penale italiana in materia è in contrasto con l’art. 3 della Convenzione. La pronuncia evidenzia un problema strutturale dell’ordinamento, sorto in conseguenza della reazione del legislatore nazionale allo stragismo mafioso dei primi anni Novanta, che ha trascurato di assicurare il rispetto della dignità di ogni uomo in quanto tale, il divieto di tortura e trattamenti inumani e degradanti, nonché la funzione primaria della pena, individuata dai Costituenti nella rieducazione del reoPubblicazioni consigliate
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